E' flebile la mia voce e altre poesie
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LA POESIA IMMORTALE DI ANNA ACHMATOVA
Quello di Anna Achmatova è uno dei grandi nomi della letteratura russa del secolo scorso, nonché di quella a livello internazionale. La sua poesia, così autobiografica e pregna di dignitoso dolore, conduce nelle ferite profonde inferte alla Russia dal regime sovietico. Lei stessa - come moglie, madre e artista - patì in prima persona l'oppressione della terribile epoca staliniana.
Nata presso la città di Odessa nel 1889, l'Achmatova, di nobili origini familiari ed estremamente colta, si mosse in seno al movimento letterario russo acmeista insieme al marito Nikolàj Gumilëv, padre del suo unico figlio, Lev, e giustiziato nel 1921, tre anni dopo la loro separazione. La vita familiare dell'Achmatova sarà segnata anche da altri arresti e detenzioni (anzitutto, quelli del figlio negli anni Trenta); malgrado la lunga censura, il trasferimento in Uzbekistan durante il secondo conflitto mondiale e le gravi difficoltà economiche (era stata privata della tessera alimentare) non lasciò la patria, vedendosi "riabilitata" soltanto a partire dalla metà degli anni Cinquanta. La morte giungerà nel marzo del 1966.
Questo bellissimo volumetto delle Edizioni Via del Vento, a cura e traduzione di Paolo Galvagni, era già stato pubblicato nel 2012; in anni recenti ne è stata proposta una nuova edizione ampliata che si rivela una pubblicazione di gran pregio che conquista il lettore, ponendosi eventualmente come ottimo punto di partenza per scoprire l'autrice in questione, la cui voce, per quanto flebile, è ben forte e vive ancora.
I versi dell'Achmatova, diretti e di efficace concisione, testimoniano un lungo, travagliato percorso; da essi emergono vivide immagini che si stagliano su sfondi ora di gelo e neve ora di colori più intensi che però sembrano spesso evocare la morte. Del resto, "[...] tutto era in lutto, tutto avvizziva per le sventure,/ ed erano fresche solo le tombe."
La morte del poeta
S'è azzittita ieri la voce irripetibile,
ci ha lasciato l'interlocutore delle selve.
Si è tramutato nella spiga che dà la vita
o nella sottilissima pioggia, da lui cantata.
E tutti i fiori, che esistono al mondo,
sono sbocciati incontro a questa morte.
Ma è subito calato il silenzio sul pianeta
che porta un nome modesto... Terra.
(1957)