Narrativa straniera Romanzi Via delle Botteghe Oscure
 

Via delle Botteghe Oscure Via delle Botteghe Oscure

Via delle Botteghe Oscure

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"Gente strana, che al passaggio lascia solo una scia di nebbia che prontamente svanisce. Con Hutte chiacchieravo spesso di questi esseri di cui le orme si perdono. Nascono un bel giorno dal nulla e al nulla ritornano dopo un fugace brillio. Reginette di bellezza, gigolos, farfalle. La maggior parte, anche da vivi, non avevano più consistenza di un vapore destinato a non condensarsi mai." Chi parla è Pedro McAvoy Stern, protagonista-narratore di Via delle Botteghe Oscure. Hutte è il responsabile di una Agenzia di Investigazioni nella quale il narratore ha lavorato per alcuni anni: ora è stanco, lascia l'agenzia e si trasferisce a consumare la sua vecchiaia a Nizza. Pedro McAvoy Stern è un uomo che alcuni anni prima, per colpa di una amnesia, non sa più chi è. Gli "esseri di cui le orme si perdono" sono il suo passato. L'agenzia è chiusa. Lui può cominciare a investigare su se stesso.



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Via delle Botteghe Oscure 2015-08-30 14:33:53 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    30 Agosto, 2015
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Dulcis in fundo

Romanzo della memoria, col protagonista alla ricerca della propria identità perduta in una Parigi che Modiano, come sempre, scruta in lungo e in largo in un percorso spazio-temporale.
La vicenda assume i contorni del mistery, tra decine di foto sbiadite, vaghi ricordi e testimonianze che occorre collegare con pazienza certosina, ma per buona parte della narrazione non avvince né incuriosisce, malgrado i personaggi siano ben delineati.
Saranno le tante domande senza risposta che l'io narrante si pone e che in effetti destano ben poco interesse, inserite in un contesto che al lettore resta estraneo; sarà la sfilza di vie e numeri civici parigini del presente e del passato che vengono continuamente snocciolati, quasi a voler trarre conforto da quelle certezze toponomastiche, sta di fatto che il romanzo decolla solo negli ultimi capitoli.
Qui lo scrittore dà il meglio di sé, con passaggi che restano impressi per la loro nitidezza dopo tanta nebbia, sul filo di un'emozione pudica e struggente:
“Feci un cenno a Denise che si sporgeva dal vetro abbassato. Seguii con gli occhi la macchina che si allontanava, fin che divenne un puntolino”.

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Via delle Botteghe Oscure 2015-01-16 14:11:30 manuelaagosto
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Opinione inserita da manuelaagosto    16 Gennaio, 2015

Il filo di Arianna

Un filo di Arianna percorre la trama del romanzo, un filo che conduce a una moltitudine di personaggi la cui consistenza è pari a quella dei sogni. Un uomo ha perso la memoria: non ricorda niente di sé, del suo passato, neanche il suo nome. Con costanza e tenacia che solo il bisogno di colmare quel nulla senza nome lo sostiene, ricostruisce come un puzzle pezzi della sua vita conducendo una vera e propria attività investigativa. A mano a mano affiorano dal passato un suono, un’immagine, un profumo. Sono flash che illuminano a tratti la sua cecità e lo conducono a parlare con molte persone nella speranza di trovare chi l’ha conosciuto. Ed ecco che, come la foto messa nell’apposito liquido rivela l’immagine, a poco a poco emergono volti, foto, discorsi, case, strade. La nebbia si ritira e appaiono quelli che erano i suoi amici, appare Denise, la sua donna, ma soprattutto appare lui. Con due nomi: Jimmy Pedro Stern o Pedro McEvoy? Sono la stessa persona?
Finalmente il puzzle lascia intravedere immagini nette di persone e squarci delle loro vite nelle quali c’è anche lui: Pedro. Pedro con Denise, con gli amici Freddie e Gay Orlow e una piccola folla di personaggi minori. Un periodo di splendore, di notti che si prolungano fino alle prime luci dell’alba, e poi qualcosa che li costringe a fuggire. Le loro vite sono in pericolo. Ecco il cottage sprofondato nella neve a Megeve e l’epilogo confuso che porta il lettore a chiedersi : ma tutto questo è realmente successo o è semplicemente stato suggerito dalla fantasia?

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