La strada dei colori
Letteratura italiana
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Policromie di vita
Titolo particolarmente suggestivo, questo della silloge della poetessa Lucia Centofanti, pubblicata alla fine del 2018 dalla giovane casa editrice Daimon Edizioni. Una raccolta che, fin dai suoi primi testi, sorprende e cattura il lettore che le si accosta, sussurrandogli il puro e misterioso incanto dell’esistenza che, nonostante tutto, vale sempre la pena di vivere fino in fondo.
“E se la vita ti racconta/ sempre qualche bugia/ non darle torto,/ trattala con rispetto: va a finire che si innamora di te./ E per vivere raccomandati all’istinto,/ così mangia sale e bevi zucchero:/ tutto si scioglie e l’amaro s’ingoia./ Tutto poi può trasmutare in oro,/ in questo modo,/ in questo mondo.”
Come viene spiegato in una nota finale, tra queste pagine sono racchiusi sessanta componimenti che si presentano come un omaggio a due importanti rappresentanti di Sulmona, città in cui la poetessa stessa vive: Publio Ovidio Nasone, che non ha certo bisogno di presentazioni e di cui si è ormai celebrato il bimillenario della morte, avvenuta all’età di sessant’anni, e Arturo Faiella, pittore di pop-art scomparso nel novembre del 2017, il quale, al pari di altri artisti, ha tratto ispirazione, non a caso, dall’opera del celebre autore latino (su internet è possibile ammirare diversi suoi lavori).
Attraverso una delicata scrittura che scandaglia le profondità dell’anima, a tratti meravigliosamente sospesa tra l’onirico e una realtà dove il tempo non si stropiccia né appassisce, la Centofanti sa cogliere il silenzio d’una lacrima che scivola sul viso insieme alla malinconia della pioggia, così come l’immensità di una notte di sogni e stelle cadenti, mentre sorridere alla tristezza, al dolore, persino all’orrore che spesso si scorge in questi nostri giorni, “[…] è l’unica medaglia/ al valore della vita […]”. Dall’avvolgente susseguirsi di queste liriche, una più bella dell’altra, affiorano spiagge e deserti dell’anima sotto intensi cieli di cobalto e nuvole biancolatte, il rosso e il giallo di foglie spazzanti via stagioni intrise di un vento che fa vibrare dolcemente rami carichi di ricordi ed emozioni al sole che scalda la pelle e l’intreccio di pensieri che si perdono e ritrovano “[…] nel mare di un giorno migliore”. Amore, sogni, speranze, rimpianti, luci e ombre dell’anima sembrano farsi palpabili in splendide pagine che parlano al cuore con una sensibilità tutta femminile, senza mancare di scandire, più in generale, i battiti di un’esistenza tra i cui ingredienti inevitabili vi è pure, soprattutto, la sofferenza che invade la fragilità del nostro breve tempo poiché se è vero che in assenza di vita non soffriamo, altrettanto innegabile è che“[…] senza dolore/ non siamo mail nati.” È davvero molto brava l’autrice a dipingere i propri arcobaleni di versi, a dilatare con passione ciò che è finito – come sottolinea la poetessa ed editrice Alessandra Prospero nella sua attenta prefazione – trasmutandolo in qualcosa d’infinito e trattenendo “[…] curiosità e stupore/ di una venticinquesima ora.”
“La strada dei colori” è un libro prezioso, uno di quei libri dove, come spesso accade quando si tratta di poesia, si può anche ritrovare inaspettatamente se stessi agli angoli di versi e parole che si finisce per fare propri, nell’ambito di una incessante condivisione poetica che non smette di emozionare, ricordandoci che la poesia – come scriveva il grande poeta siriano Nizar Qabbani – è, in fondo, “la terra delle emozioni”.
“E la notte accendi una sigaretta/ come ultimo rimpianto,/ ingoi quel fumo di delusione./ Metronomo su un pianoforte/ per scandire il tempo/ quelle note amare. E la notte mescoli il sapore/ di una poesia/ che leggi solo per te./ Il cuore gonfio rumoreggia/ tra i pensieri/ di un mare impetuoso./ Annaspi in quelle onde/ e attendi l’alba.”