Viaggio al termine di una stanza
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Tibor Fischer è nato a Stockport (Inghilterra) nel 1959 da genitori ungheresi. Ha studiato a Cambridge ed ha lavorato come giornalista. Nel 1993 è stato nominato dalla rivista letteraria "Granta" come uno dei Migliori Giovani Romanzieri Britannici. Il suo primo romanzo, Sotto il culo della rana (Oscar Mondadori 2000) dopo essere stato rifiutato da quasi un centinaio di case editrici inglesi, lo ha imposto all'attenzione del grande pubblico a gli ha fruttato diversi importanti riconoscimenti letterari. Ha poi pubblicato La gang del pensiero (Garzanti 1998), Il collezionista (Oscar Mondadori 1999), una raccolta di racconti, Adoro esser uccisa (Fazi 2003) e Viaggio al termine di una stanza (Mondadori 2006).
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
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da un racconto all'altro...
ben vengano le situazioni assurde, ben venga l'umorismo anche demenziale, ma qualcosa che tiene insieme questi elementi è necessario: che sia una situazione, un personaggio, una trama.
in questo libro invece mancano tutti e tre. non sono delineati, restano come sullo sfondo.
si passa semplicemente da un racconto all'altro e alla fine (e si fa fatica a finirlo) non resta nulla. peccato, perchè qualche bella pagina c'è. soprattutto ho trovato divertenti certi dialoghi.
non ho letto "sotto il culo della rana", che dicono il capolavoro di fischer, ma dopo questa esperienza negativa, aspetterò...
Indicazioni utili
Viaggio a vuoto
Ho avuto bisogno di due letture a distanza di un anno per capire che questo libro non fa assolutamente per me. Vista la presentazione del romanzo credevo di trovare una storia misteriosa e appassionante: una ragazza bizzarra riceve una lettera dal fidanzato morto dieci anni prima, difficile non attirare la mia attenzione. Tuttavia nelle prime 200 pagine circa (su 300) è presente un solo accenno alla faccenda: il mistero non s'infittisce mica. Questa parte di romanzo è dedicata alle abitudini di vita della protagonista, Oceane trentenne londinese, al lavoro in un sex club di Barcellona e all'insolita esperienza di un suo amico durante la guerra in Iugoslavia. Il tutto accompagnato da riflessioni su Londra, la vita, le relazioni con gli altri, che molto spesso finiscono per deviare verso pensieri sull'attività preferita da Oceane, l' "orgasmistica". Ma ecco, ad un certo punto della narrazione, un ritorno di lettere decennali: l'azione riprende e si perde nuovamente, fino a sfumare in una banale risoluzione dell'enigma e in un finale da lasciarmi con un "Beh?" amaro in bocca.
Lo stile di Fischer mi piace, molto scorrevole e moderno, con un linguaggio schietto, ma sempre curato e ricco di humour potenzialmente divertente. Chiaramente il riaffiorare del passato perduto nella vita di Oceane è solo un pretesto per agganciarsi ad altri argomenti, ma la storia non funziona: mi è parsa un irritante collage di aneddoti sulla vita di chiunque venga nominato nella narrazione, come se l'autore avesse avuto molte chicche curiose da raccontare e avesse voluto inserirle a forza in un libro. Non ho capito tanti dialoghi senza capo né coda; le storielle poi, le ho trovate tanto inverosimili da non appassionarmi, ma non abbastanza inverosimili da diventare stranamente spassose. Insomma, "Viaggio al termine di una stanza" non lascia grandi temi su cui meditare dopo averlo concluso, ma non garantisce nemmeno quel semplice piacere fruibile durante la lettura, che fa passare qualche ora gradevole o ricca di pathos e sentimento.
Ma forse il problema sono io, che non sono in grado di apprezzare un autore come Fischer, descritto nella presentazione come "uno dei migliori giovani romanzieri britannici" o "uno dei più significativi scrittori inglesi delle nuove generazioni", riferendosi al suo romanzo di successo "Sotto il culo della rana". Magari ho beccato il libro meno brillante e mi dispiaccio di aver conosciuto lo scrittore in questo modo, ma dopo le due estenuanti e insoddisfacenti letture di "Viaggio al termine di una stanza" non credo di approfondire la sua produzione letteraria, almeno per ora.
Consigliare? Non consigliare? Sebbene la lettura sia soprattutto una questione soggettiva di gusti e stati d'animo, vi direi di cominciare con un altro romanzo di Fischer se avete intenzione di avvicinarvi al suo lavoro.