Narrativa straniera Romanzi Volevo solo averti accanto
 

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Volevo solo averti accanto

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È la sera della prima al grande teatro dell'Opera di Chicago. Morbide stole si scostano per far largo al vecchio Elliot Rosenzweig, il più ricco mecenate della città. All'improvviso tra la folla appare un uomo anziano. Tra le mani stringe una pistola che punta alla testa di Rosenzweig. La voce trema per la rabbia, ma lo sguardo è risoluto quando lo accusa di essere in realtà un feroce criminale nazista. Ma Ben Solomon, un ebreo scampato ai campi di sterminio, viene atterrato dalla sicurezza e trascinato in prigione. Nessuno crede alle sue accuse. Tranne Catherine Lockhart, una giovane avvocatessa. Difendere Ben Solomon sembra un'impresa impossibile, Rosensweig è per tutti un sopravvissuto di Auschwitz, un filantropo potente. Catherine però non vuole arrendersi, deve trovare la verità.



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Volevo solo averti accanto 2022-09-11 18:02:26 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    11 Settembre, 2022
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Una causa nobile

Un pilastro della società benestante o un nazista? Ben è un uomo anziano, di origini ebree, che riconosce, nei tratti di un uomo molto in vista di Chicago, un criminale di guerra che ha fatto parte del suo passato e decide di smascherarlo. Trova l’aiuto di una giovane donna, Catherine, avvocato, che, grazie a questa amicizia inaspettata, riesce a superare le ferite interiori che nasconde ed a vincere la sua vulnerabilità. Ben racconta a Catherine la sua storia, in modo lento, arricchendola di particolari, perché vuole che lei capisca, che riesca ad immedesimarsi, vuole che lei gli creda. E’ un lungo racconto, che è il cuore del romanzo e delle ricerche storiche dell’autore, che rivela le angherie contro gli ebrei, raccontate dal nascere, dal loro punto di vista, nei cambiamenti quotidiani, nei non sensi, nelle speranze, nei dolori più estremi. Il tutto provoca un sovraccarico emotivo non indifferente. Sia nel lettore sia in Catherine ed è questo che le dà la forza per portare avanti una nobile causa e per sentirsi realizzata.

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Volevo solo averti accanto 2016-12-27 09:24:01 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    27 Dicembre, 2016
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Nigdy sie nie poddamy - Non arrendersi mai

Ben Solomon, ottantatre anni, è disposto a tutto pur di ottenere giustizia. Nato e cresciuto a Zamosc, l’uomo porta con sé ricordi che sono ancora oggi, a distanza di oltre sessaant’anni, vividi e dolorosi. La ferita che sanguina non accenna a risarcire, non potrà mai guarire. Ecco perché ha deciso di acquistare il biglietto per l’opera, ecco perché non ha il minimo dubbio sulle imputazioni che rivolge a Elliot Rosenzweig: per quanto quest’ultimo si spacci per caritatevole ed abbia fortissime influenze su tutta Chicago, Ben è deciso a smascherarlo poiché dietro la facciata, la parvenza di bontà si nasconde niente meno che Otto Piatek, “il macellaio” nazista che ha contribuito allo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. E c’è di più, Otto/Elliot, prima di macchiarsi indelebilmente di detti crimini, è stato cresciuto dai genitori di Solomon, ha mangiato alla loro tavola, ha condiviso momenti bui e non degli stessi, ha respirato la loro aria per poi voltare le spalle alla famiglia non appena ha iniziato a beneficiare dei lussi acquisiti con la forza dai tedeschi.
Ma come dimostrare la fondatezza di questa accusa? Tra tutti, l’unica speranza dell’anziano è l’avvocatessa Catherine Lockart, trentanovenne che dopo le remore iniziali farà l’impossibile per provare la reità di Rosenzweigt imparando altresì ad ascoltare, ad ascoltarsi. Perché per la donna l’incontro con quest’uomo non è solo un caso da risolvere, diventa una ricerca, un motivo per tornare a svolgere il suo lavoro non per le ore fatturate ma per il semplice dovere morale che è insito dietro la sua laurea. E vi riesce. Fondamentale è anche l’aiuto di Liam, investigatore privato da sempre di lei innamorato che avrà la funzione di sottoporre alla sua attenzione la missione dell’anziano nonché di ricercare tutte le prove fondamentali e necessarie per sbrigliare la matassa.
“Volevo solo averti accanto” è un romanzo che ci invita alla riflessione sotto molteplici aspetti. Ci insegna a diffidare dalle apparenze, a conoscere nel profondo, a sentire e a vedere non con gli occhi ma col cuore. E’ un elaborato che con una scrittura semplice e genuina rapisce lo scopritore per portarlo in una dimensione dove i valori della famiglia, dell’amore, dell’amicizia, della giustizia, della coerenza regnano sovrani. E’ un’opera che ci ricorda un dato di fatto della vita: tante persone si propongono quali presenti e disponibili, ma è soltanto nel momento del bisogno che avremo la consapevolezza di chi veramente sarà disposto a stare al nostro fianco per ragioni che esulano dalla convenienza.
Una storia senza pretese, forse, ma sicuramente capace di lasciare il segno. Un testo che sa farsi amare e che una volta concluso, vi mancherà.

«Ben respirò profondamente. Si guardò intorno, osservò le pareti decorate, i dipinti nelle cornici d’oro, gli ospiti ben vestiti che si gustavano le loro costate di manzo e i cabernet della California, il camino che emanava calore e confort. Quindi, con espressione triste, spiegò:”Tu ora sei seduta qui in questo tempio del lusso, sei un avvocato di successo, con una vita sicura sotto ogni aspetto, in un paese in cui una follia come quella nazista sembra inconcepibile. Oggi ripensiamo al flagello del Terzo Reich e scuotiamo la testa increduli. Come è potuta succedere una cosa simile? Perché gli ebrei furono così remissivi? E’ incomprensibile. Mio caro avvocato, non chiedermi con questa presunzione di spiegarti perché gli ebrei viennesi non lasciarono le loro case, la loro comunità, tutto ciò che conoscevano e amavano. Trovatela da sola una risposta razionale a un mondo che aveva perso il lume della ragione» p. 81

«Tutti noi rischiavamo di impazzire. Ma sai, è buffo: anche nel bel mezzo di un mondo che sta andando a pezzi si può sempre trovare una speranza a cui aggrapparsi, un futuro da sognare. Lo spirito umano ha una resistenza inesauribile. Io e Hannan passammo intere serate sul tetto a terrazza di casa nostra a guardare le stelle e a fare progetti per la nostra vita insieme. Il mondo intorno a noi stava sbriciolando, ma il futuro ci sembrava più bello che mai» p. 105

«Il male esiste, Catherine. Nelle tenebre del monte Moriah, dove non dimora la virtù, e nelle anime di coloro che se ne lasciano sedurre. E tutta l’umanità è responsabile quando si seguono, o si lasciano fare, i malvagi. Coloro che hanno perpetrato l’Olocausto, ma anche quelli che vi hanno assistito e ne hanno reso possibile la perpetrazione, quelli che ne hanno tratto profitto e quelli che hanno voltato la testa…Sono tutti responsabili. L’Olocausto […] non è accaduto per volontà di Dio, ma per volontà degli invasati dal demonio» p. 152

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Volevo solo averti accanto 2015-03-02 19:58:23 aeglos
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aeglos Opinione inserita da aeglos    02 Marzo, 2015
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CREDETE ALLE ISPIRAZIONI?

Non ho parole per descrivere le forti emozioni che questo libro mi ha dato; ho provato amore e odio, ho provato a piangere, a rabbrividire davanti all'orrore del nazismo, alla paura che un ebreo ha dovuto subire giorno dopo giorno. Mi sono sentita un pò come Cat, la protagonista;all'inizio ho iniziato questo libro perchè due persone (tra cui mia madre) mi avevano consigliato di leggerlo, ma non ne ero tanto convinta.... Poi, acoltando il racconto di Ben, mi sono ritrovata in un vortice di emozioni, non riuscivo a staccarmi dalle pagine, proprio come Cat mi sono affezionata a quel buon vecchietto che altro non chiedeva di essere ascoltato e di poter alla fine avere un pò di giustizia per sè e per le persone che amava. Ben è un vecchietto dolce, forte, e l'amore per la sua Hanna va oltre ogni immaginazione, insegna a non demordere davanti alle difficoltà, di lottare fino alla fine, di avere sempre un barlume di fiducia. Cat, invece, è un'avvocato che nella sua vita vorrebbe fare del bene ma, davanti alla storia del suo cliente, si trova a dover combattere con se stessa, con le sue ansie e con la paura di non essere all'altezza delle aspettative di Ben. In questo libro l'amicizia non vince, ma vince bensì il potere, l'odio; Otto è una persona spietata. All'inizio non capivo perchè Ben ce l'avesse così tanto col suo migliore amico, ma andando avanti nella storia ho cominciato a capire, a odiare, a provare solidarietà per Ben, il quale ha creduto di poter cambiare una persona diventata ormai malvagia. Com'è facile allontanarsi, com'è facile perdersi..... Ma l'amicizia conta veramente così poco? Perchè ho messo questo titolo? Bhe, se avete letto il libro sicuramente capirete, sopratutto verso la fine del libro. E se non lo avete ancora letto, che aspettate?

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Libri sul nazismo come ad esempio "avevano spento anche la luna"
o "storia di una ladra di libri"
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Volevo solo averti accanto 2014-11-15 14:50:07 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    15 Novembre, 2014
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NIGDY SIE NIE PODDAMY ( NON ARRENDERSI MAI)

Il termine più appropriato che può definire questo romanzo è: travolgente.
Un turbinio di forti emozioni , si sono susseguite durante la lettura. Commozione, aspettativa, disappunto, tristezza, dolcezza, sgomento….
Un’esordio letterario, per un autore che conquista immediatamente un posto privilegiato, nella rosa di scrittori contemporanei che ritengo degni di nota.
La sua storia è credibile, i personaggi sono perfettamente tratteggiati, il contesto storico inerente all’ Europa centro-orientale della seconda guerra mondiale perfettamente riportato, con innumerevoli informazioni precise e minuziose riguardanti le deportazioni ed il nazismo. Lo stile è interessante, chiaro, la scrittura vivace, tiene il lettore incollato alle pagine dall’inizio alla fine.
La vicenda alterna capitoli ambientati nel passato a capitoli risalenti ai primi anni duemila nei quali, il protagonista, Ben Solomon, ottantatreenne, ebreo sopravvissuto, è stato tra le poche migliaia ad avere la possibilità di emigrare in America e ricominciare a vivere. Casualmente in televisione, vede l’intervista fatta ad un uomo di spicco di Chicago, città dove ora vive e rimane impietrito….
Possibile che il facoltoso Elliot Rosenzweig non sia altri che Otto Piatek,vissuto con lui come un fratello, arruolato da giovane nelle SS, soprannominato il macellaio di Zamosc? Colui che l’ha derubato di tutti i beni della famiglia, che ha perseguitato lui e tutti i suoi cari?
Ben non si dà pace.
La sera della prima al teatro dell’Opera di Chicago, Elliot alias Otto, è invitato come persona di rilievo della comunità locale, durante il discorso di apertura, viene raggiunto da Ben, che eludendo la sorveglianza, riesce a puntargli una pistola in fronte, chiedendo di svelare la sua vera identità…
Riuscirà la potenza del denaro e degli affari a insabbiare questa “brutta” storia? Siamo sicuri che Elliot è davvero il nazista spietato che Ben ritiene di aver riconosciuto? L’avvocatessa Catherine Lockart, sarà disponibile ad ascoltare la storia della vita di Ben, della sua famiglia, di Otto, ed intentare una causa contro il potente magnate?
Confesso che ho fatto fatica a staccare gli occhi dalle pagine, come a chiudere definitivamente il libro al suo termine, ho pianto, sofferto, gioito con un’intensità rara. Sono stata trasportata nel Mondo impazzito di quegli anni, sono stata avvolta dalle mille braccia di chi non c’è più, Ben mi ha presa per mano facendomi vedere la propria vita ed il suo cuore, i suoi sentimenti più intimi, il dolore nel vedere i genitori soffrire, lo sgomento nel non comprendere, la speranza che tutto quell’odio e quella violenza fosse solo un breve e passeggero interludio, il suo amore puro e cristallino per Hanna. Ho desiderato alleviare tanta sofferenza, ho desiderato esserci per poter fare la differenza, curare, coprire, sfamare, consolare, liberare, amare, aiutare……
Tutto questo l’ha prodotto un solo unico insieme di pagine coperto di inchiostro, anche questa è storia, anche questa è memoria, ben vengano i libri che ripropongono storie ambientate durante questo immenso genocidio, non per produrre altra sofferenza, non per rivoltare il coltello nella piaga; per “guardare”, ricordare, scuotere coscienze addormentate, decidere di fare qualcosa anche nel nostro oggi, non così lontano, in tante parti del Mondo, da quei terribili anni.
Non vedo l’ora di vederne la trasposizione cinematografica. Signor Balson continui a scrivere, che io continuerò avidamente a leggere……… Grazie.

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a tutti. Per continuare a ricordare e vivere il nostro oggi magari in modo un po' differente....
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Volevo solo averti accanto 2014-07-27 14:01:49 Ersi
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Ersi Opinione inserita da Ersi    27 Luglio, 2014
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Lasciamoci ispirare

La parole ispirazione ha origine dal latino Inspirare, di cui un significato è dare vita, così Ben spiega a Catherine come le cose possano succedere se noi ci fidiamo delle ispirazioni e se sapremo cercarle nel posto giusto, che spesso è il nostro cuore. La storia è bellissima e assolutamente drammatica e ti sa rapire sin dalle prime pagine portandoti ad amare Ben, Hanna e i suoi familiari, perché sono loro i protagonisti di questa storia così tragica, insieme a tutte le persone uccise dal nazismo. La costruzione del racconto è incalzante e coinvolgente e al termine non possiamo che unirci a Cat e Liam nel combattere insieme a Ben a non arrendersi mai.

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Volevo solo averti accanto 2014-07-26 08:58:17 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    26 Luglio, 2014
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Puoi davvero fidarti di chi hai accanto?

Incantata, non posso cominciare questa recensione con una parola diversa. Ronald Balson mi ha fatto rivivere eventi molto drammatici della nostra storia ma che è bene non dimenticare.

Volevo solo averti accanto è la storia di Ben Solomon, un uomo che ha vissuto per la sua ballerina Hannah con cui ha condiviso un'intera vita, ed anche ora che se ne è andata gli rimane sempre accanto. Proprio in uno di questi momenti in cui Ben la sente vicino, gli viene l'ispirazione di accendere la televisione e casualmente di trovarsi sullo schermo il suo "fratello acquisito", l'uomo di cui più si fidava e proprio l'uomo che l'ha tradito. Perchè sullo schermo si ritrova Elliot Rosenzweig, il più ricco e importante mecenate della città di Chicago, ma che lui dopo più di quarant'anni riconosce come Otto Piatek, il Macellaio di Zamosc, feroce criminale nazista.

Ben ottantenne non risulta molto credibile quando accusa Elliot, solo grazie all'avvocato Catherine Lockhart, che per lui rivoluzionerà la sua vita, parte il processo per vedere chi dei due mente. “Più grande è la bugia, più persone ci cascano.”
L'ebreo Ben per far prendere a cuore il caso a Catherine, gli racconta la storia della sua vita, una storia iniziata nella cittadina polacca di Zamosc, un racconto davvero toccante che ci fa ripercorrere tutta la follia tedesca e la fede incondizionata di un uomo che continua a sperare.

Volevo solo averti accanto, ci fa capire come le persone che abbiamo vicino non sempre rimangono coerenti. La famiglia di Ben, nel momento del bisogno, aveva accolto il tedesco Otto e l'aveva fatto sentire per la prima volta in famiglia. Ma con l'avvento del nazismo, il giovane Otto sente che quella famiglia per lui ormai è più un peso che un bene.
Proprio nel momento del bisogno che possiamo capire che chi ci rimarrà accanto lo farà sempre.

Anche se la storia non è vera, comunque lo scrittore si è documentato e si è fatto aiutare da persone che hanno vissuto quello che Ben racconta. Non sempre conosciamo le persone fino in fondo.

Riuscirà il nostro Ben a far scontare ad Otto i suoi peccati? La corruzione e il potere riusciranno a superare la fede e la giustizia?

Lo consiglio, è davvero stupendo.

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Volevo solo averti accanto 2014-02-04 16:55:42 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    04 Febbraio, 2014
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Eri mio fratello

Elliot Rosenzweig è un uomo potente, un filantropo , durante la prima all'Opera di Chicago viene avvicinato da un anziano armato di pistola, Ben Solomon, che lo accusa di essere il criminale nazista Otto Piatek, conosciuto come il macellaio di Zamosc.
L'intervento di uno spettatore evita spargimenti di sangue ma neanche l'apparente benevolenza di Rosenzweig che non sporge denuncia, placa la sete di giustizia di Ben che insiste nella sua tesi e, tramite una amica, si rivolge alla giovane avvocatessa Catherine Lockart per fare causa a Rosenzweig accusandolo di avergli sottratto beni di famiglia durante l'occupazione nazista in Polonia .
La donna pur reduce da esperienze drammatiche e con un fardello lavorativo già imponente, si lascia convincere ad ascoltare la storia di questo arzillo ottuagenario, dall'aria innocua ma dalla determinazione ferrea, per capire se ci sono i presupposti per una causa legale o se si tratta dei vaneggiamenti di un sopravvissuto all'olocausto dalla mente sconvolta.
Ben insiste per raccontare la sua storia con i suoi ritmi, rende partecipe Catherine della vita in un piccolo villaggio polacco , Zamosc, prima della follia nazista, perchè le persone di cui parla Ben non siano solo nomi scritti nel ricordo, per renderla partecipe di quella sofferenza .
Ben racconta del piccolo Otto, bambino tedesco, abbandonato dai veri genitori e cresciuto con la sua famiglia come un fratello fino a poco prima dell'invasione tedesca quando gli stessi genitori naturali, nel frattempo divenuti importanti nella gerarchia nazista, lo convincono per la sua incolumità a staccarsi dalla famiglia adottiva ebrea.
Può il giovane Otto trasformarsi in un feroce carnefice nazista, e soprattutto, Otto e Elliot sono davvero la stessa persona ?
Un po' racconto storico e un po' legal thriller , Balson mette in scena la drammatica trasformazione di un individuo corrotto dal potere , dalla falsa gloria di una ideologia malata dove ci vuole coraggio a seguire la propria coscienza , a non ricambiare con viltà e pochezza d'animo anche chi ti ha amato
Mano a mano che Ben procede nel racconto la giovane avvocatessa trarrà ispirazione dal coraggio dei perseguitati per dare un nuovo indirizzo alla propria vita, convincendosi sempre più che Ben non è un mitomane, ma come provarlo ?
Per il tema ricorda "Il profumo delle foglie di limone" in realtà li accomuna solo lo spunto iniziale poi a mio parere il romanzo di Balson si sviluppa benissimo nella parte storica costruendo una vicenda molto più coinvolgente e credibile.

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Volevo solo averti accanto 2014-02-03 21:30:23 luvina
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luvina Opinione inserita da luvina    03 Febbraio, 2014
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Una volta eravamo fratelli

Ho letto questo romanzo in pochissimo tempo sul treno proprio nei giorni a ridosso del Giorno della Memoria. All’inizio lo avevo snobbato perché il titolo mi riportava all’idea di un romanzo d’amore; poi grazie alle recensioni sul web e al bellissimo titolo originale “Once we were brothers” mi sono ricreduta e ho fatto bene. E’ un romanzo scritto benissimo da Ronald H. Balson, avvocato, ed è la sua opera prima. La storia si svolge tra il settembre 2004 e il febbraio 2005 ma in realtà affonda le sue radici in un paesino della Polonia, Zamosc, negli anni che vanno dal 1933 al 1945. Da questo paese arriva il protagonista della storia Ben Solomon che riconosce nel magnate e mecenate di Chicago Elliot Rosenzweig, il suo amico fraterno Otto Piatek diventato Hauptscharfuhrer durante l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista e reo di aver rubato averi e vite agli ebrei di Zamosc e alla sua famiglia. Ben intenta quindi una causa civile per appropriazione indebita nei confronti di Rosenzweig con la speranza che questi si scopra ed ammetta di essere Piatek. Entrano allora in scena gli altri due protagonisti del romanzo l’avvocatessa Catherine Lockhart e il detective privato suo amico Liam Taggart. La seconda parte del romanzo abbandona il racconto storico e diventa un legal thriller: ha ragione Ben? Elliot Rosenzweig è Otto Piatek o è un errore di persona?
Comunque la storia avvince, i personaggi sono molto ben delineati e poi il romanzo ha come sfondo la città di Chicago, della quale l’autore ci regala scorci magnifici, tramonti e brine, neve e calore.
Anche tutta la moltitudine di comprimari della storia viene presentata e descritta in modo che poi il lettore li riconosce, li sente vicini e partecipa con loro. Quello che sempre sgomenta e atterrisce è il tributo che milioni di ebrei in tutta Europa hanno pagato al male, alla follia di Hitler e alla sua idea di dominio della razza. L’autore ci fa presente che, almeno per quel che riguarda la Polonia, neanche Stalin fu estraneo a questo sterminio.
E’ agghiacciante pensare come il male possa avere la meglio sui sentimenti, come possa tramutare in odio il legame fra due fratelli. Al di là del romanzo in sè, mi piacerebbe pensare che tutto questo non si possa più ripetere ma, purtroppo, anche la storia recente ci dimostra che così non è e l’uomo non impara mai dai propri errori.

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Il caso Collini
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Volevo solo averti accanto 2014-01-27 15:16:32 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Gennaio, 2014
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Le cose cambiano e anche le persone

“Più grande è la bugia, più persone ci cascano.”
Dalla folle idea di Adolf Hitler alle tristi pagine di storia che tutti conosciamo e che ancora offrono spunti interessanti per la narrativa contemporanea in grado di tenere vivo il ricordo di quel periodo, mediante romanzi che ci permettono di giungere ad una riflessione matura e profonda sul rispetto verso gli esseri umani.
VOLEVO SOLO AVERTI ACCANTO è un titolo, già di per sé, denso di significati impliciti. È il titolo dell’esordio narrativo di Ronald H. Balson, di professione avvocato, ma con la passione per la scrittura e con la tenacia di portare a termine il suo progetto editoriale, un romanzo che si è rivelato, fin da subito, un successo del passaparola per poi diventare un bestseller.
L’inizio racconta un evento particolare: un uomo anziano, con uno smoking fuori moda, di nome Ben Solomon, scampato ai campi di concentramento, si presenta in un teatro, durante una serata mondana, e punta una pistola scarica verso il più ricco e importante mecenate della città di Chicago, Elliot Rosenzweig, accusandolo di non essere chi dice e celando la sua vera identità. Secondo Ben, Elliot è il Macellaio di Zamo??, Otto Piatek, un feroce criminale nazista.
Partendo da questo evento singolare, si dipana una storia che alterna il presente e il passato per permettere a Ben di raccontare la sua storia all’avvocatessa che ha scelto per farsi difendere, Catherine Lockhart, e all’investigatore privato che la affianca, Liam Taggart.
Il lettore è portato a chiedersi chi è che dice la verità: Ben ha davvero riconosciuto in Elliot il nazista Otto Piatek dopo così tanti anni o lo ha scambiato per un altro uomo soltanto perché è confuso, addolorato e devastato dalla terribile esperienza che ha vissuto?
Si insinua, dunque, un dubbio anche nella mente del lettore: Elliot Rosenzweig è realmente chi dice di essere? Se è così, perché le date che compongono la sua storia personale non sono compatibili e riscontrabili?
Il corso degli eventi storici si mescola alle vicende narrative e, progressivamente, trasforma il thriller in un legal thriller.
Nonostante i personaggi siano di fantasia, lo scrittore si è documentato approfonditamente sulle atrocità dell’Olocausto al fine di narrare una storia verosimile e ben costruita, ricca di sentimenti e di emozioni, tanto intense, da commuovere e risvegliare le coscienze.

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"Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel
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Volevo solo averti accanto 2014-01-12 21:06:54 Lady Aileen
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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    12 Gennaio, 2014
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Una volta eravamo fratelli

In occasione della Giornata della Memoria la Garzanti pubblica Volevo solo averti accanto, il romanzo d'esordio dell'avvocato Ronald Balson che grazie al passaparola in rete ha ottenuto un notevole successo.
Tutto ha inizio quando Ben Solomon, un ebreo scampato ai campi di sterminio, si presenta alla prima del teatro dell'Opera di Chicago accusando l'uomo più ricco e influente della città di essere Otto Piatek, un criminale nazista.
Nessuno però sembra credergli tranne Liam Taggart, un investigatore privato che lo indirizza verso la sua amica Catherine Lockhart, un'avvocatessa con un passato che la condiziona sia nella vita privata che in quella lavorativa.
Il romanzo (i punti di vista sono diversi ma non tanti) è diviso in tre parti: la prima parte è riservata all'incontro dopo tanti anni tra Ben e Otto, la seconda è dedicata al momento in cui Ben racconta la sua storia a Catherine (tra passato e presente) e infine la terza dedicata al processo.
Nonostante la trama sia di pura fantasia, l'autore ha svolto numerose e approfondite ricerche per quanto riguarda la parte storica legata all'Olocausto e alla Polonia mentre per la parte processuale entra in gioco la sua esperienza come avvocato.
Un romanzo avvincente ed emozionante con un ritmo serrato proprio come un thriller. E' davvero difficile non restare coinvolti nel racconto di questa storia. Una storia che narra non solo della follia nazista e di un tradimento ma anche di una storia d'amore che riesce a superare qualsiasi ostacolo.
Un romanzo che fa riflettere su fin dove può arrivare la cattiveria e la follia dell'uomo e soprattutto è un'esortazione a non commettere più gli stessi errori del passato.
Sono proprio curiosa di vedere l'adattamento cinematografico.

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La mano dell'orologiaio
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