Vita in vendita
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Recensione della Redazione QLibri
SOLD OUT
Hanio, giovane in salute e benestante, alla fontanella della stazione ferroviaria tenta inutilmente il suicidio ingoiando sonniferi.
Opta quindi per una soluzione di morte anticonvenzionale: vendere la propria vita.
Pubblicato l’annuncio e affisso un cartello sulla porta di casa, l’impresa Vita in vendita riscuote un discreto successo. Col susseguirsi di una serie di bizzarri personaggi interessati all’acquisto per i loro spregevoli scopi, Hanio accumula un piccolo patrimonio, pervaso dalla piacevole indolenza di chi sta finalmente ottenendo il risultato tanto agognato. Ma ogni volta la morte si fa inspiegabilmente più impalpabile e il nostro protagonista si ritrova suo malgrado ad essere tutore della propria vita in vendita.
Stanco di morire, senza mai morire, finché da inseguitore dell’ultimo respiro non diviene l'inseguito.
Ritmo incalzante e trama psichedelica, profondamente nichilista, esso si basa sul concetto che la libertà assoluta si ottenga nel momento in cui ci si slega dalla necessità del vivere.
La strana sensazione ricorrente che ho avvertito durante la lettura è stata quella di avere di fronte non il racconto di un sogno, ma un romanzo scritto da un soggetto profondamente addormentato e immerso in una lunga parentesi onirica.
La produzione di Mishima è notoriamente suddivisa in un filone prestigioso, frutto di ricerca estetica e di contenuti articolati e di una produzione prettamente commerciale, di rapida pianificazione e immediatamente remunerativa. Chi conosce Mishima, già dalla sinossi avrà chiaro che questo bestseller postumo appartiene alla seconda categoria; quindi, non ci si aspetti la più pregevole narrativa del giapponese. Ciò chiarito, è comunque un libro fluido e sufficientemente criptico, in linea con la personalità del suo talentuoso e controverso autore.
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Svendita
Hanio, giovane aspirante suicida, ha fallito nel proprio tentativo di autoannientamento e, deluso dal proprio operato, decide di mettere la propria vita in vendita. D’altronde dove può portare una esistenza svuotata di senso, tra nichilismo aberrante e isolamento emozionale, contrari a qualsivoglia pulsione emozionale, convinti della assoluta mancanza di significato all’ interno di una socialità condivisa, rigettando ogni forma di bieco materialismo e senza un’ idea di futuro?
I compratori di certo non mancano, uomini d’ affari o gangster che siano, ma quali porzioni di storie raccontano o cercano di nascondere, chi sono realmente, un misto di sogno e realtà, e come si può indurre la fine agognata?
L’ annoiato protagonista, contravvenendo al senso insensato della propria esistenza, vorrebbe restare padrone del proprio destino, decidere di che morte morire ed essere pagato per questo, ignorando e negando la volontà altrui, neppure quando arriverà a pensare che la vita in fondo non è così aberrante, che è difficile morire, anche per mano di altri e che potrebbe spendere il denaro guadagnato in attimi di autentica felicità.
Ma allora quale il senso del proprio operato, come porsi di fronte alla libertà di non temere la morte, lui che è già morto una volta, liberato da qualsiasi responsabilità ed attaccamento nei confronti del mondo, condannato e quindi libero di osare?
Molteplici storie presentano losche figure, sagome indefinite, sfuggenti, lontane, donne misteriose, innamorate, intraprendenti, bugiarde, Hanio pare vittima e carnefice della sua stessa essenza, confuso tra desiderio di vita e di morte, affetto da un male di vivere che si inginocchia di fronte alla forza pulsionale e alla sacralità della vita stessa.
Tutto questo genera un cortocircuito in un romanzo che stenta a decollare ingrigito da una annoiata banalità, che pare ricercare consenso infarcendosi di teorie supreme.
I capitoli si susseguono, tra crudo realismo e sogni di grandezza negati, satira e sarcasmo, sogni e incubi ricorrenti, situazioni improbabili e paradossali accompagnate da una certa fretta espositiva, momenti slegati e distinti, intrecciati solo nell’ epilogo ma che lasciano un grande dubbio sulla profondità e sul senso dell’ opera intera, rammentando la profondità a cui l’ autore ci aveva abituati.
Indicazioni utili
- sì
- no