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Tesmoforiazuse
Con questa commedia, a mio parere, siamo ben lontani dalle “Rane” e dalle “Donne al Parlamento”, i due capolavori con cui Aristofane mi ha conquistata.
Nella “Festa delle donne”, il cui titolo originale è “Tesmoforiazuse”, ovvero “Donne alle Tesmoforie” (cioè feste segrete riservate alle sole donne e dedite al culto della dea Demetra e di sua figlia Persefone), ho notato una comicità assolutamente banale, non divertente, sforzatissima e spesso e volentieri inutile, esattamente come i numerosi doppi sensi e volgarità tipici dello stile del commediografo ellenico.
La trama di barcamena tra ripetizioni e qualche briciolo di originalità. Per esempio mi è piaciuto molto il fatto che Euripide tenti di salvare il suo parente da morte certa travestendosi come i personaggi della mitologia greca e che Mnesiloco stia al gioco pur di salvarsi la pelle), anche se devo ammettere che il protagonista mi ha fatto rabbrividire: non voglio fare anticipazioni, però, cavolo, pur di salvarsi dalle Tesmoforiazuse non ha la minima esitazione a sgozzare la figlia neonata di una di loro (tra l’altro questo gesto sarà completamente inutile)! E pensare che all’inizio Mnesiloco mi era pure simpatico…
Insomma, secondo me non è un Aristofane degno di essere collocato fra i migliori, un po' sotto tono direi.
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