La corte dei miracoli
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Aprire gli occhi del cuore
All'inizio, questo libro mi ha fatto pensare che l'autore doveva essere alterato. Forse aveva bevuto troppo assenzio come i poeti maledetti che tanto sembra amare: le sue descrizioni sono surreali, vede persone e luoghi che sembrano distanti dalla realtà, sembra enfatizzare cose irrilevanti e tralasciarne altre importanti.
Ma poi, dopo qualche pagina, il mondo che descriveva diventava sempre più interessante, comprensibile, vicino.
Le piccole cose importanti prendevano una dimensione vicina, vera. Le cose tralasciate non contavano più. Non importava sapere il nome dei personaggi, nè dove si svolgeva la scena: importava la sensazione, il riflesso, il ricordo evocato. Importavano i pensieri più che i fatti, i sogni e le paure, che si facevano di colpo piu' reali di tutto il resto.
Queste poche pagine schiudono un universo magico, una terra di fantasia, di visioni.
E' un libro da non perdere, che sembra capace di commuovere e far riflettere con i suoi racconti brevi, con una immediatezza ed efficacia che tante parole non avrebbero.
Indicazioni utili
Una raccolta di realtà, sogni e magia
Per chi è scritto questo libro?
Per chi cerca un libro diverso.
Per chi vuole sentirsi raccontare qualcosa di insolito, con parole e sensazioni insolite.
Per chi ama la narrazione che è quasi poesia e le descrizioni a mezzo tra la verità piu' cruda ed il sogno.
Per chi non ha paura di sperimentare.
'La corte dei miracoli' e' un libro molto leggero, si compone di poco piu' di cinquanta pagine, ognuna contenente un brevissimo racconto, quasi una fotografia, che ritrae personaggi diversi, scorci diversi di una città popolata da fantasmi, poveri, demoni e santi.
Non ci sono riferimenti geografici, non ci sono nomi neè date: tutto viene lasciato sospeso in un'epoca senza tempo, in un limbo tra veglia e sogno, dove non si capisce mai quale sia davvero il confine tra cio' che l'autore descrive e cio' che invece immagina, tra cio' che vive e vede, e cio' che invece immagina soltanto.
E' questa una scelta deliberata, risulta chiaro sin dalla prima rapida scorsa alle storie: tutte sono studiate per lasciare quel mistero, quell'alone di magia che le avvicina alle favole, elevandole a poesia anche quando si ispirano a realtà di decadenza e bassezza morale.
Il soggetto narrante è l'autore stesso, che racconta in ogni pagina qualcosa che ha visto: di lui si scopre tuttavia ben poco, nonostante questo. La narrazione è oggettiva, infiorata di ritocchi ed accorgimenti tecnici e metrici (ad esempio, ogni racconto termina con due versi conclusivi) ma quasi mai estesa fino ai sentimenti dell'io narrante.
Questo e' un testo che va trattato piu' come una raccolta di poesie che come narrativa.
Come in copertina ci viene consigliato, è un libro da tenersi vicino, magari mentre si viaggia, da cui assaporare un paio di pagine alla volta, con il giusto tempo per goderne e senza leggere di filato tutto fino in fondo. Vanno apprezzati i termini, la costruzione spesso ricercata, spesso inusuale delle frasi e dei paragrafi, che tende, come tutto, a emozionare, toccare, comunicare le emozioni nel modo piu' forte possibile.
Di particolare rilevanza, nell'insieme dei racconti brevi, sono a mio avviso "L'ultimo bacio" e "La corte dei miracoli"( che da il titolo alla raccolta): costituiscono il primo e l'ultimo elemento del libro e sono dotati di una forza evocativa e di un repertorio d'immagini di rara forza e espressività.