Poesia Poesia straniera L'amore è un cane che viene dall'inferno
 

L'amore è un cane che viene dall'inferno L'amore è un cane che viene dall'inferno

L'amore è un cane che viene dall'inferno

Letteratura straniera

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Raccolta di testi poetici dalla forte valenza narrativa, "L’amore è un cane che viene dall’inferno" è l’America miserabile, clandestina e sconfitta che Charles Bukowski ha rappresentato in tutta la sua opera. È tutti i suoi abitanti: falliti, ubriaconi, giocatori d’azzardo, perdenti di ogni genere... Un’umanità cui lo scrittore guarda con ironia intrisa di disperata partecipazione, con sarcasmo e insieme con la risentita commozione di chi ha avuto le stesse esperienze esistenziali. Un mondo in cui lui stesso compare più volte, vagabondo tra i vagabondi, emarginato tra gli emarginati.



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L'amore è un cane che viene dall'inferno 2020-06-30 21:26:31 Chiara libri.nolimits
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Chiara libri.nolimits Opinione inserita da Chiara libri.nolimits    30 Giugno, 2020
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Poesie per vivere

Per comprendere la genialità di Charles Bukowski bisogna avvicinarsi alle sue opere con cautela e a piccoli passi. La sua scrittura spietata, mordente e ironica, che a me affascina ormai da tempo, farà breccia nel vostro cuore solo se abbandonerete ogni forma di perbenismo e virtuosismo letterario.
Questa operazione è quella che ho compiuto io quando, leggendo i celebri "Post Office" e "Storie di ordinaria follia”, mi sono scoperta sedotta dall'autenticità del suo stile. Motivo per il quale sono approdata alla lettura di una raccolta di sue poesie "L'amore è un cane che viene dall'inferno", pubblicata nel 1977.
L’elemento affascinante di questi scritti è che dietro al suo consueto linguaggio aspro e dissacrante si cela un attaccamento alla vita che emerge così impetuoso proprio perché non te lo aspetti. La crudezza nell’esprimersi fa da scudo ad una ricerca d’amore che irrompe come un grido feroce.
L'autore dà voce a quelli che come lui si trovano ai margini di una società competitiva e insensibile al singolo, che tende all'omologazione delle masse. Bukowski cerca di sopravvivere a questa realtà attraverso una vita fatta di eccessi di alcol, sesso e scommesse alle corse di cavalli.

Se si legge la poesia "Il punto cruciale" si percepisce subito quella che è la sua spietata visione di società.
"..gli uomini non si trattano bene l'un l'altro. il ricco non tratta bene il ricco il povero non tratta bene il povero. abbiamo paura. il nostro sistema scolastico ci dice che possiamo tutti essere dei grossi vincitori. non ci ha detto niente degli sfigati o dei suicidi. o del terrore di uno che soffre in qualche luogo solo senza che nessuno gli parli senza che nessuno lo tocchi.."

Un altro tema cruciale nei lavori di Bukowski, e quindi presente anche in queste poesie, sono le donne che costituiscono per lui una fonte di piacere irrinunciabile, in grado di farlo sentire vivo e in contatto col mondo.
In “Ragazze pulite e tranquille in abiti di percalle...” l’autore sembra dirci che le sue donne sono prostitute sconfitte dalla vita e tra le righe il suo grido d’amore è prorompente.
“...ho bisogno di una donna perbene tanto da sentirne l’odore nell’aria, la sento sotto i polpastrelli, vedo marciapiedi costruiti perché i suoi piedi vi camminino, vedo cuscini per la sua testa, sento la mia risata in agguato, la vedo accarezzare un gatto, la vedo dormire, vedo le sue pantofole sul pavimento. so che esiste ma in quale angolo della terra se le puttane continuano a trovarmi?....”

Bukowski incarna l’idea del poeta maledetto rappresentato nella poesia “Per essere un grande scrittore” dove fornisce a chi vuole intraprendere questo percorso una serie di suggerimenti che nessuno mai avrebbe il coraggio di dare. Fare sesso con un gran numero di belle donne, bere birra, andare alle corse di cavalli “imparando” a vincere, dormire fino a mezzogiorno e, il consiglio più autentico tra tutti, “...se hai la capacità di amare ama innanzitutto te stesso”.

Ma è in “Al lustrascarpe” che luci e ombre si fondono in una poetica commovente. “Il dono”, scrive Bukowski, è “avere una figlia più gentile di quanto tu non sia, il cui sorriso sia più buono del tuo..”. La pace nasce dal guidare una macchina lungo le strade, sotto al sole, ascoltando in sottofondo la melodia di una canzone alla radio. Gli atti di gentilezza gratuiti ed inaspettati ti aiutano a credere che ci sia qualcosa dopo la morte, così come vedere un vecchio lustrascarpe che dopo aver perso tutto in feste e donne “..sospira, soffia sul cuoio, lavora di straccio alza gli occhi e dice: che diavolo, per un po’ ho avuto la vita in pugno. meglio di niente”. Il testo diventa un inno alla vita che, per quanto dura e incomprensibile possa essere, ci tiene ancorati ad essa lasciandoci intravedere uno spiraglio di speranza.

Durante la lettura di queste poesie non sono stata sola. Bukowski è sempre stato al mio fianco ad osservarmi con quel suo sorriso amaro e penetrante, mentre mi accompagnava nell’esplorazione del suo mondo.


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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Post Office", "Cronache di ordinaria follia", "Pulp", "Sull'amore ", "Taccuino di un vecchio sporcaccione "
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