Poesia Poesia italiana Fillide amorosa
 

Fillide amorosa Fillide amorosa

Fillide amorosa

Letteratura italiana

Editore


Il personaggio estremo di Fillide, figura mitologica vittima della propria passione amorosa, diviene in questa raccolta il simbolo dolente di un amore intriso di gelosia e tradimenti, veri o presunti, rivissuto con distaccata ironia, tra oggetti quotidiani e immagini di chiaro valore simbolico. Le liriche, nella loro brevità e intensità, possiedono un timbro di autenticità mai banale e riescono a rendere fertili l’assenza e l’attesa, segnando il percorso di un’intera vita.



Recensione della Redazione QLibri

 
Fillide amorosa 2014-06-22 11:32:50 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    22 Giugno, 2014
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FILLIDE AMOROSA

Fillide amorosa……. Vediamo chi era Fillide? figlia di Sitone, Re di Tracia, sposa Demofonte, il quale un giorno parte per rivedere Atene da cui mancava da molti anni, lasciando Fillide con la promessa di tornare presto da lei.
Demofonte dimentica la promessa fatta, disattendendo così gli accordi presi con la giovane sposa, che, dopo aver percorso la discesa verso il litorale nove volte, nel tempo del ritorno, non vedendo arrivare Demofonte si uccide impiccandosi trasformandosi poi in mandorlo. Le lacrime che Demofonte versa bagnando il mandorlo stesso, lo fanno germogliare, ma una fine tragica attende anche il giovane……
L’immagine in copertina richiama la storia, in quanto rappresenta, su sfondo grigio, il quadro di Van Gogh “Rami di mandorlo in fiore”.
Titolo ed immagine in copertina, forniscono già una traccia evidente della personalità dell’autrice. Donna di elevata cultura, che attribuisce alle parole ed immagini (in questo caso), un forte significato simbolico, ed una potenza non comune.
Quale sarà il contenuto dell’opera? Ci si potrebbe chiedere…. Questa raccolta racconta l’amore. Non l’amore universale, l’amore filiale, l’amore verso dei luoghi, ma l’amore che nasce tra un uomo ed una donna. Si potrebbe dire le stagioni dell’amore, non solo per quanto riguarda l’evoluzione dell’amore stesso all’interno di una storia, ma l’amore rapportato alle varie fasi della vita, giovinezza, maturità, anzianità.
Le poesie, rispecchiano per molti versi la sofferenza della giovane Fillide, la solitudine, la delusione, l’attesa, il ricordo….. In poche liriche si percepisce la gioia piena, sempre comunque celata da un velo malinconico.
Le poesie riportate coprono un periodo di composizione che va da 1987 al 2013. Quindi un lasso di tempo molto ampio.
L’amore raccontato è un amore che contempla sì la passione, ma soprattutto svela la sua fortezza nella profondità e affidabilità del sentimento.
Restano lì a guardare
Prudentemente
Gli alberi del bosco
Quando le sere d’estate,
si dà fuoco all’amore.

Io non sono passione
Che scortica e brucia,
io sono unguento
per ogni ferita.

Inoltre l’autrice ha vinto il premio “haiku contest” nel 1999 promosso dall’Istituto di cultura giapponese; se pur questa raccolta non sia espressamente un insieme di componimenti totalmente Haiku, certe liriche richiamano questo modo di scrivere poesia.
Questa modalità di scrittura, appartiene fortemente all’autrice. Si deve percepire come reale l’immagine che viene creata con le parole e viverla. Il componimento in stile Haiku prevede che si debba osservare e meditare gli elementi necessari alla composizione, nella quale devono essere racchiusi determinati principi quali: il silenzio, l’inatteso, la tristezza, il mistero, la nostalgia e transitorietà, la delicatezza, l’ombra, la leggerezza, l’innocenza.
Tutto questo per dire che alcuni componimenti brevissimi riportano a questo…

“essere la sua goccia che trabocca
la sola capace di farlo sentire
finalmente pieno.”

Assaporate queste parole: Goccia che trabocca, realmente queste parole trasmettono una sensazione di pienezza, non solo per il suono che producono, ma per ciò che significano, acqua che riempie fino a traboccare, l’acqua fonte di vita, l’acqua che riempie, prende la forma del contenitore, si fonde con esso, ma nello stesso tempo non perde la propria unicità… Meravigliosa! Ed ecco che in questi versi trovo la delicatezza ed il mistero che si compie.
Oppure:

“Quando un amore muore
l’anima si torce
nel veleno dei giorni felici”

Mamma mia, quanto dolore riescono a trasmettere queste poche parole, scelte con estrema cura, intessute in un arazzo che risulta poi doloroso da guardare, la gioia, la passione si trasformano in veleno per un’anima che ne risulta straziata….. L’inatteso per la fine di un amore, la tristezza e transitorietà respiro tra le righe, l’ombra di un amore che non c’è più….

“Sul mio mattino chiaro
Tu sei la stretta, profonda feritoia.
Senza di lei non vedrei la luce.”

Le poesie di Grazia Valente si sono fatte strada nella mia mente e nel mio cuore a piccoli passi, ho percepito odori, suoni, visto immagini, colori che improvvisamente sono scoppiate in un caleidoscopio di emozioni.
E’ una donna molto forte l’autrice, che ha amato con tutta sé stessa, non sempre ricambiata, capita, riamata. La sua analisi è lucida, e l’amore alla fine trionfa…

“Stelle
Che con il vostro bagliore dialogate con chi è solo,
riprendetevi la luce! Lui è ritornato.”

Grazia Valente mi ha stregato! Tutti i suoi versi hanno lasciato il segno. La delicatezza, la lievità nel riuscire ad esprimere anche il dolore e disincanto, mi hanno totalmente rapita.
Come sempre grazie alla Redazione.

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