Poesia Poesia italiana L'involucro del nulla
 

L'involucro del nulla L'involucro del nulla

L'involucro del nulla

Letteratura italiana

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Dal Simbolismo in poi l'essenza della poesia, il suo obiettivo assoluto, è sempre stato il mistero insito nelle cose. Con l'Ermetismo poi, almeno in Italia, la poesia ha cercato di farsi pura, proprio tenendo presente il discorso sull'assoluto, sull'inespresso: si parlò allora (siamo a metà del Novecento) anche di poesia assoluta. La poesia di Francesco Baldassi si situa in questo alveo, in quella corrente che tanto ha dato alla tradizione italiana contemporanea. I temi fondamentali sono quelli canonici della poesia pura: l'oltre, la vita come consunzione, il tempo che macera, l'amore che salva, e, soprattutto, il nulla, e l'idea che esso sia alla base di tutto.



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L'involucro del nulla 2009-02-27 18:28:13 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    27 Febbraio, 2009
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Il nulla alla base di tutto

La materialità del nulla, intesa ossimoricamente come presenza, è alla base di questa silloge di Francesco Baldassi.

La ricerca interiore sui tanti perché dell’esistenza attuata attraverso un’analisi che lentamente scende in profondità per dare luce al buio assoluto della mancanza di conoscenza finisce per approdare al dubbio, mai risolvibile, che proprio ciò che noi chiamiamo nulla sia il fondamento del tutto.

Il lavoro di Baldassi, prima ancora che poetico, è di natura filosofica e i versi sono la manifestazione attraverso la quale si snoda il percorso cognitivo al cui approdo certo non è possibile arrivare, in una ricerca dell’Assoluto, una sublimazione dell’innata spiritualità spesso ignorata e che si svela, pur non completamente, in itinere (Dammi luce, mio Dio / perché è il suo raggio che tesse / intera la trasparenza del mio sogno / e il cuore e il senso delle cose / che di te altissima / cantano impalpabile bellezza / e l’insondabile sereno / della palpitazione del mistero. /…). E’ un tragitto intrapreso da tanti in un labirintico procedere che finisce con il riportare alla partenza senza risposte certe, ma con una consapevolezza di serenità tale da desiderare continuamente di riprovare (Quiete di dolce intimità. Nel cielo / gli astri travolgono il pensiero / d’essere esposti al vento / siderale. / Il giorno consuma il desiderio / di durare al di là della limitazione / per cogliere perfetta l’espressione / del compimento. / Tra gli alberi raccolti nell’aperto / spazio che modula il sentiero / della sorte, m’abbandono all’alito / del cuore. / In questa transumanza dalla terra / al cielo, stridulo stropicciare di cicale / scorta la vita nel suo percorso estivo / incontro / alla soglia assoluta della serenità.).

Siamo indubbiamente, a livello poetico, nell’ambito della corrente ermetica, la più idonea per sviluppare un discorso filosofico di così elevata concettualità e Baldassi è consapevole che, per scelta e finalità, il mezzo appare il più appropriato per sviscerare, enunciare, proporre quest’opera la cui valenza, sotto ogni aspetto, è fuor di dubbio, raggiungendo livelli di eccellenza che ne raccomandano vivamente la lettura.

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