Nel fruscio feroce degli ulivi
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
PERLA RARA
Non è per nulla semplice recensire una raccolta di poesie. Nel mio caso perché sarebbe la prima volta, ma anche perché si varca una soglia particolare. A mio avviso, leggere poesia, significa trovarsi di fronte all’animo nudo del poeta. Percepire la gioia, la sofferenza, la malinconia in maniera così forte e pura da rimanerne a mia volta profondamente toccata.
Chi sceglie di esprimersi attraverso la poesia, sceglie una modalità di comunicazione forte, la parola si carica di significati inaspettati, l’emozione, il vissuto, i sentimenti dell’autore sono il cuore pulsante dei versi, così da riuscire in poche battute, a far entrare il lettore in mondi ed atmosfere unici.
E’ quello che è riuscita a fare Angela Caccia.
Da profana, quale sono, mi sono tuffata nel vero senso della parola, tra i suoi versi, ed ho inizialmente consumato velocemente e avidamente le sue poesie, per poi riprenderle con più calma, assaporandole e consumandole pian piano.
Ho percepito la padronanza lessicale dell’autrice, che sceglie con cura ogni singola parola, gioca con esse, ci si diverte, le intesse come fossero preziosi merletti, i versi sono ricchi di metafore, ed io la ritrovo lì, che quasi gioca a nascondino, ma ne sfioro e percepisco l’essenza…. Importante risalta anche l’aspetto spirituale, meravigliosa la poesia dedicata a Giovanni Paolo II, come altre poesie sono dedicate al terremoto in Emilia, all’uccisione di Falcone e Borsellino:
…” è morto un uomo dipinto di cielo
Che si macchiò di terra
E fu il racconto di Dio.”
Bellissimi i passi che parlano di Angela, del passare del tempo, della natura, dell’alternanza delle stagioni, della malinconia che ogni tanto si affaccia all’orizzonte, dell’amore per un figlio….
….”sei il senso nascosto del mio sorriso
Di parole e pensieri innamorati
…. Quante volte t’ ammanto di me
Sorpresa del mio stesso calore
Quante volte scruto il tuo domani…. (Ancora e per sempre)
“Consevati una lacrima
Dalle un posto importante
Non troppo ampio
O bagnerà i pensieri
Né troppo stretto
Perché non se ne curino….” (Senza voce)
Che dire, mi ha conquistata!
Parole delicate come un petalo di un fiore o pesanti come massi, parole che racchiudono preghiere…
Tante parole, preziose come gemme che mi hanno regalato un respiro nuovo sul mio oggi!
Grazie Angela e grazie Redazione che mi avete dato la possibilità di leggere questo prezioso libro.
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Un’umiltà che è anche grandezza
Il titolo mi ha lasciato un po’ perplesso, poiché sono abituato a riconoscere negli ulivi, nelle loro forme contorte dovute anche alla forza del vento, un albero che nel dimostrare l’attaccamento alla vita infonde anche un senso di serenità, di pace. Come può essere allora feroce il fruscio di queste foglie, sospinte magari anche da una folata impetuosa? Ma la domanda che mi sono posto è sbagliata e leggendo le poesie che compongono questa silloge ho capito il perché, e di questo intendo parlare, discettando sul significato di quel feroce fruscio che è poi un compendio sintetico del pensiero di questa autrice.
Uomo e natura, ma anche natura e uomo, un essere vivente che ne è parte integrante, immerso nella stessa, regolato al pari di alberi, fiumi e perfino di inerti materiali come i sassi da una legge perfetta, per noi del tutto incomprensibile e che perciò ci intimorisce.
E’ per questo motivo che il fruscio diventa “feroce”, quasi apocalittico, con la speranza tuttavia che questo vento ci possa essere amico e di motivi di dubitarne ce ne sono parecchi, visto come l’uomo si atteggia a essere superiore e perfetto, oltraggiando la natura stessa.
Ma sarebbe semplicistico ridurre questa silloge solo a un rapporto con il mondo che ci circonda, poiché gli svolgimenti interessano temi diversi, ma al cui fondo c’è un’intensa vocazione di trascendenza che accompagna la innata spiritualità a una matura religiosità.
E tutto, anche analisi introspettive, si uniformano a questa sostanza, senza la quale tutto scorrerebbe senza che ce ne accorgessimo, ma tutto invece ha un senso e nulla accade per caso, ogni cosa sembra scritta in un libro ignoto, in una commedia della vita di cui siamo protagonisti, interagendo con gli altri, ponendoci quesiti di cui anche la poesia non ha e non avrà mai risposta.
Lo stile è semplice, ma, attenzione, ciò non vuol dire che sia elementare, bensì che Angela Caccia sa perfettamente ciò che vuol dire e questo è esposto in modo chiaro, senza forse virtuosismi, ma anche senza ombre, quelle ombre di cui spesso i versi di altri autori sono infarciti, oscure per loro e ancor più buie per i lettori.
Oggi troppo spesso si producono poesie la cui ermeticità, più che frutto di un’ attenta elaborazione del proprio sentire, è il risultato di un mancato approfondimento, di una cura superficiale, che non offre scampo ai lettori, costretti a interpretazioni dissimili e per lo più astruse.
Non è il caso questo di Angela Caccia, che si propone limpida in un’umiltà che è la sua grandezza.
Nel fruscio feroce degli ulivi è una silloge eccellente, capace di portare a continue riflessioni, ma che s’addentra in punta di piedi nell’animo lasciando un corroborante senso di serenità.
Da leggere, quindi, senza alcun dubbio.