Poesia Poesia italiana Diario inverso
 

Diario inverso Diario inverso

Diario inverso

Letteratura italiana

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"La poesia di Lucianna resta fedele ad una onesta osservazione di sé e dei moti profondi che animano le relazioni, e per questo la sua parola custodisce una sua essenzialità. Questa è un’altra legge implacabile: quanto più restiamo fedeli all’esperienza reale del nostro travaglio rigenerativo tanto più la nostra parola poetica risuonerà nella sua necessità vitale, e quindi nella sua bellezza. Mentre ad ogni moto di nascondimento, ad ogni scostamento dal “fuoco della controversia”, e cioè dal cuore della trasformazione, produrremo versi narcisistici e alla fine vani." Marco Guzzi



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Diario inverso 2009-01-29 14:56:10 Fabio Barcellandi
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Fabio Barcellandi Opinione inserita da Fabio Barcellandi    29 Gennaio, 2009
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Diario inverso

"Diario inverso" non è un viaggio a ritroso nel tempo, non è un’operazione nostalgica, di recupero di un passato mitico e felice, "Diario inverso" è un viaggio, un percorso in versi nel verso, in/verso. È un viaggio nella poesia, verso la poesia, alla scoperta della poesia e per questo un processo – un progresso – e non un recesso. "Diario inverso" è il resoconto di un percorso nel sé e non nel grembo materno che l’ha generata, Lucianna Argentino, ma nel grembo materno che ha generato e che ancora genera la sua poesia, il suo stesso grembo, generatore di poesia. È un viaggio alla radice del sé, all’origine della vita della poesia.
Come lucidamente evidenzia Marco Guzzi nella prefazione al volume: “La vera poesia contemporanea è una sperimentazione di stati interiori, una ricerca di altri punti di vista, più profondi del nostro sguardo sensoriale.”
"Diario inverso" non è una salita al cielo in cerca di luce, ma è, semmai, una discesa agli “inferi” per portarvi la luce che mancava, che necessitava per scoprire il cielo che vi si celava “in fieri”: lei poeta, lei a sua volta parola, nome, poesia:

"Mimetizzata nelle quattro sillabe del mio nome
- oscurata la luce, sospesa la grazia –
[…] imito me stessa, ma senza ironia
piuttosto come un insetto imita una foglia."

Lei che è contenuto e contenente, lei che è nutrita e nutrimento, lei che è sostegno e sostentamento, lei che è immagine di Dio e se stessa, alla perenne ricerca di Dio che pure è, ma che non ricorda, forse.

"Visito quell’altrove dove le cose si spogliano
di vaghezza per indossare una nitidezza
più prossima alla verità, ma mi strattona via
quel suo sguardo per cui dell’insieme
sono il particolare che sfugge."

Un viaggio del verso nel verso, del verbo nel verbo, verso il verbo da cui proviene, che è, che crea! Lucianna Argentino si spoglia, di ogni certezza, si mette a nudo, del dubbio, sinceramente, onestamente e pur impaurita, necessita di compiere questo percorso, di procedere in questa intima speculazione che la condurrà su sentieri invisibili, inesplorati, immanenti.

"Stanotte è tutto così intimorito ed esitante
che è l’anima a chiedersi se il corpo le sopravvivrà
in quest’avvenire senza presente."

"Non molto di più mi è dato di vedere
e udire da questo esiguo spazio da cui, tuttavia,
una verità senza orme circoscrive l’immenso."

Il corpo, è lei, il poeta, e l’anima, è lei, la poesia, che è poeta e poesia, che è corpo e anima, che non c’è dicotomia, che non c’è separazione, ma compresenza, compartecipazione, compenetrazione. La poesia è poeta e poesia, il poeta è poesia e poeta. Il poeta diviene oggetto della poesia, non più solo soggetto, il poeta è corpo e anima della poesia. È materia e immateriale, è terra, polvere, carne ed è aria, spirito, anima. E da questa posizione, direi privilegiata, ma nuova, sconosciuta, senza più punti di riferimento, ecco l’enorme possibilità e potenzialità di una vera ricerca, di un vero percorso, di un vero viaggio.

"Chi può dirmi chi sono
se lui non mi è più specchio?"

e da qui, da queste premesse, l’esigenza di un diario in cui puntualmente appuntare la genesi di un mondo nuovo, sconosciuto, il mondo poetico di Lucianna Argentino.
Un mondo nuovo da lei generato, la sua poetica, e in cui lei stessa, poi, novella Prometea, porterà la luce, la sua poesia. Un mondo senza confini, sconfinato, ma in cui ogni cosa avrà il suo preciso e puntuale posto, un mondo in cui ci sarà ogni cosa e il suo contrario, ma che non si escluderanno affatto, anzi, convivranno, coesisteranno. Bene, male, luce buio, uomo, donna, uomo, Dio, voce, silenzio, corpo, anima, paura, fede, vita, morte, bianco, nero:

"Io sono il bianco e lui è il nero
e da bianco mi avvicinai al suo nero
perché si stemperasse un poco,
perché sfumasse in una chiarità devota…
Ma il suo nero ha la qualità del bianco:
riflette la luce e se ne difende
murando vivo il sole – e il mio bianco è
come il nero: assorbe la luce e se ne nutre."

In una parola: poesia, ossimora per eccellenza, per antonomasia, che tutto contiene, che tutto include senza scelta, senza giudizio, senza discrimine, senza malizia, puro, cristallino, come un bambino

"C’è una chiaroveggenza possibile solo
nell’infanzia…"

come un mondo bambino, in divenire, eccolo allora, il Diario inverso di Lucianna Argentino, un viaggio in avanti nel tempo.

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