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Letteratura italiana
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Una poesia semplice, ma efficace
I ricordi riaffiorano quando si arriva a una certa età, in cui è d’obbligo fare un inconscio bilancio della propria esistenza, ed è quel che ha fatto negli ultimi venti anni Agnese Bonini, con una ricerca della memoria sostenuta da una vita improntata ai valori autentici, come l’amore per la propria famiglia, come il saper cogliere il perché dei fatti nel registro naturale che accompagna ognuno di noi. Una vita semplice è stata la sua, anche faticosa, con il lavoro della terra, ma sempre dedita a quella pace interiore che nel sessantesimo di matrimonio le fa scrivere:
Sessant’anni son passati,
come un sogno son volati,
ma ci siamo tanto amati!
È passato qualche temporale,
ma mai ci siam voluti male.
Di futuro non ne è rimasto tanto,
ma non pensiamoci
e restiamo sempre accanto!
E’ una poesia semplice, affidata per il ritmo anche alle rime esterne, ma traspare evidente da questi versi l’appagamento, la soddisfazione di una persona che ha saputo cogliere il vero significato della vita.
La coscienza di essere parte di un ordine perfetto fa sì che la natura, nella sua semplice e imponente bellezza, sia ricorrente nelle liriche (Affacciandomi ai miei terrazzi, / vedo montagne verdi d’estate / e d’inverno ammantate di bianco. / Sono belle, maestose / sembra non siano mai / né vecchie, né stanche. /…).
E’ una descrizione di rara efficacia, in cui si avverte ancora l’emozione che l’autrice prova per la bellezza del creato.
Ed è con mestizia, quasi con dolore che avverte il prezzo esoso della civiltà industriale rivedendo il fiume della Valdichiana, suo compagno di gioventù, offeso, sciupato come un vecchio abbandonato. C’è tanta tenerezza in questo accostamento fra un emblema della natura e un essere umano avanti con gli anni, due figure che tanto hanno dato e ora invece sono relegate al ruolo di cose vecchie e inutili.
E’ una poesia non mediata, che esce fluttuante dall’animo, come se Agnese stesse raccontando la sua vita ai nipotini, una specie di lunga favola, costellata di tanti episodi, e ognuno con una sua morale, con la visione che questa donna ha del mondo che la circondava e che le sta intorno. Ecco allora un pensiero per gli umili, uno ai bimbi dei contadini, con una vita così diversa dai fanciulli del giorno d’oggi, fatta di fatiche, di lavoro, di cibo modesto e non in abbondanza. Ora invece i bimbi hanno tutto, anche troppo, non si spezzano la schiena e a differenza dei loro coetanei di tanto anni fa hanno perfino il tempo di annoiarsi, un pericolo questo che nonna Agnese evidenzia acutamente in modo poetico (…/Non seguite i fanatici che sanno solo predicare, / ma che in realtà vi vogliono solo schiavizzare / per farvi fare solo quello che a loro piace fare, / mentre voi affamati e miseri rischiate di restare! /…).
E si potrebbe andare avanti con altri episodi di questa bella favola che è la vita di questa signora, ma non voglio togliere ai lettori il piacere di una scoperta, di immergersi per un momento in un ruscello di acque cristalline che dolcemente mormora all’orecchio il senso della vita, una filosofia così complessa nella sua semplicità che solo facendola nostra possiamo apprezzarla, gioirne, coricarci la sera soddisfatti del giorno e alzarci all’indomani con la gioia di ricominciare.
La lettura di questo bel libro è sicuramente consigliabile.