Una casa di petali rossi
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Kamala Nair è nata a Londra, ma ha vissuto fin da piccolissima negli Stati Uniti. Dopo essersi laureata presso il prestigioso Wellsley College, è tornata in Europa per proseguire gli studi, prima a Oxford, poi al Trinity College di Dublino, dove ha conseguito un master in Scrittura creativa. Attualmente vive a New York. E' stato nel 2004, durante un viaggio in India con la famiglia, che Kamala Nair ha avuto l'idea di scrivere Una casa di petali rossi. Ma sono stati i suoi ricordi a infondere vita sia nella storia del romanzo sia nei suoi personaggi.
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"I libri vanno venerati, non sviliti".
"I libri vanno venerati, non sviliti". Così si legge tra le pagine di questo splendido romanzo.
Come darle torto? Soprattutto quando si ha davanti un romanzo che al suo interno racchiude un intero mondo fatto di sentimenti, misteri, paure, ipocrisie.
E' il primo romanzo, per Kamala Nair. Il primo, spero, di una lunga, lunghissima serie. E spero che la sua scrittura resti sempre così, autentica. Semplice. Coinvolgente.
E' un romanzo ricco, nella sua semplicità. E' uno di quei libri che acquisti incuriosito più dalla copertina che dalla trama in sé, su cui effettivamente non mi sono soffermata parecchio, per non lasciarmi condizionare. Lo desideravo. Lo avevo adocchiato su Amazon e volevo acquistarlo lì... Ma poi, passando in libreria, ho visto che era in offerta e mi son detta che non dovevo perdere questo treno! :)
Ho cominciato a leggerlo subito e in nemmeno 10 giorni l'ho finito. Rimanevo sveglia fino a tardi, facendo anche le 3 di notte, incapace di staccarmi da quelle pagine, da quei luoghi... Da quella bambina.
La protagonista è infatti Rakhee, una bambina di 11 anni che con la sua curiosità e la sua perspicacia mi ha coinvolta all'interno della sua famiglia. Ho incontrato Aba, il papà, un medico scrupoloso e dedito al lavoro ma con un cuore immenso che si coglie in e da diverse battute, e Amma, la sua mamma, vittima del quel male oscuro che è la depressione e soprattutto vittima di una famiglia e di una tradizione a cui ha osato ribellarsi. E con Rakhee, insieme ad Amma, ho visitato l'India...
Mi hanno portata in uno di quei luoghi magici, dove ad incantarmi non è solo lo scenario naturale, ma un misto di odori, sapori. Colori. Uno di quei luoghi, insomma, dove magari non sarai (ancora) stato ma che riesci a far tuo grazie a quelle descrizioni, dettagliate ma non troppo. Una descrizione che non sembra fatta solo di parole, lettere... Ma di sensazioni. "Rossi come rubini, i fiori dell'albero ashoka splendevano sopra di me e la luce che emanavano mi scaldava il volto". Uno squarcio di incantevole mondo da cui, a fatica, sono riuscita a staccarmi. Non per mia volontà, certo, ma perché le cose belle ad un certo punto finiscono.
Sono tanti i misteri che avvolgono la vita di Rakhee e della sua mamma e al termine del romanzo, alcuni verranno svelati. Dico alcuni perché uno di essi non si comprenderà realmente o comunque totalmente, lasciando al lettore la speranza di un seguito.
E' un romanzo, questo, a cui ho dato immediata fiducia e non mi ha tradita. Anzi, mi ha ricambiata donandomi molto di più del semplice profumo di carta che ti rimane sulle dita.
Mi ha regalato uno splendido viaggio tra l'America e l'India, tra i sapori, colori e tradizioni di una terra magica. Ho conosciuto personaggi duri e allo stesso tempo fragilissimi, vittime di scelte sbagliate, ricatti e dolori spesso fuorvianti.
Un romanzo, oserei dire, forte. Incisivo, perché racconta il coraggio - a metà, forse - di una madre e la determinazione di una bambina nel cercare di guardare in faccia quella realtà da cui avevano cercato di proteggerla, nascondendogliela.
Bellissimo.
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Bellissimo!
Era da tempo che non leggevo un romanzo così bello. Mi ha preso dalla prima pagina all'ultima. Anche il modo di introdurlo è veramente ottimo. Lo consiglierei a tutti. Anche commovente in alcuni punti, le emozioni sono bilanciate ne giusto modo. Mi è dispiaciuto molto per la nonna di Rakhee. Posso dire che la scelta dei nomi mi ha soddisfatto pienamente. Non è casuale: non ce ne sono mai due che hanno la stessa iniziale, in modo da mostrare l'ampia gamma fonetica indiana.
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La letteratura americana colpisce ancora
Un libro dalla scrittura fresca, ma estremamente toccante e profonda, come solo nella letteratura americana si riesce a fare.
Si legge in poco tempo, vi consiglio di andare oltre le prime pagine e di assaporare il mistero che avvolgerà tutto il romanzo dopo che Rahkee approda in India con la madre.
Ha qualcosa anche dei thriller, anche se l'ambientazione non è classica e qualcosa anche delle favore orientali, insomma è un melting pot di generi e ispirazioni. Da leggere!
Indicazioni utili
"Il giardino segreto", Frances H. Burnett
"Il dio delle piccole cose", Arundhati Roy
"Il ragazzo giusto", Vikram Seth