Diavolo di sabbia
Letteratura italiana
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Poesia tra i pensieri
Sono pensieri che si fanno poesia, quelli che l’autrice campana Elisabetta Panico taglia e cuce in questa sua pubblicazione, “Diavolo di sabbia”, edita da Mnamon all’inizio dello scorso anno. Pensieri che raccontano l’interiorità di chi scrive, così come sprazzi della sua quotidianità fatta di abiti affrancati dai dettami della moda e “memoria che non ricorda”, dando vita, proprio come anticipa la quarta di copertina, a un dialogo con il lettore che viene presto catturato dall’intreccio di interrogativi e riflessioni che si susseguono.
“Hai già scelto la persona che ti vedrà morire?”
“C’è chi scrive di un amore che non sa provare.”
“Io mi piaccio con gli anni indefiniti che porto.”
Alcuni colpiscono per il loro essere lapidari e disarmanti, come diverse domande e sentenze esclamate a bruciapelo, mentre altri si concedono un più ampio respiro in cui emergono considerazioni profonde che rimandano al senso dell’esistenza.
“E poi,/ ci si abitua./ A sorridere, /a rioccupare spazi,/ a farne parte in qualche modo/ nuovo./ Ci si abitua/ anche/ a non avere/ e a quel che si ha./ A quel che vorremmo/ e nel tempo/ da vigliacchi lasciam dormire./ Ci si abitua/ ad abituarsi […]”
Un io, quello dell’autrice, che si muove tra le parole con disinvoltura e garbo, fissando attimi, immagini, sensazioni sullo sfondo di stagioni cariche di colori ed emozioni della vita qui dipinta anche attraverso la spontaneità di qualche parallelismo erotico o di inattese conclusioni che strappano un sorriso amaro.
“Con gli anni/ più che della morte/ cominciavo a preoccuparmi/ della pensione.”
Dunque, una scrittura minimalista, priva di fronzoli letterari, caratterizza queste pagine che offrono una lettura sì scorrevole, ma che invita spesso a soffermarsi con maggior attenzione, nonché ad ascoltare una voce poetica piuttosto originale. Classe 1995, la Panico si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Napoli; la sua prima raccolta poetica s’intitola “Il riflesso del mondo, in una pozzanghera nel fango” (BookSprint Edizioni, 2016).
“Son nata nella terra più erotica al mondo:/ Dove la visione del tradizionale caffè che “sale”/ sembra narrarci il raggiungimento del piacere...”