Pregiudizi della libertà
Letteratura italiana
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Riflessioni e ironia
Già ho scritto una recensione di un libro di aforismi (Frecce e pugnali, di Nicola Vacca) e in un certo qual senso mi stupisce, senza sorprendermi però, che anche Roberto Morpurgo abbia avuto l’idea di mettere a disposizione dei lettori le tante riflessioni che caratterizzano la vita di un poeta che ama osservare il mondo, nelle sue linearità, ma anche nei sempre più emergenti controsensi.
Secondo me, per far questo occorre soprattutto una buona dose di ironia, perché temperare quelle che sono le nostre più marcate reazioni di fronte ai comportamenti umani ci consente di vivere sorridendo sulle nostre miserie.
Amo definire l’aforisma una perla di saggezza, perché in effetti è una riflessione che invita gli altri a fare altrettanto e se è facile leggere una raccolta, perché in fin dei conti ogni pensiero è di poche righe, più complesso è invece considerare l’enunciazione in tutte le sue sfaccettature, perché inevitabilmente potremmo ritrovare qualcosa di noi stessi. Potrebbe essere un dramma, potrebbe essere una sconvolgente verità, ma non lo sarà mai, perché grazie all’ironia ci accetteremo così come siamo, anzi sarà un motivo in più per compiacerci dei nostri difetti, nella presunzione, non infondata, che siano di tutti.
Ci sono aforismi che possono apparire neutri, in quanto semplici constatazioni di fatti evidenti, ma che normalmente non sappiamo cogliere ( Se c’è un esibizionista involontario, è lui il genio, oppure Gli altri ci consegnano a un destino che potremmo anche accettare, se solo parlasse con il nostro accento, o ancora Lo scultore elimina il marmo superfluo, lo scrittore un vuoto eccessivo: il primo crea per sottrazione, il secondo per sovrimpressione);
ma c’è anche il sarcasmo nemmeno velato ( Morire è il solo atto di fede che ogni uomo compia con tutto il suo essere. Perciò è così penoso non potervi assistere: è come se ci convertissimo in contumacia, oppure Con quale coraggio uccidi un tuo simile!?”Con il suo”, o addirittura C’è chi parla come mangia e chi come cucina. Io preferisco il secondo genere di oratore, dato che quando posso mi faccio invitare a cena. )
Insomma, un libro di verità svelate, di ciò che sempre è, ma che non riusciamo normalmente a vedere.
Divertente, ma a volte anche punzecchiante, per certi versi è dissacratore del normale comportamento umano, tanto radicato da essere spontaneo.
Di facile lettura, è la candid camera della nostra esistenza e ci rivela quello che come inconsapevoli attori recitiamo ogni giorno.
Per quanto ovvio, è un libro che vi consiglio vivamente.