Poesia Poesia straniera Tutti gli anni buttati via
 

Tutti gli anni buttati via Tutti gli anni buttati via

Tutti gli anni buttati via

Letteratura straniera

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Ci sono innanzitutto i luoghi: i bar di terz'ordine, le logore stanze di logori motel, gli ippodromi e le sale per le scommesse, le strade secondarie, i vicoli. E poi ci sono naturalmente gli uomini e le donne che popolano questi luoghi: e sono quasi tutti esseri umani sconfitti, abbattuti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi e poi tragicamente derisi. Ma più forte e intensa di ogni altro luogo e di ogni altro uomo, c'è la voce del poeta che li racconta: Bukowski non tradisce il suo mondo, non abbandona i disperati al loro destino; anzi, la sua voce suona sempre come la voce del loro riscatto.



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Tutti gli anni buttati via 2018-01-17 18:18:59 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    17 Gennaio, 2018
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"...e io dissi: sono un poeta..."

Sono poesie ( 50 ) con traduzione a fianco, tratte dall’editore Guanda da due raccolte, la prima
“It Catches My Heart in its Hands” (1955-1963), la seconda “Crucifix in a Deathland” (1963-1965),
composte dall’autore in età matura, poco prima e poco dopo i quarant’anni, quando la sua vita si stava assestando e cominciava a guardare il mondo e la gente attorno con aria apparentemente distaccata, ora sorniona e sarcastica, ora disperatamente partecipe, ben conscio che la vita avrebbe potuto riservargli forse altre compagnie, con meno ipocrisia e più verità. Ed ecco i quadri di un’umanità priva di valori autentici, che si trascina stancamente da abitazioni fatiscenti a bar di terz’ordine, da ippodromi dove cavalli male allenati si sfiancano per movimentare scommesse truccate a giardini e motel ospitanti i poveri e gli sconfitti dalla vita… Bukowsky sembra provare pietà per gli sconfitti ed i reietti, lontani dai successi effimeri, ed alza la sua voce quasi a consolarli proprio in quegli anni in cui sembrava affondare il sogno americano. Il mondo degli ultimi è stato per anni il suo mondo, e non c’è penna che sappia descriverlo meglio. La macchina per scrivere e la bottiglia sono la salvezza del poeta, per altri, per i più il vivere è una sequela di sconfitte senza appelli e senza redenzione. Memorabile il suo ricordo di Marilyn Monroe, dimenticata “come un fiore appassito e gettato via”, o di Borodin la cui moglie “usava le sue composizioni per rivestire la lettiera del gatto”, o ancora dei tori morti nelle corride allorquando “nulla è morto… e lo schifo finale è il mondo”, oppure ancora dei vecchi operai, “canuti e inutili” che vengono mandati in pensione(“outside”!), consumati da anni di fatiche e di sacrifici… E che dire della sarcastica “they, all of them, know”, un interminabile elenco di “chiedi” a questo o a quell’altro e “tutti loro ti diranno: una moglie collerica alla balaustra è molto più di quanto un uomo possa sopportare”.
Grande Bukowsky, canzonatorio e ironico: una vita spesa a osservare e cercare di dimenticare un mondo che, forse, non lo ha mai compreso appieno.



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Le poesie ed i romanzi di Charles Bukowsky.
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Tutti gli anni buttati via 2013-04-10 12:04:14 CatehEffy
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CatehEffy Opinione inserita da CatehEffy    10 Aprile, 2013
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UN VECCHIO POETA.

Bukowski Bukowski Bukowski. Come trovare definizioni per una persona tanto cruda come lui? "Tutti gli anni buttati via" è una raccolta di poesie divise in anni. Poesie lunghe, poesie corte. Poesie piacevoli o poesie crude. Insomma poesie buttate su di un foglio così come vengono senza tenere conto del lettore che leggerà quel determinato libro. E' proprio questa la caratteristica che amo di Bukowski, la sensazionale capacità di stendere su di un foglio le idee,pensieri e parole come vengono, che siano crude,forti,volgari,profonde o superficiali.
Libro piacevole, l'ho finito in mezza giornata :)

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