La gioia di scrivere
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Riconciliamoci con la poesia
In questo mese di marzo, dedicato alla poesia, vorrei scrivere due parole per ricordare la grandissima poetessa Wislawa Szymborska. Soprattutto vorrei utilizzare questo spazio per dare risalto e un minimo di visibilità alle sue imperdibili poesie. Come affermò qualche anno fa Roberto Saviano in una nota trasmissione televisiva, Szymborska “è una poetessa che rimette al mondo le parole”, è una poetessa che riesce a farti riconciliare con la poesia. Sono completamente d’accordo.
Leggiamo poesie per farci suggestionare dalla musicalità, dal ritmo, dalla particolarità delle parole, per farci trasportare, dalla parola scritta, attraverso un percorso di sensazioni ed emozioni, in territori di riflessioni e conoscenza nuovi.
A volte tuttavia bisogna riconoscere con onestà che la poesia può allontanare; quando le parole entrano in una torre bellissima, originale ed architettonicamente perfetta ma dove è vietato l’accesso a tutti, eccetto a quei soliti due o tre che hanno la fortuna di abitarci, quindi l’unica possibilità è ammirare la torre da un luogo lontanissimo, se riesci a scorgerla sei fortunato. Ecco, le poesie di Szymborska sono esattamente il contrario. Le poesie di Szymborska sono una casa accogliente e confortevole che ti invita ad entrare, ti invita a restare e a usufruire di tutte le sue comodità.
Quando una poetessa riesce a scrivere con semplicità ed ironia di temi grandissimi, riuscendo a dire quasi sempre qualcosa che ci tocca in profondità, soprattutto facendosi sempre capire, a quel punto quella poetessa compie il miracolo: ti riconcilia con il desiderio di leggere poesie. Quindi, prendete questa raccolta, apritela e leggete. Leggete e riconciliatevi con la poesia. Leggete e riprendetevi la meraviglia, l’emozione, la suggestione e la riflessione che sa dare leggere poesia.
“Qualche parola sull’anima
L’anima la si ha ogni tanto.
Nessuno la ha di continuo
e per sempre.
Giorno dopo giorno,
anno dopo anno
possono passare senza di lei.
A volte
nidifica un po’ più a lungo
solo in estasi e paure dell’infanzia.
A volte solo nello stupore
dell’essere vecchi.
Di rado ci dà una mano
in occupazioni faticose,
come spostare mobili,
portare valigie
o percorrere le strade con scarpe strette.
Quando si compilano moduli
e si trita la carne
di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni
partecipa a una,
e anche questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio.
Quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno alla chetichella.
E’ schifiltosa:
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari la disgustano.
Gioia e tristezza
non sono per lei due sentimenti diversi.
E’ presente accanto a noi
solo quando essi sono uniti.
Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente
e curiosi di tutto.
Tra gli oggetti materiali
le piacciono gli orologi a pendolo
e gli specchi, che lavorano con zelo
anche quando nessuno li guarda.
Non dice da dove viene
e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che
così come lei a noi,
anche noi
siamo necessari a lei per qualcosa.”
Indicazioni utili
Superbo Stupore!
Queste bellissime poesie spaziano, con eleganza e intelligenza, i temi più disparati quali l’amore, la bellezza, la meraviglia, la morte, la guerra, il comunismo, il disincanto umano e lo stupore per la vita stessa. L’ironia e l’arguzia sono gli ingredienti principali della sua poetica, mai ordinaria né schematica anzi innovativa e vivace. I suoi versi avvolgenti e profondi, donano al lettore una visione del Mondo innovativa e geniale e lasciano quasi sempre a bocca aperta. Insomma adatto a tutti coloro che vogliono imprimere il tempo nella propria anima.
Indicazioni utili
STUPORE
E’ arduo per il lettore italiano penetrare i segreti dello stile-e le allusioni a un preciso contesto- di un corpus poetico in polacco, tuttavia se l’acqua è limpida il fondale lo si intravede. “La gioia di scrivere” raccoglie testi scritti dalla Szymborksa fra il 1945 e il 2009, pertanto riassume un percorso, poetico ed esistenziale, esemplare: i versi filtrano le esperienza più traumatiche del secolo appena trascorso e di quello appena iniziato, dall’Olocausto all’11 settembre. L’utopia comunista, sposata in gioventù dalla poetessa, è stata smascherata: della“la città da me abitata”scrive”mi frana di dosso pezzo/ a pezzo la cinta muraria”. Il tempo e la storia avviliscono persino il mito e la poesia che lo celebra: Omero “lavora in un istituto di statistica”, dalle virtù profetiche di Cassandra “non ne viene nulla” e di sé dice di essere “Sisifo, incatenato all’inferno della poesia” Tuttavia nel fiume di Eraclito che tutto divora i versi sono pesci dalla “ scaglie fugacemente argentate”, e se cosi è vivere non è una condanna, bensì un miracolo, per quanto effimero concesso a chiunque: basta guardare le cose di tutti i giorni semplicemente per come esse sono, l’amore o una pecora, e persino il “silenzio senza respiro “ della morte è la “ musica passabile” di una “piccola scintilla”. Dalla visione delle quotidianità, scaturisce lo stupore, la felicità di essere parte palpitante di un prodigio senza spiegazioni. E allora si conquista la commossa ironia del “vecchio professore" saggio che tutto ha perduto, ma che non finisce mai di meravigliarsi, guardando il cielo “quando la sera è tersa “ di quanti” punti di vista ci siano lassù”.
Indicazioni utili
A chi è interessato alle letteratura polacca contemporanea e alla cultura dell'est europa ex comunista in generale.