Poesia Poesia italiana Oleandri in fiore
 

Oleandri in fiore Oleandri in fiore

Oleandri in fiore

Letteratura italiana

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La nota dominante della poesia di Mirella Cellucci è la nostalgia malinconica unita a una sensibilità intensamente vitale, frutto di un’esistenza provata dall’esperienza del dolore. Esso nasce da una cosciente solitudine interiore e dall’impossibilità di comunicare con chi è vicino solo fisicamente ma lontano spiritualmente. Questo cammino solitario a ritroso nel tempo, quasi un pellegrinaggio nella memoria, si colora delle dolci tonalità dei ricordi della propria adolescenza: la madre, l’amica del cuore, gli struggenti tocchi impressionistici del paesaggio marino e delle strade del borgo natale. Sono immagini che la memoria e la divina arte poetica rendono eterne.



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Oleandri in fiore 2009-01-21 09:22:31 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    21 Gennaio, 2009
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Malinconia nel ricordo

Amo la poesia che esprime malinconicamente i ricordi di un passato e che emergono sfumati, prendono corpo in immagini che, pur essendo reali, sembrano costruite in una dimensione magica, che dona loro il sapore di un bene perduto, riflettendo tuttavia ancora nell’animo le sensazioni che lo stesso sprigionava.

Ecco perché questa breve silloge di Mirella Cellucci riesce a colpirmi fin dai primi versi della poesia che dà il titolo all’intera opera:



Restano

solo ricordi

degli oleandri in fiore



quando il verde del mare

tra le foglie

prometteva smeraldi



……………



C’è un profumo di vita che, benché trascorsa, riesce ancora a materializzarsi nell’animo della poetessa, perché è un patrimonio acquisito, è quella certezza che ci dona la consapevolezza di quanto il nostro passato sia importante per continuare a percorrere la strada dell’esistenza.

Resta, tuttavia, la dolorosa constatazione di come i nostri occhi e il nostro spirito, assuefatti con gli anni e al tempo stesso condizionati dalla temperanza senile, vedano il mondo con minor entusiasmo, come in Tramonto (…./ E’ cambiato / il colore dei tramonti / che accendeva / col rosso delle vampe / l’ansioso andare / della fantasia /…).

Il concetto viene ulteriormente ribadito con Anima mia (Spesso ripenso a te, / anima mia, / a com’eri / a come ti ha cambiato / il tempo /…).

E’ tutto un caleidoscopio di ricordi che riaffiora, mai triste, ma sempre malinconico, come di qualche cosa che si è avuto, si è perso e non si ritroverà più.

E la lirica conclusiva della silloge porta il suono dell’ultima campanella che sembra chiamare a raccolta tutti i ricordi per rinchiuderli nello scrigno del cuore.



Non chiedermi perché

ho chiuso

le cortine della finestra

e ho stretto forte

i pugni nel mio cuore



E’ suonata

l’ultima campanella

e le sue note

hanno l’eco

di una stagione

lunga e bella

che scompare



……………………



E’ una scrittura semplice e notevolmente efficace,

è una lettura veramente piacevole e rasserenante.

Oleandri in fiore è quindi senz’altro raccomandabile.

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