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Una grande sorpresa!
Sono sempre scettica quando un attore si diletta a scrivere un libro, per questo quando “La casa sopra i portici” mi è stato regalato l’ho lasciato sullo scaffale per la bellezza di cinque mesi e sarebbe rimasto lì anche di più se quella notte, spinta dalla noia, non lo avessi aperto.
E’ stato un vero boom! Avete presente una ventata di aria primaverile che vi arriva sul volto all’improvviso? Beh, per me è stata la stessa cosa. Sì, penserete che starò esagerando (d’altronde si tratta solo di un attore no?) però vi assicuro che la sorpresa è stata tale che se avessi puntato dei soldi, avrei sicuramente perso la scommessa.
Carlo Verdone, in queste pagine, ci fa conoscere una parte di lui che probabilmente non avremmo mai immaginato; personalmente non ho mai pensato che potesse essere una persona così fragile (anche se magari in alcuni suoi film è evidente questa fragilità), abituati a vederlo nelle vesti del coatto romano si dimentica che dietro quella figura c’è anche un altro individuo, un individuo capace di non dire solo “O famo strano?” ma anche: “quella casa non era solo un luogo fisico o un semplice sfondo di eventi, bensì la protagonista della storia di una grande famiglia”.
Verdone ci dona le chiavi della sua vita che sin da bambino è parecchio movimentata; in queste pagine ho riso ed ho anche pianto, soprattutto nella parte dove descrive il suo rapporto col grande Alberto Sordi (una morte che all’epoca accusai, non importa se una persona si conosca o meno, l’importante sono le emozioni che essa ci trasmette), ed anche qui ci fa conoscere dei lati di Albertone che mai avrei immaginato.
Che dire? Non vorrei scendere ancor di più nel mellifluo per cui concludo dicendo che consiglio questo libro a tutti; certo non vi aspettate un capolavoro letterario, però siate pronti ad assistere ad una miriade di ricordi che una persona (in questo caso un attore) ha voluto mettere nero su bianco, ed aggiungo che sarebbe bello se ogni persona di questo mondo avesse la possibilità di poter far leggere ad altri i propri ricordi, potremmo vivere centinaia di vite rimanendo sempre nella nostra.
Alla prossima.
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