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Dante si rivolta nella tomba...
L'operazione di mercato di Benigni basata sulla Commedia ha fatto uso di ogni mezzo, anche del prestigio editoriale (che però a mio avviso si va appannando) delle Edizioni Einaudi. "Il mio Dante" mi sembra un bluff, come tutta la messinscena del Tutto Dante, in cui l'istrione toscano è stato spacciato per sommo uomo di cultura, superbo dantista, ineguagliabile divulgatore di conoscenza. Non è difficile dimostrare esattamente il contrario, con un minimo di vera preparazione e la Divina Commedia alla mano. Per quanto riguarda il volume in questione posso dire che chiunque è capace di ripubblicare Dante (ben più di metà libro è occupato dalle terzine dantesche, prima citate, poi interamente riportate, senza note) e la parte restante del libro non è che la trascrizione dei momenti ritenuti migliori degli spettacoli nelle piazze, nei teatri, in tv, corretta da qualcuno che conosce l'Italiano un po' meglio di Benigni. Per quello che concerne la prefazione non mi pare che Umberto Eco si sbilanci più di tanto nell'elogiare l'amico, di cui rileva le letture colte (ma questo lascia perplessi, dati gli svarioni frequenti nelle performance dal vivo) e le lauree a titolo di "onore" (lauree "honoris causae", si legge nelle scritto di Eco invece del corretto "honoris causa"... Chi va con lo zoppo...?). Il giudizio non può che essere, in definitiva, pessimo, anche se ho trovato il Saggio negli scaffali di Critica letteraria!
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Anche se con battute ironiche sui personaggi riesce a far rimanere nella mente una tal opera letteraria che ai più ( studenti in particolare ) potrebbe sembrare una "storia" lunga e noiosa ma che invece costituisce la base della nostra lingua e cultura attuale.
Con le critiche più moderne riferite ai personaggi politici ( e non solo ) egli riesce a fare un parallelismo con ciò che circa 700 anni fa scrisse un certo Dante Alighieri.
[ Come si vede che lo scopo dei politici è rimasto sempre lo stesso...FARE I PROPRIO INTERESSI ].
Dire Benigni vuol dire risate sicure. ;-) Se a ciò si aggiunge quel pizzico di cultura...beh il mix è davvero ottimo. ;-)
L'anno scorso, in luglio 2006,in una delle piazze più belle d'Italia, sotto l'imponente statua dell'Alighieri, il premio os Roberto Benigni mi ha regalato la più interessante e allo stesso tempo diveretente spiegazione della Divina Commedia.
Nessun insegnante di liceo o docente universitario avrebbe mai avuto la stessa efficacia nell'attirare l'attenzione di 5000 spettatori provenienti da tutta Italia su un argomento così inflazionato.
Nella serata in cui ho partecipato l'artista fiorentino dava lettura, spiegazione e commento del XXVI canto dell'Inferno dantesco, quello relativo ad Ulisse.
Dopo aver intrattenuto la platea con temi di attualità e politica Benigni ha assunto un tono più serio per trattare argomenti più profondi; le sue parole evidenziavano quanto amore e dedizione abbia provato nell'avvicinarsi al capolavoro che tutto il mondo ci invidia.
La serata è davvero volata tra stupore,gran risate e grande poesia.
Un'esperienza che consiglio a tutti...
un viaggio per riscoprire la bellissima Divina commedia scritta dal mio amato Dante Alighieri e riletta per bocca del toscano Benigni..che dire? Se posso essere sincera non ho mai amato più di tanto questo attore che non mi sa esprimere niente a dir il vero ma credetemi da quando ho potuto apprezzarlo dal punto di vista del narratore nell'enunciare i vari passi di questo capolavoro senza tempo mi sono divuta in ogni maniera ricredere
Anche se come attore non gli darei che un soldo bucato come narrattore è ottimo mi ha affascinato e catturato molto perchè, in sè la Divina Commedia mi è sempre piacita e tutto ciò che comunque riguarda la letteratura italiana in generale, ma la rieltturata fornita da roberto è senza dubbio eccellente da toscano doc le sa dare quel qualcosa in più non tipico certo di tutti noi
Ieri sera e non è stata la prima sera a dire il vero, sono rimasta al quanto colpita dalla sua dialettica nell'enunciare, ascoltato da un folto pubblico i passi delle varie cantiche..adatto a un vasto pubblico di veri amanti della letteratura da ascoltare in qualsiasi occasione se poi a spiegarlo vi è un toscanaccio doc come Benigni ancora meglio
E bravo un bel 10 e lode
Il 29 Aprile 2007 al Teatro Tenda montato a Piazzale Clodio (Roma), ho potuto assistere allo spettacolo di Roberto Benigni. Il montato si riferisce al fatto che questo "Teatro Tenda" in realtà non è una struttura fissa, ma un tendone che viene di volta in volta ricostruito, anche a seconda dello spettacolo che sarà ospitato. Per il monologo di Benigni, è stata allestita una struttura alta 18 metri, larga 50 e lunga 105, per una capienza di circa 4mila posti e una superficie complessiva di 5 mila metri quadrati.
Non sono mai stato particolarmente amante di Benigni, e nel celebre "Non ci resta che piangere" preferivo sicuramente Troisi, anche più vicino alla mia centro-meridionalità. Ma devo dire, che ho apprezzato e tanto, alcune delle ultime cose che ha fatto. Per capire, non mi ha mai fatto ridere gran che', e non sono mai stato uno di quelli che gridava "..quanto è grande..." semplicemente, se toccava i genitali di qualcuno, o se scomposto si arrampicava sulla testa della gente. Eppure, quanto è stato emozionante sentire il suo nome alla festa degli Oscar (...dopo di che' è salito sul capo del vicino...).
Poi c'è stata la Vita è Bella, che è un film che per quanto ci si sforzi, non si riesce a non fartelo piacere.
Ma sopratutto sono rimasto impressionato dalla Tigre e la Neve, che è un film pieno di poesia, nella quale Benigni è straordinario e la moglie, che proprio non sa recitare, fortunatamente sta in coma per quasi tutto il film. Da lì anche io ho cominciato a pensare alla grandezza dell'uomo.
Veniamo allo spettacolo che dura circa due ore e mezzo. Benigni inizia con una parte di chiacchierata a ruota libera, anche se è tutto più o meno scritto, parlando di politica, di Berlusconi in particolare, ma anche di tanti altri compreso Prodi e Sircana. Molto divertente questa esibizione, sopratutto l'imitazione di Storace, una serie di parolacce a mitraglia.
Nella seconda parte inizia il cuore dello spettacolo è cioè la disamina del quinto canto dell'inferno della Divina Commedia di Dante. Dante e Virgilio entrano nel secondo cerchio dell'inferno, dove sono puniti i lussuriosi. E' il famoso canto in cui vi sono Paolo e Francesca. E' qui che cominciano i brividi. Benigni conosce il canto a memoria, leggendo solo come traccia, ma sopratutto comincia a raccontare, e ad esprimere la sua passione per questa suprema poesia nella quale si tratta di passione. Per chi possa per un attimo pensare, ad un qualcosa di noioso, dico solo che i minuti volano, e ti chiedi perchè mai Dante non facesse lo stesso effetto sui banchi di scuola. La risposta è che dietro quel leggio c'è qualcuno che ama Dante e che sa trasmettere il suo amore, lo sa fare parola.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona
Nelle spiegazioni date da Benigni dei versi del Sommo Poeta, mi hanno colpito molto i continui riferimenti al Vangelo. Molti dei versi della Scrittura venivano recitati a memoria, e l'impressione è stata di un'approfondita frequentazione e conoscenza del testo.
Dopo aver spiegato verso per verso, nella sua maniera, nell'ultima parte dello spettacolo, Benigni recita tutto il quinto canto a memoria, e risentendo quei versi, ti ritornano le sue spiegazioni, e l'immagine dei due amanti travolti dalla passione perdutamente per l'eternità. Applausi meritati.
Lo spettacolo a Roma era stato programmato inizialmente dal 20 al 29 Aprile 2007, ma dato il grande successo, ha visto una serie di repliche non programmate.
Con i biglietti acquistati il primo giorno della prevendita sono andato con la mia ragazza a vedere lo spettacolo del mio idolo assoluto, Roberto Benigni, al mazda palace di Milano.
Ovviamente c'era il tutto esaurito, tanti personaggi noti (tra cui l'unico degno di nota era celentano, per il resto addirittura 2 delle sue vittime preferite, fede e la zanicchi...), ma onestamente la cosa mi ha interessato molto poco visto che il mio unico scopo era vedere lo spettacolo del mio mito...
L'inizio dello spettacolo è preannunciato dal solito gingle iniziale che contraddistingue qualsiasi spettacolo di Benigni da decenni, con la sua solita entrata saltellante ed allegra...
La prima parte è tutta dedicata all'attualità, ed essendo questo uno spettacolo che Benigni ha portato in tutta Italia per mesi e mesi è praticamente cambiato di tappa in tappa, ad ulteriore dimostrazione delle grandi doti di Roberto.
Ovviamente si spazia dall'attualità (vallettopoli & corona quella sera), alla politica, con gli immancabili riferimenti a Berlusconi ed Emilio Fede; alcune battute per chi lo segue assiduamente come me sono ormai conosciute ma le azioni di queste persone effettivamente offrono sempre nuovi spunti comici...
Vi è poi una parte sul suo paese natio, Vergaio, anch'essa molto spassosa...
Già in questa parte ogni tanto vengono inserite delle citazioni altissime, dal Vangelo alla Bibbia ai grandi poemi dell'antica grecia, ed è proprio qui che risiede la grandezza di questo poeta, saper parlar di vallettopoli di berlusconi e d'improvviso citarti a mente l'iliade l'odissea o un vangelo, recitandoli in maniera divina...
Il passaggio a Dante è graduale, vi è una sorta d'introduzione al personaggio ed al contesto, ovviamente fatta in maniera tutta particolare, alla Benigni insomma...
Il canto che ha trattato è quello dei lussuriosi, ovviamente dell'inferno: qui egli comincia terzina per terzina a spiegare, guidato da una passione ed uno stupore emozionato che trasudano dal tono della voce e dal brillare degli occhi, ogni vicenda narrata ogni personaggio ogni rima, vieni rapito da questo racconto fantastico tanto lontano dalle noiose parafrasi liceali...
Il suo stupirsi di tanta bellezza narrativa è autentico ed è proprio questa la ragione per cui lo spettacolo risulta tanto riuscito nonostante tratti un argomento che al pubblico di massa potrebbe apparire noioso come la parafrasi di Dante, è la passione che lo guida, e se a questa uniamo un talento incredibile la miscela è quasi magica...
Il tutto si chiude con un cambio di luci, che divengono rosse ed illuminano tutto il palco, mentre Benigni comincia a recitare tutto il canto che ha spiegato a memoria, con una commozione finale che ti tocca dentro....
Che dirvi, una emozione per uno spettacolo teatrale difficilmente eguagliabile e la conferma di una persona dotata di un talento raro ed eccezionale....
Bè.. dovevo farlo questo omaggio a R. Benigni ... non so quale aggettivo usare ...commovente ..toccante ...bravo ..fantastico ..umano ..
non me ne perdo una di queste puntate di "Tutto Dante" .. peccato vadano in onda tardi ( ore 23,00 a parte la prima ).
Chiarisco che sto parlando della trasmissione televisiva , c'è invece chi ha fortunatamente potuto vedere Benigni in diretta a Teatro o in piazza.
Per chi non sapesse ancora di cosa si tratta sono puntate di un' ora circa o poco più in cui Benigni legge e commenta canti della Divina Commedia. Quest' opera è stata studiata da tutti a scuola , ma un ripasso non fa certo male, non tanto per la grande poesia che c'è nell' opera ma quanto per i messaggi che vuole trasmetterci. Questi messaggi li si assorbono proprio meglio da adulti e non certo da distratti adolescenti .
Benigni , nella puntata, legge e contemporaneamente commenta e cerca di illustrarci i messaggi che escono dai canti che lui ha scelto di leggerci e lo fa da pari suo, col suo stile gioioso, sincero, appassionato. Negli ultimi minuti della puntata recita a memoria tutto il canto che ha prima commentato.
Lo spettacolo di Benigni ( in questo caso in TV ) .. non è cultura in sé per sé, ma ha il pregio di trasmettere importanti messaggi alla nostra coscienza .Perchè Benigni mi attrae in queste trasmissioni .. ? Bè .. sono stati fatti già profondi commenti da giornalisti e pensatori ed è stato chiaramente esposto che, soprattutto in questo programma miracolosamente ideato, Benigni riesce a... giungere fin nell' intimo dell' animo umano .. a metterci pace nel cuore .. a scaldarci il cuore ..e a farci pensare al vero significato della vita . Non credevo che si potesse potuti arrivare a contenuti così profondi e cristiani ..invece ..sì.. e i contenuti sono attuali... ! Non sono di 700 anni fa .. !
Queste cose che riesce a fare sono preziose perchè pochissimi altri personaggi del mondo della cultura o dell' arte riescono a fare ciò che riesce a fare lui ...
Le emozioni che riesce a suscitarci e i pensieri che fa nascere dal nostro cuore sono proprio quelli che ci mancano nella nostra vita quotidiana frenetica stressata... oggi non ci si commuove più ..!
In più nella Divina Commedia ci sono contenuti cristiani, sul significato della vita e Benigni riesce a illustrarceli in un modo meraviglioso .
Dei vari episodo della "Commedia" descritti in queste puntate .. ora me ne vengono in mente solo due ( ho scritto l' opinione di getto .. ) ..
Nel canto del Paradiso c' era la misteriosa visione di Dio .. e.. Dio non è una cosa che si guarda ...non ha le sembianze di un uomo .. Dio è .. amore ...
Nella puntata di ieri sera ..( inizio della "Commedia" e incontro con Virgilio) .. c'è la descrizione di 3 animali ( allegoria = peccati ) .. un elegante-sinuoso leopardo ... un leone ... una affamata lupa ...
Il leopardo è la lussuria ( nel senso di tutti i peccati carnali ... gola ..e... lussuria stessa . ) .. il leone, che camminava a testa alta, è la superbia ... la magra ed avida lupa ..è l' avidità ..sia nel senso di avidità di averi-denari sia avidità di .. potere ... dicevano Benigni e Dante .. e .. "" dopo il pasto aveva ancor più fame di prima "".... quando quel peccato prende qualcuno di noi .. non lo lascia ... più si ha ( sia in beni che in potere ) .. più si è avidi ..e... si vuole ancora ...
Benigni ci spiega persino che i primi due peccati non sarebbero oi neanche tanto gravi .. insomma non fra i peggiori .. ma il terzo ( avidità di averi e di potere ) ( la lupa ) .. è uno dei peggiori ...
L' unica piccolissima pecca ( perdonatissima) .. che si nota subito è una lieve esagerazione di simpatia che Benigni ha ( come toscano) .. verso Dante considerandolo ..il sommo ( ..sì.. giusto..).. il solo .. il migliore di tutti i tempi .. Ad. es. nella puntata di ieri sera il discorso va a finire anche su un altro toscano .. G. Galilei ... e Benigni quando parla dei toscani ..si esalta ...
Bè ..a me , marchigiano, facendo lo stesso peccato.. mi viene in mente un certo .. G. Leopardi ..( ..""e m' è dolce navigar in questo mare"" )...ce ne sono fortunatamente ... tanti ..altri, nella storia, di magnifici personaggi ... italiani ...( Benigni fà anche l' elogio dell ' Italia )
Ce ne vorrebbero di queste trasmissioni ... !!
Dante in TV. Ovviamente, i puristi storcono il naso.
Capita di sentir dire che Benigni non è Gassman (padre) o Carmelo Bene (figlio). Sai che scoperta.
Sgarbi (il più narcisista dei mattatori) si è messo pure lui a recitare Dante in piazza.
Sermonti, lo recitava in chiesa.
Diciamo pure che le critiche si dividono in due tipologie:
le critiche del primo tipo sono infastidite (più o meno apertamente) che Dante sia volgarizzato
le critiche del secondo tipo sono infastidite dalla recitazione di Benigni.
Non ho la competenza tecnica per giudicare il Benigni "dicitore", ma mi pare che i critici tendano a dimenticare che Dante era e voleva essere "volgare".
Sin dai tempi del "De vulgari eloquentia" Dante voleva mostrare "ciò che potea la lingua nostra" e, lui vivo, la Commedia era un Bestseller.
Ci sono a, proposito, diversi episodi, veri o inventati.
Si narra, per esempio, che, un giorno, mentre, esule, passeggiava in una via di non so più quale città, l'Alighieri sentì un fabbro recitare, storpiandoli, alcuni passi del poema.
Entrò allora nella bottega e prese a martellare pentole, tegami casseruole, etc., al che il fabbro gli chiese, cercando di fermarlo: "Perchè rovini quello che ho fatto?". E Dante: "E tu, perchè rovini quello che ho fatto io?".
Un poema nato, dunque, per il "volgo" e che Benigni ha restituito al Volgo.
Certo, il suo recitare non avrà la purezza dei maestri del palcoscenico (mi fido del giudizio dei competenti), nè il suo commento avrà la profondità di un triplice apparato di note a piè di pagina.
Dietro, però si vede con facilità uno studio approfondito e, davanti, un amore quasi carnale, campanilistico, per il poema.
Senza contare che, accanto ad una buona dose di furberia, va riconosciuta a Benigni una bella misura di coraggio.
Rischiare la propria figura di comico per far conoscere Dante dev'essere stata una decisione meditata (senza contare che, l'avesse letto qualcun altro, Dante manco sarebbe finito in TV se non ad ore antelucane).
Di qui il dubbio se si ascolti Dante oppure Benigni che legge Dante.
Senza contare, ancora, che l'impresa del noto attore giustifica una lettura passionale, fisica, patetica (nel senso etimologico) del testo.
Forse più facile, ma, verrebbe da dire, per fortuna più facile (quanto più se qualcuno riprende in mano, di sua volontà, il testo).
E poi, come dimenticare il sublime "Inferno di Topolino?!".
Straordinario pezzo di televisione, devo dire così perché l'ho visto attraverso quest'aggeggio "infernale" (mai aggettivo fu più appropriato), ma Roberto Benigni ha dato ancora una volta mirabile prova di artista, di uomo, di attore, di conoscitore dell'animo umano; menestrello irriverente e dissacratore fino a pochi anni fa, quando la mia nonnina nel vederlo apparire sullo schermo esclamava: "oglioco o' fetente" cioè "eccolo, il fetente" dove fetente stava per "irriverente"..., ora riesce a coniugare il suo spirito sempre irriverente e satirico con lo spirito "divino" da cui attinge per spiegare ai comuni mortali i versi "alti" del Sommo poeta.
Sono felice per gli ascolti raggiunti perché vuol dire che la popolazione italiana non è composta soltanto da quelli che si fossilizzano davanti alle soap o ai reality, perché se c'è ancora sensibilità per accogliere la poesia, credo ci sia anche per altre cose importanti come la solidarietà, la comprensione per il prossimo, la cultura che non è sterile ma viva e modo per aprire la mente e il cuore.
Memore della Divina Commedia soltanto dai banchi di scuola, sono stata sorpresa e felice di riscoprirla con Benigni, di scoprire la sua grandezza, e il motivo per cui l'appellò "Divina" il Sommo Dante, divina non solo per il sacro argomento ma per i versi immortali, meravigliosi, musicali, perfettamente costruiti di cui è composta, quasi incredibile che un essere umano sia stato capace di creare ciò. Ecco, forse divino è stato lo spirito infuso in Dante dal "Dio dell'universo" per permettergli di partorire un sì fatto poema; e si capisce perché Benigni abbia a profonder tanti elogi all'umana razza e alle sue infinite e meravigliose capacità dopo esser stato così intimamente scosso e commosso dalla sua lettura. Come scossa e commossa sono stata anch'io e "come vedi ancor non m'abbandona" visto che ho preso a scrivere in modo più gentil e quasi poetico...
Sto imparando a memoria il quinto dell'Inferno, è meno difficile di quanto pensassi, sicuramente perché ho assimilato la spiegazione di Benigni e le sue divagazioni così appassionate che mi hanno fatto amare i versi come non mi era mai capitato con i professori. Poveri professori! E povera Divina Commedia! odiata da tanti studenti costretti ad imparare quei versi ostici per strappare il sospirato "sei". Quanti studenti avranno pensato in questi giorni: "Avessimo avuto un professore come Benigni!".
E' d'uopo citare qualcuna delle appassionanti "arringhe" del "sommo" Roberto: nel parlare degli ignavi ha sottolineato l'indifferenza che a volte può essere peggio delle cattiverie, "saltare sulla barca del vincitore" voltarsi sempre dall'altra parte...; momento stupendo quando ha parlato delle frasi che si dicono quando si è innamorati (momento che a detta sua, e come dargli torto!, così intimamente tumultuoso che se durasse più di quanto dura, ne moriremmo), frasi come "ti ho aspettata da sempre" che Benigni mette a confronto con l'aver aspettato da sempre Maria da parte di Dio che aveva bisogno di un "si" libero di una donna per generare il suo Figlio Gesù:
"…e Dio VERAMENTE l'aveva aspettata da sempre Maria!dall'eternità!"
Oppure quando ha spiegato il verso celeberrimo "amor ch'a nullo amato amar perdona" facendo un parallelismo con Vangelo secondo Giovanni (chiedo scusa a Benigni se mi permetto di correggerlo ma trattasi del Vangelo di Luca, ma glielo si può perdonare!) quando l'emorroissa si trascina tra la folla per toccare il mantello di Gesù e quando ci riesce Gesù sente che automaticamente una forza è uscita da lui, e Benigni ci dice che quella forza è l'amore che la donna provava per Gesù e che le è stata restituita in egual misura, salvandola all'istante: come una legge naturale, divina, secondo cui non c'è amore che non venga ricambiato, non c'è amore sprecato. Una certezza confortante per tutti noi. Apice del canto è la struggente storia tra Francesca da Rimini e Paolo Malatesta, io certo non oso commentarla ulteriormente perché non potrei fare meglio di Benigni che con la sua appassionata lettura e spiegazione ha bagnato le mie gote, talmente era accorato il suo dire e pieno di particolari; rendendomi quasi familiari i due protagonisti...scaturisce profonda pietà per loro, per il loro amore, per la loro prematura fine. Al verso "mentre che l'uno spirto questo disse, l'altro piangea" ero già bell'e cotta, e quando Dante cade "come corpo morto cade", cado con lui in un profondo miscuglio di sentimenti ed emozioni; così come Benigni alla fine della lettura (anzi decantazione, visto che ha detto tutto a memoria) è stato sopraffatto dall'emozione e si è dovuto fermare un istante prima di concludere.
Standing ovation per lui e per Dante.
Standing ovation per Roberto Benigni, per la sua passione, la sua trasparenza, la sua umanità, il suo genuino tentativo di trasmettere qualcosa di importante agli altri, e credo che ci riesca benissimo.
Aspetto con ansia giovedì prossimo per ascoltarlo ancora.
Tutto è cominciato in modo assai rocambolesco e senza possibilità di scelta: una sera la mia ragazza mi vede e mi dice "tu vieni a vedere Roberto Benigni che fa TUTTODANTE… non sono ammessi rifiuti!". Come avrei potuto rifiutare quindi una simile offerta? Probabilmente la risposta sta nel fatto che non era proprio un offerta, ma una vera e propria imposizione… ma Benigni mi era sempre stato simpatico e vederlo dal vivo era un occasione che non potevo lasciarmi sfuggire.
Così è cominciata la nostra avventura (mia e della mia ragazza) nei confronti della tappa bergamasca di Roberto Benigni nel suo spettacolo satirico-comico-culturale TUTTODANTE..
TROPPO SUCCESSO… L'ORGANIZZAZIONE RISCHIA IL PATATRACK!