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Vita degli elfi Vita degli elfi

Vita degli elfi

Letteratura straniera

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Maria vive in uno sperduto villaggio francese, in Borgogna, dove scopre di saper comunicare con la natura. A centinaia di chilometri di distanza, nelle campagne italiane, Clara scopre di possedere uno sbalorditivo genio musicale e viene mandata a Roma per sviluppare queste abilità. La forza e la magia delle due ragazze uniscono così due mondi, quello "elfico" capace di cogliere la bellezza e quello umano, in grado di crearla e difenderla. Sono creature speciali: Maria sente le onde emesse dagli esseri che la circondano, Clara le storie nascoste tra le note degli spartiti. Vita degli elfi racconta la loro storia e quella dei mondi che i loro talenti sanno evocare. Mondi in cui convivono armonia e forze maligne, mondi che tutti sapremmo abitare se non ce ne dimenticassimo, distratti dalle piccole e grandi guerre quotidiane e dalla fatica di vivere.



Recensione della Redazione QLibri

 
Vita degli elfi 2016-01-31 08:52:09 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    31 Gennaio, 2016
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Natura vs Umanità

Dopo essersi fatta conoscere dal grande pubblico con il suo “L'eleganza del riccio”, l'autrice francese Muriel Barbery torna nelle librerie con un titolo particolare che fa volgere il pensiero alla fiaba.
In effetti quello ricostruito e narrato tra queste pagine è l'esemplificazione dell'incontro tra un mondo segreto e fantastico ed il mondo reale, l'unico che sia dato conoscere all'uomo.
Occorre subito dire che, per chi ha avuto modo di apprezzare gli intenti narrativi e l'ottima costruzione dei personaggi nel romanzo precedente, “Vita degli elfi” è una esperienza letteraria di tutt'altra natura, vuoi per i percorsi di fantasia a cui costringe il lettore, vuoi per uno sviluppo della trama fatto di tasselli scissi che tendono a creare una frammentazione visiva e concettuale.

Sono Maria e Clara le protagoniste indiscusse, bambine dal volto umano ma generate da un mondo distinto e parallelo, capaci di comunicare con la natura,di ascoltarne i gridi di allarme e gli avvertimenti.
Bambine dotate di una sensibilità superiore, caratteristica che l'essere umano sembra avere perduto, reso cieco dalle preoccupazioni quotidiane e dall'egoismo.
Una chiusura mentale e di orizzonti che le bambine devono scalfire, rendendosi anello di congiunzione tra due poli contrapposti il bene ed il male.

Appare subito palese quanto il tema sia iper sfruttato da innumerevoli filoni letterari, tanto da chiedersi se rimanga ancora da svelare qualche immagine o concetto dal sapore nuovo; detto ciò, nonostante ci si possa avvicinare al romanzo carichi delle migliori aspettative, purtroppo giunti in fondo al sentiero non rimane che constatare quanto già conosciamo i volti del mondo segreto e naturale e di quello reale.
La nota distintiva dell'autrice si conferma essere l'ottima prosa, studiata nel linguaggio e nel particolare, tesa alla ricerca dell'eleganza, intrisa di concetti filosofici.
Il mondo della filosofia fa parte del percorso formativo e professionale della Barbery ed i suoi romanzi ne diventano specchio; tuttavia mentre ne “L'eleganza del riccio” la cultura filosofica si fonde alla perfezione con l'intreccio narrativo e con i protagonisti, qua è talmente presente da trasmettere una sensazione di soffocamento, rendendo la lettura a tratti faticosa.

Come annunciano le note editoriali e la mancanza di un finale, questo è il primo volume, quindi il lettore viene rimandato a data successiva per conoscere il destino delle vicende rappresentate.

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Vita degli elfi 2016-03-16 18:40:37 68
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68 Opinione inserita da 68    16 Marzo, 2016
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Universi paralleli ed armonia dell' esistere

Al termine della lettura di " Vita degli elfi " sono obiettivamente combattuto tra due stati d' animo, profondamente diversi, ma forse non cosi' antitetici.
Da una parte ammirazione sincera per la peculiarita' di una narrazione che si avvale dell' elemento fantasy e di un racconto lirico, onirico, magico, di mondi lontani ma inter-connessi, di figure uniche nella propria ineffabile leggerezza, descrivendoci una umanità' smarrita e turbata da un lato e l' armonia e la purezza degli elfi dall' altro.
Al centro due anime totalizzanti, Maria e Clara, bambine prodigio che vivono in nazioni e luoghi diversi, nella Francia rurale ( in Borgogna ) e nell' Italia urbana ( Roma ), distanti ma accomunate da un dono divino, l' una sa cogliere ed indirizzare i poteri armonici della natura e delle sue forze, l' altra suona magnificamente il pianoforte, legge tra le melodie e gli spartiti miriadi di storie che sconfinano in un universo di sogni.
Sono due figure che si ascoltano, si percepiscono, ma non si toccano, cosi' lontane eppure così' visceralmente vicine, espressione di natura ed arte, fondamentalmente di quell' armonioso equilibrio che altro non è' se non l' amore nella propria accezione suprema.
La loro unione, pur senza reciproca presenza, può' indirizzare e cambiare gli eventi, sconfiggere le forze del male, quella guerra generata da un elfo malvagio e quell' umanità' che ha dimenticato il potere dei sogni, del mistero, dell' armonia con gli elementi del mondo naturale.
Ecco, l' altro mio stato d' animo è' dato dalla percezione di una certa dicotomia tra trama e personaggi, tra ciò' che è' semplice narrazione e gli innumerevoli elementi che la determinano e la oltrepassano, indirizzando il racconto verso significati diversi, simbolici, onirici, assoluti, sovrastando l 'identità' dello stesso, nutrendosi di descrizioni minuziose estremamente liriche, di invenzioni narrative, di mondi paralleli, lontani ma trasversali, comunicanti, quasi che la storia sia un semplice strumento e si defili per introdurre tematiche e messaggi espressione di altro.
Ed allora e' necessario e stupefacente spingersi oltre la semplice trama, cercare di immergersi, come le due protagoniste, in un universo dell' immaginario, in ciò' che è' visibile, udibile, regno dei sensi, ed in ciò' che non lo è', in Maria e Clara, che rappresentano il ponte tra natura ed arte, tra umani ed elfi, simboleggiano l' armonia dell' amore, e lottano per riappropriarsi di quel pregresso equilibrio smarrito.
Muriel Barbery si serve dell' elemento fantasy per introdurre temi universali, ma il romanzo, che prevedera' una seconda parte, è' molto altro, è' una storia che scava nel profondo, con un linguaggio volutamente onirico, aggrovigliato, simbolico, di difficile lettura, a volte indisponente, ma con una poetica a tratti sublime.
E' indispensabile coglierne i significati sottesi, il contrasto tra bene e male, l' armonia tra arte e natura, la straordinarietà' dei sogni, che caratterizzano l ' umano sentire, il potere della parola e dell' ascolto, il desiderio di bellezza e di poesia che è' linguaggio universale e tutti quegli spunti che attraversano la narrazione e ci invitano a riflettere sulla stessa.
Il testo è' impegnativo, è' una lettura consigliata a chi sappia leggere e muoversi tra e oltre le righe e, pazientemente, si addentri in quel mondo parallelo e sotteso di luoghi, di tempi, di sogni, di utopia, e di vita, a chi sappia amare il lirismo e il virtuosismo delle parole, per coglierne i messaggi funzionali, le emozioni e la poesia dell' insieme.
Fatto questo, una nuova luce accompagnerà' la lettura rendendola un' esperienza affascinante e gratificante rivelatrice dell' unicita' del romanzo dando un senso a ciò' che ci sembrava solo apparentemente intricato, un po' cervellotico oltre che nebuloso e di difficile traduzione.

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