Poesia Poesia italiana Attraversamenti verticali
 

Attraversamenti verticali Attraversamenti verticali

Attraversamenti verticali

Letteratura italiana

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Già nel titolo, Attraversamenti verticali, c'è la volontà di pervenire a una scrittura meno corrente e comunque emblematica di un pensiero che va a cogliere ogni aspetto della società e dell'animo umano. [...] La creatività così si armonizza bene con il concetto e il sentimento, la sensazione ha l'innegabile vantaggio della traslazione immediata all'animo del lettore. [...] Questo insieme di stile consueto e di esperimento innovativo appare bene amalgamato e tale da accontentare sia chi già conosce l'autrice per il suo verseggiare sciolto e armonico, sia per chi cerca nuovi percorsi espressivi, che sono un segno di vitalità e di perpetuo rinnovamento in un autore che ha ancora da dire molto. (dalla prefazione di Renzo Montagnoli)



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Attraversamenti verticali 2009-09-30 08:12:37 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    30 Settembre, 2009
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Un roseto poetico cangiante

C’è un famoso detto che recita che non c’è il due senza il tre. Sono modi di dire che si trascinano nella tradizione popolare, per giustificare una certa catena di eventi, di cui poi magari si verificano solo i primi due, mentre il terzo viene rinviato sine die.

Non è il caso delle pubblicazioni di Cristina Bove, poiché dopo Fiori e fulmini del 2007 e Il respiro della luna del 2008, è fresca di stampa una terza silloge e, senza voler fare previsioni azzardate, sono dell’idea che, data la prolificità dell’autrice, ne seguiranno senza dubbio altre.

Questa messe produttiva trova il suo motivo nel fatto che in lei ormai è talmente connaturato il linguaggio poetico al punto che, per esprimersi sui più svariati temi e comunque sempre cercando di fare un discorso approfondito, finisce con il ricorrere ai versi, una forma di esposizione che le risulta particolarmente congeniale, in particolar modo già nell’aspetto propedeutico dell’elaborazione del pensiero.

Che questo modo sia efficace è dimostrato poi dalla qualità della sua produzione, costante, senza cadute, ma eventualmente in una continua evoluzione dello stile, dapprima più semplice e ora appena un po’ più complesso, con versi anche secchi, troncature e concentrazione del messaggio, il che finisce per avvicinarla ancor di più alla corrente ermetica.

Già nel titolo, Attraversamenti verticali, c’è infatti la volontà di pervenire a una scrittura meno corrente e comunque emblematica di un pensiero che va a cogliere ogni aspetto della società e dell’animo umano. Del resto l’intera silloge prende il nome da una delle poesie presenti che nella sua dinamica mi sembra supporti adeguatamente quanto ho fino ad ora scritto.



ATTRAVERSAMENTI VERTICALI



Modello a cera persa

in fonderia dove tracima e scorre

si lamenta

nello sbuffo di scarico l’impronta

cavità mi contiene, io sono il segno

dell’avido contrarsi, il luogo e il tempo

il mantice d’intorno

e sboccio come fiamma dalla brace

un’immersione

poi, raggio corrusco

mi spengo nella sabbia del fondale.

Lune dipinte erettili

mi navigano il dorso e fluttuo lenta

nell’ondeggiare delle posidonie.



C’è indubbiamente il tentativo di andare oltre una normale forma espositiva per addentrarsi in un’altra dimensione, in parte ancora non del tutto conosciuta.

Peraltro è presente pure la tendenza a un ritorno alla forma stilistica precedente che ben conosciamo, forse anche perché non è mai possibile troncare totalmente con il nostro passato e allora appare palpitante il cuore messo a nudo di Cristina Bove (Allora anch’io mi chiedo se è così / che si fa poesia / se basta avere l’aria nella testa / un pulviscolo in petto / o una notte di lucciole in cantina /…) oppure (La luna apre le braccia e chiama il mare / nei capelli d’argento /…).

La creatività così si armonizza bene con il concetto e il sentimento, la sensazione ha l’innegabile vantaggio della traslazione immediata all’animo del lettore.

Comunque questo insieme di stile consueto e di esperimento innovativo appare bene amalgamato e tale da accontentare sia chi già conosce l’autrice per il suo verseggiare sciolto e armonico, sia per chi cerca nuovi percorsi espressivi, che sono un segno di vitalità e di perpetuo rinnovamento in un autore che ha ancora da dire molto.

Se mi è consentito un paragone, dico solo che Cristina Bove è come un roseto, che ogni anno si concede una fioritura di diversa scenografia, fermo restando l’originario colore.

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Consigliato a chi ha letto...
Fiori e fulmini, di Cristina Bove<br />
Il respiro della luna, di Cristina Bove
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