Il rosso sulle mani dorate
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Tanto,tanto rosso
E’ sempre difficile recensire un libro di poesia:non sai mai da dove cominciare,però hai un’idea precisa di cosa i versi,a mille a mille,ti hanno lasciato.
Suoni di campanelli negli orecchi,raggi di sole sparpagliati ovunque negli occhi e tanto,tanto rosso.
Qualcosa di magico,come aprire una finestra dal cielo e guardare la terra dall’alto,e focalizzare sempre di più una persona precisa.
Leggere questo libro,leggere questi versi,è stato come scavarmi dentro:arrivare fino al punto nascosto di me e riaprire ricordi,emozioni che non sapevo neppure di avere.
Ho creduto,spero di non sbagliarmi,di iniziare un viaggio di “conoscenza” di me stesso,ovviamente immedesimandomi con l’autrice,come se il libro raccontasse la riscoperta dei valori della mia vita.
Credo di non sbagliarmi dicendo che la scrittrice,Federica Ribis,passa da una descrizione quasi cupa della vita,nei primi versi,ad una quasi abbagliante negli ultimi.
Come se la ragazza/bambina/adolescente fosse diventata donna e avesse scoperto come sgarbugliare la matassa:come se avesse imparato a vivere.
In una delle prime poesie dice:
“Non ho più con me la forza,ho solo,/la volontà di dire al mondo e al sole,/ che posso scegliere se nella mia vita restare una,/o continuare a nascondermi nel rosso.”
Per poi arrivare alla penultima a dire:
“Non capitò,più fra i limiti dei mondi,/non contestava le presenze,/amava le rosse,vite.”
Un uso del passato in ogni composizione credo che faciliti l’immedesimazione:sembra quasi che sia il lettore a ricordare,oppure,altra chiave di lettura,come se fosse l’anima a raccontare.
Filo conduttore la bambina,i suoni dei campanelli,e la forza naturale del sole,quasi arrabbiato all’inizio,poi,alla fine, descritto nel suo più grande splendore.
Concludendo, parafrasando gli ultimi versi del libro, “…prese a far uscire tanti mondi,/ dove gli uomini ,correvano e sapevano di vita”.