Veronika decide di morire
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Pessimo
Ho letto quasi tutti i libri di questo autore, poi li ho presi tutti e li ho regalati a una libreria vicino casa.
Mai compreso il perchè di tanta fama per uno scrittore a mio avviso ultra sopravvalutato e che scimmiotta i classici russi, senza riuscire neanche ad arrivare al lembo dei pantaloni della loro grandezza.
Questo libro, poi l'ho trovato veramente insulso, con il classico stereotipo che se la donna ama e non viene contraccambiata allora inevitabile è il suicidio o peggio ancora la follia, come nei drammoni shakespeariani.
Uno dei passaggi più ridicoli ed insopportabili della letture è quando il nostro autore si proietta in prima persona nel romanzo (una cosa mai letta in migliaia di libri divorati in una vita) e facendo il bello tra i belli ci racconta delle sue cenette a Parigi in compagnia di qualche ragazzetta di alto livello......come se a un povero sventurato lettore dei suoi romanzi interessa sapere il fascino dell'artista sull'immaginario femminile.
Insomma il tomo ha fatto la stessa fine di tutti gli altri di questo autore......regalato.
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L'inizio alla fine
Veronika decide di morire, scritto da Paulo Coelho e pubblicato nel 1998, si propone come un romanzo psicologico e di formazione. Perché?
La protagonista, Veronika, una ragazza slovena di ventiquattro anni, stanca della monotonia della sua vita, "l'undici novembre 1997 decise che era finalmente giunto il momento di uccidersi".
Ma la presenza di una storia oltre l'incipit lascia intendere che nulla finisce e tutto, anzi, inizia.
Dopo il suo tentativo di suicidarsi, si risveglia in una clinica psichiatrica. Naturalmente, come spiegato dai medici, il suo organismo ha solo da attendere perché il cuore che ospita smetta di battere.
Ma una clinica non è un parco giochi e il tempo sembra non passare mai.
Nella clinica, comunque, paradossalmente, conosce la vita. La vita è in Zedka, in Mari, in Eduard, i "pazzi" senza peli sulla lingua, ciascuno dei quali ha qualcosa da offrire, qualcosa che forse avrebbe potuto trovare solo in un posto come quello, qualcosa che la denuda e la mette davanti a uno specchio.
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VALE LA PENA DI VIVERE
Veronika è una ragazza giovane e carina, non le manca nulla: ha un lavoro, una famiglia che le vuole bene, i ragazzi non le mancano, ma… tutto ciò pare non essere abbastanza.
La routine quotidiana sembra distruggerla, la sua vita non è abbastanza intrigante, e così decide di farla finita con un mix di pastiglie.
Ma non sa che la sua voglia di vivere è più forte di qualsiasi altra cosa e che la vita sarà capace di stupirla in un modo da lei inaspettato.
Giunta nella clinica di Villete, attraverso una sorta di esperimento, che potremmo definire di cattivo gusto/bieco interesse professionale, e grazie all’incontro con alcune persone ritenute matte dalla società, la giovane riuscirà a cambiare idea sulla vita, ritrovando in sé una voglia di vivere tanto forte quanto quella che l’aveva convinta a farla finita.
Un libro particolare, o piace e appassiona durante la lettura o annoia e diventa difficile finire di leggerlo. In entrambi i casi una cosa è certa: si trae spunto per varie riflessioni; sull’importanza degli affetti, delle proprie passioni da coltivare, dei valori che possiamo trasmettere agli altri e sulla bellezza della vita, un dono che è un peccato buttare via senza provare a viverla appieno.
Da leggere per riflettere; da regalare per far riflettere.
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il vetriolo
Il dott Igor, pur spregiudicatamente, ha ottenuto l'effetto desiderato.
E' o non è deontologicamente parlando corretto il suo comportamento?
Veronika tenta il suicidio.
E' una bella ragazza, senza problemi economici, ha molto di più di molte altre coetanee.
Eppure non è felice. Al punto di farla finita.
Viene salvata , ma il suo cuore ha subito gravi danni. Questo le viene comunicato al risveglio dal coma.
Così ha inizio il suo cammino di rivalutazione della vita, di tutto ciò che non aveva apprezzato eppur aveva.
Così incontra Mari, ex avvocato che preferisce essere rinchiusa a vellete, casa di cura per malati psichiatrici, piuttosto che affrontare di nuovo il mondo esterno.
Eduard, schizofrenico, amante della pittura e della buona musica, ma chiuso nel suo mutismo.
Veronika, pure lei internata nel Manicomio, non si rende conto dell'effetto che provoca agli altri, che riscoprono come lei stessa il valore della vita, la vita vera che consumano le persone vive nel mondo esterno.
Si sfiora , nel racconto, il problema dei manicomi, dell'elettroshock, facendoci riflettere sulle cure e sull'emarginazione del malato psichiatrico.
l'esperienza di Coelo in manicomio lo ha sicuramente provato e qui ci coinvolge.
Consigliato, l'ho riletto dopo tanto, e l'ho trovato nuovamente interessante, nonostante non sia una gran appassionata di Coelo.
Fra i suoi libri, che ho letto, è probabilmente il più piacevole.
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Degno di nota
Personalmente amo moltissimo questo libro: trovo che il fatto che sia parzialmente autobiografico abbia aiutato moltissimo l'autore a creare un'ambientazione veritiera, e che i personaggi siano indubbiamente i meglio descritti tra tutti i suoi libri che ho letto fino ad ora ("L'Alchimista", "Undici Minuti", "Il Manoscritto Ritrovato Ad Accra" e "Il Vincitore È Solo"). Ho apprezzato in particolar modo il personaggio di Eduard, forse perché mi ci sono ritrovata molto, e nel complesso l'ho trovato pregno di insegnamenti e spunti interessanti.
Lo stile lirico e pregno di aforismi tipico di Coelho va relativamente a perdersi, a parer mio, quindi potrebbe essere apprezzato anche da chi lo ritiene un Fabio Volo che usa più paroloni.
A suo discapito, però, devo mettere una nota sul fatto che venga spesso citato Dio, anche a sproposito: chi l'ha letto ricorderà un lunghissimo sermone di Mari riguardo al peccato originale che, a parer mio, si poteva tranquillamente evitare, ed è per questa ragione che mi sono mantenuta bassa in merito alla piacevolezza del libro. Durante le mie riletture i lunghissimi passaggi su Dio personalmente li salto a pie' pari.
In conclusione, comunque, consiglio vivamente questo libro.
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VIVERE PER DAVVERO.
Sentivo che avrei amato questo libro già prima di iniziarlo, sopratutto per colui che ha messo al mondo questo capolavoro, Paulo Coelho. Impossibile non accorgersi di quanta attualità vi è in questo libro, Veronika, la protagonista, fa un solo errore che la renderà infelice e la porterà a tentare il suicidio. Ma nonostante questo suo istinto omicida che si innesca nella sua mente, rimane lucida e razionale, apatica nei confronti del mondo, non perché non ama più tutto quello che gli circonda, ma perché ha già visto e fatto tutto, e la monotonia ormai installata in lei, la stanca di vivere in questo mondo. Una donna che decide, quasi fosse un'appuntamento scritto sulla sua agenda, di togliersi lei stessa la vita.
E mentre il mondo continua a girare, lei lo guarda distaccata, mentre tutti la considerano pazza. Molte emozioni vengono fuori da questo libro, sopratutto l'amore, imporvviso e inspettato con Eduard.
Libro mozzafiato e riflessivo, da leggere assolutamente. Coelho non sbaglia mai.
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MERAVIGLIA DELLA LETTERATURA
E' stato il primo libro di Coelho che ho letto... Sin dall'inizio mi ha catturato e ho dovuto leggerlo tutto d'un fiato... E' un capolavoro che t'insegna a vivere veramente e a cogliere l'attimo... un libro pieno d'insegnamenti e che ogni genitore dovrebbe far leggere ai propri figli... Un libro che fa capire ancor di più l'importanza della vita...!
Questo libro ha cambiato il mio modo di vedere le cose...
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VERONIKA L'ISPIRATRICE.
Non ritengo questo libro il migliore di Paulo Coelho.La storia di Veronika , una ragazza che tenta il suicidio, ma fallendo si ritroverà in un manicomio psichiatrico, induce sicuramente a riflettere, ma il tema di riflessione principale "vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo" è ai giorni nostri un poco stantio ( arenato nel comun sentito dire, senza una gran forza di persuasione all' agire). I personaggi secondari, più o meno "folli" , offrono spunti di riflessione di maggior originalità. Il finale è solo in apparenza imprevedibile, Coelho lascia qualche indizio tra le righe.
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Veronika, la morte e la vita..
Ho opinioni contrastanti in merito a questo romanzo. La storia non è male e alcune parti, come il racconto di vita di Mari o il congedo di Zedka, mi sono piaciute davvero tanto. L'opinione non del tutto positiva è sicuramente dovuta in parte allo stile dell'autore che a tratti scade in un buonismo, per me, intollerabile. Ha contribuito sicuramente a farmi storcere il naso più volte l'inverosimilissimo quadro clinico di Veronika, e se è vero che con il finale tutto acquisisce un senso, ormai la mia lettura era già stata fortemente condizionata da questa apparente forzatura. Forse va a favore del romanzo la sua brevità, avesse avuto 100 pagine in più(cosa non assurda considerando tutte le parti lasciate in sospeso o parzialmente glissate dall'autore), l'avrei terminato con estrema fatica. Consigliato? Mah..diciamo non calorosamente, ma se vi capita, concedete pure una possibilità a questo libro.
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- sì
- no
Non per tutti
Straordinario romanzo psicologico di Coelho. Ambientazione fantastica, molto apprezzata la scelta della Capitale slovena. Veronika rappresenta la tipica ragazza insoddisfatta, non tanto della sua vita attuale, ma di quello che potrebbe essere il suo futuro, rappresentando una cruda verità di ciò che accade per la maggior parte delle donne, che nascono già con l'idea di sposarsi e vivere in modo noioso. Ancora più toccante è la storia di Eduard, nella quale si può rispecchiare qualunque ragazzo "di buona famiglia", che viene caricato ingiustamente di pressioni, e a cui viene tolta la facoltà di scegliersi il futuro. Alcune scene, come quelle vicino al pianoforte sono davvero straordinarie. I capitoli finali fanno veramente emozionare moltissimo.