Dettagli Recensione
Molto scorrevole!
"Erano appena entrati quando furono avvicinati da una giovane fanciulla che con una brocca d'oro e un bacile d'argento offrì loro dell'acqua di fonte affinchè si detergessero il viso dalla polvere del viaggio. Subito dopo vennero inviati a immergersi in due vasche di pietra ben levigate dove altre quattro ancelle provvidero a lavarli, a massaggiarli e a cospargerli di unguenti, per poi rivestirli da capo a piedi con candide tuniche e ricchi mantelli di lana."
Dove sono finiti questi bei tempi? quando l'accoglienza di una persona era un dono a Zeus?
Nelle opere di Omero, che siano esse una traduzione minuziosa dal greco o un racconto di un filosofo, le donne statisticamente sono tutte delle strafighe pronte a lavarti e ad ungerti d'olio, per non parlare di quando capiti sfortunatamente in una dea ninfomane.
Ed oggi invece? Ah! come siamo messi male!!
Riflettendo: non aveva ragione Schopenhauer nel " L'arte di trattare le donne" ??
(chiusa parentesi)
266 pagine possono averle qualsiasi testo, ma sono ben pochi quelli dove una volta iniziata la prima ti ritrovi in un batter d'occhio alla metà e subito dopo alla fine.
La scorrevolezza è impressionante, si ha l'impressione di essere in compagnia di un parente che ti guida nel viaggio di Ulisse inserendo, qualora ci sia bisogno, informazioni utili riguardo all'Iliade ed ai numerosissimi rapporti di parentela tra i personaggi.
Il racconto di De Crescenzo è ricco di citazioni dalle traduzioni testuali dell'opera, alcune fatte da lui medesimo, questa caratterista è fondamentale nel rendere il lettore consapevole che pur essendo un racconto non ci si allontana mai in considerazioni prive di fondamento.
Raccontarvi dell'Odissea non rientra nell'obiettivo della recensione ma non posso non invitarvi a leggere il libro inserendo questa citazione:
" Laddove si narra come Ulisse, impossessatosi dell'arco fatale, uccida tutti i pretendenti e buona parte delle ancelle infedeli. Aiutato in questo da suo figlio Telemaco, dai guardiani Eumeo e Filenzio e soprattutto dalla Dea Atena.
Noi cristiani, cresciuti nell'ideologia del perdono, questo ventiduesimo canto non lo dovremmo nemmeno leggere. Già dalle prime righe, infatti, ci si rende conto che il < perdonismo > non doveva essere molto di moda a quell'epoca. Ulisse non si limita a uccidere tutti quelli che in qualche modo lo hanno oltraggiato, infierisce anche su chi ha partecipato ai bancetti e alle orge, e quindi anche sui servi, sugli aedi e sulle ancelle. Soprattutto su queste ultime in quanto compagne notturne degli odiati pretendenti. Prepariamoci, ordunque, a nuotare in un mare di sangue."
Interessante inoltre, è lo spunto riflessivo di De Crescenzo su come considerare personalmente Ulisse in base alle sue azioni nell'Odissea ed in altre opere minori. Racconti aggiunti come appendice alla fine del testo. Per non parlare del canto bonus!!
Buona lettura!
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Commenti
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Perchè quella frase ho dovuto rileggerla.. ahaha
ma se metti le virgolette < e > doppie non inserisce nè il testo nè le virgolette
Credo sia divertente!
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