Narrativa straniera Romanzi Un giorno solo, tutta la vita
 

Un giorno solo, tutta la vita Un giorno solo, tutta la vita

Un giorno solo, tutta la vita

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Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Joseph Kohn scorge tra gli invitati una donna dall'aria familiare. Gli occhi azzurro ghiaccio, l'ombra di un tatuaggio sotto la manica. Il presentimento gli toglie il respiro. Le chiede di mostrargli il braccio; non importa se è scortese, lui deve sapere. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: "Lenka, sono io. Joseph. Tuo marito". Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1939. Lenka e Joseph sono due studenti ebrei.



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Un giorno solo, tutta la vita 2018-07-10 13:40:44 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    10 Luglio, 2018
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Lenka & Josef

Anno 2000, New York. Alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dagli occhi color ghiaccio. La sensazione di deja-vu è imminente e impellente; è consapevole di conoscerla, e quella serie numerica tatuata sul braccio ne è la conferma. È davanti a Lenka, sua moglie, colei che ha sempre amato e mai dimenticato anche se la storia e le scelte umane hanno fatto di tutto pur di separare i loro destini.
Torniamo indietro nel tempo. È il 1934, Lenka è poco più di una bambina con la passione per l’arte e il sogno di affermare i suoi lavori. Per questo si è iscritta all’accademia di Praga, città in cui è cresciuta insieme a tutta la sua famiglia. Josef, fratello di Veruska compagna di scuola della protagonista, è uno studente di medicina e sin dal primo sguardo con la nostra eroina è amore. Eppure la guerra è alle porte. Entrambe le famiglie sono di origine ebrea ma mentre i genitori del ragazzo riescono ad ottenere dei passaporti e a lasciare, seppur con risvolti negativi, l’Europa, per quelli della ragazza le sorti non sono migliori: non solo non riescono a fuggire ma verranno anche ad essere internati nel campo di concentramento di Terezìn.
Tra presente e passato Alyson Richman ricostruisce la storia di queste due famiglie e di un grande amore separato dalle avversità, dalla guerra eppure indelebile nel tempo e nello spazio. Il romanzo ha un inizio forte, conquista sin dalle prime battute e invita ad andare avanti pur subendo una battuta d’arresto intorno alla metà perché a tratti illogico o non confluente con alcuni dati storici. A questo si somma una traduzione probabilmente frettolosa che non pone particolare attenzione ai tempi verbali tanto che se all’inizio chi legge vi sorvola per a piacevolezza delle vicende, dalla metà, fatica a non porvici attenzione. Non solo, la stessa metrica con cui il volume è costruito è fatta di affermazioni e smentite, postulati che si contraddicono al paragrafo immediatamente successivo. Questo rischia di far perdere di fascino a uno scritto che al contrario avrebbe potuto essere un piccolo gioiellino. Apprezzabile lo spazio destinato agli artisti presenti nel Lager ma di fatto un po’ troppo romanzato.
Piacevole e adatto a chi cerca un libro leggero da concludere in poco più di una giornata ma non indimenticabile.

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Un giorno solo, tutta la vita 2014-12-31 18:06:00 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    31 Dicembre, 2014
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Fare arte

Questo libro viene raccontato come una grande storia d’amore, più forte del tempo. Ma è molto, veramente molto più di questo. Inizia con l’immagine di un nonno e di una nonna che si incontrano per caso e si riconoscono, essendo stati, prima della guerra, marito e moglie. E tu, lettore, sei invogliato a proseguire per conoscere la loro storia, ma, di mano in mano, quello che prende vita ai tuoi occhi è, prima, tutto ciò che ha causato la loro separazione, l’antisemitismo crescente in quegli anni, l’amore sviscerato di Lenka per la propria famiglia, e, dopo, il racconto vivido di come Lenka ha passato quei terribili anni e di come è sopravvissuta, riuscendo a “fare arte”, sfruttando un suo talento naturale e restando sempre vicina ai propri genitori ed alla sorella. Il tutto è intrecciato a storie di personaggi minori che, dalle note dell’autrice, si scopre che sono tratte da storie vere e documentate. E’ un libro che ti segna perché racconta, dal di dentro, il dramma della deportazione degli ebrei, l’amore per i genitori, diventate ombre trasparenti di ciò che erano una volta, il coraggio di continuare a vivere quando era più facile lasciarsi morire. Il racconto da parte di Josef ti infonde delicatezza; il racconto da parte di Lenka ti infonde forza. Magistrale la pagina in cui si racconta del ritratto che Lenka fa della sua amica e del suo bimbo, ritratto fatto con ogni parte di Lenka e che diventa, nel tempo e nella storia della sua famiglia, un simbolo di vita, di resistenza e di amore.

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Un giorno solo, tutta la vita 2014-04-21 13:10:00 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    21 Aprile, 2014
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IO SONO DEL MIO AMATO E IL MIO AMATO E' MIO

L'autrice stessa dichiara che l'idea di fondo era quella di scrivere la storia di un'artista sopravvissuto alla Shoah, ma si è ritrovata a scrivere una storia d'amore.
Difficile parlare di Shoah, difficile scrivere una storia credibile, soprattutto nel momento in cui vengono amalgamati fatti e personaggi realmente esistiti.
La mia impressione è totalmente positiva. Questo libro mi ha conquistata, lo stile di scrittura, i riferimenti reali, una parte buia e vergognosa della storia vera, rivisitati in modo delicato, senza stravolgimenti, senza cronaca crudamente infarcita di particolari ampiamente indagati e conosciuti.
Questo romanzo è struggente: una storia d'amore delicata e credibile che resiste alla guerra, resiste agli anni che passano,viene custodita gelosamente nei cuori di Lenka e Josef.
Il libro alterna il presente, al passato. Siamo a Praga, anno 1938, Lenka giovane studente dell'Accademia dell'arte di Praga si innamora di Josef, fratello maggiore della sua cara amica, studente di medicina. Il loro matrimonio celebrato in fretta e furia, durante l'imperversare della politica di Hitler, con leggi razziali divenute insostenibili, ha la durata di un battito di ciglia, di un respiro.......
"la sintonia tra noi era tale che parlare non serviva; lui mi prendeva la mano nella sua, e più niente contava. Per qualche istante mi concedevo di sentirmi al sicuro."
Il giorno dopo le nozze, la sconvolgente notizia; la famiglia di Josef è riuscita a procurarsi i visti per l'espatrio solo per i componenti della propria parentela e per Lenka. La giovane si trova obbligata a scegliere tra il neo-marito e la propria famiglia.
"So una cosa soltanto: la famiglia non si lascia.Non si abbandona, neanche per amore."
E così la giovane coppia si separa ( immaginate il dolore, lo struggimento, la desolazione nei cuori di Lenka e Josef).
Ma non finisce qui, il destino pare accanirsi verso i giovani. Lenka apprende del naufragio del transatlantico dove viaggiava Josef, con la conferma della sua morte ( cosa che in realtà non avviene).
Il giovane giunto in America, passerà tutta la vita a cercare Lenka fino alla comunicazione del suo decesso avvenuto ad Auschwitz (cosa che in realtà non accade).
Josef: "La mia vita da adulto è affetta da un dualismo costante. E' come se mi avessero tranciato in due l'esistenza, non posso godere di alcunchè senza vederne il lato triste."
Lenka viene deportata con i genitori e la sorella a Terezìn, città della Repubblica ceca sita a circa sessanta chilometri a nord di Praga. Definita città fortezza proprio per la presenza di tale imponente costruzione, adibita a campo di concentramento, nel periodo nazista. Oggi grande museo.
All'interno di Terezìn sono stati deportati circa 144.000 ebrei, ne morirono 33.000 e ne vennero deportati ad Auschwitz 88.000.
"Se lo attraversi tutto l'inferno, non ti lascia più."
La caratteristica dello stile di scrittura dell'autrice è quella di essere altamente evocativa, scava nell'anima del lettore, aprendo varchi nei quali la commozione sgorga come acqua viva.
La vita di Lenka e Josef prosegue, i due formano differenti famiglie, hanno figli, ma nessuno dei due riesce a dimenticare l'altro. L'impronta lasciata nel cuore e nelle ossa stesse è indelebile.
Fino a quando.......
Ho amato ogni riga, ogni parola, ho amato i personaggi, la loro forza, la loro dignità, il loro affrontare con tenacia ciò che la sorte ha riservato loro. Non dimenticherò facilmente tutte le emozioni che questa storia ha fatto nascere nella mia anima.
Mi dispiace ragazzi, non potrò regalarvi questo libro, che entra di diritto nella mia personale biblioteca.

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Un giorno solo, tutta la vita 2014-01-31 10:56:12 manuela margilio
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manuela margilio Opinione inserita da manuela margilio    31 Gennaio, 2014
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I RICORDI, TUTTO QUELLO CHE CI RIMANE

Con questo libro edito da Piemme e pubblicato nel 2012, Alyson Richman ci racconta una storia d’amore ai tempi della Shoah; ma questo libro struggente pieno di carica emotiva è qualcosa di più di una storia tra un uomo e una donna che permane nel tempo, è la testimonianza di come l’orrore e la speranza possono ancora convivere e di come i sentimenti e i ricordi sono le uniche cose che restano nel dramma e nella tragedia.
Il giorno del matrimonio del nipote, Josef riconosce tra gli ospiti una donna, Lenka che credeva morta in un campo di concentramento. Ecco che riaffiorano i ricordi, e la mente torna a Praga ne 1938, a quegli eventi indimenticabili. Josef e Lenka, due studenti ebrei che si innamorano prima dello scoppio della seconda guerra mondiale e diventano marito e moglie per una notte, per un giorno solo che durerà tutta la vita.
Purtroppo le atrocità della guerra e del nazismo condurranno i due giovani su strade diverse e con il trascorrere degli anni entrambi penseranno che l’altro e l’altra siano ormai morti, Josef nel naufragio della nave che lo portò in salvo negli Stati Uniti, lei ad Auschwitz.
Lenka è una giovane studentessa d’arte che ama dipingere e sarà proprio questa sua passione a salvarla, a darle la forza per andare avanti, a farle scorgere ancora uno spiraglio di luce durante i momenti di maggior dolore. Disegnare le dà la forza di combattere, imprimendo sulla carta la realtà che la circonda, lasciando un segno di sé.
Josef studia medicina, diventa ginecologo e far nascere bambini diventa l’unica sua ragione di vita, gli consente di non andare a fondo, ma di affrontare la perdita della famiglia che la guerra ha portato via. Pur non conoscendo la deportazione e le torture inflitte nel campo di concentramento, nonostante una nuova vita la con moglie Amalia “un’altra sradicata di guerra”, anche lei rimasta sola, il passato continua a riaffiorare. Nonostante i figli i tormenti e ricordi non lo abbandoneranno mai, fantasmi come ombre sempre presenti.
La storia è narrata dai due protagonisti che si alternano con i loro ricordi; è la storia del loro amore indissolubile ma anche e soprattutto del periodo vissuto durante la loro separazione, la storia di due esistenze che vanno avanti aggrappandosi ai valori in cui credono. E’ questo un romanzo dove i veri protagonisti sono i sentimenti, gli stati d’animo: la perdita delle persone care e il ricordo che ne abbiamo e che portiamo sempre dentro, dei luoghi frequentati, dell’infanzia, di quegli odori, rumori e delle immagini a noi più care.
Ma il destino è imprevedibile e porterà Josef e Lenka a reincontrarsi a New York sessant’anni dopo, quando tutta la vita gli è ormai passata davanti. Sarà ancora tutto come prima?
La storia si ispira a fatti realmente accaduti e a personaggi davvero esistiti e questo la rende ancor più toccante e veritiera ma la sofferenza dei personaggi viene sempre descritta dall’autrice con estrema delicatezza e sensibilità. Lo stile semplice, minuzioso e l’accuratezza nelle descrizioni contribuiscono a trasmettere sentimenti e stati d’animo e soprattutto a commuovere. Il lettore viene fortemente coinvolto fin dalle prime pagine e non può non restare aggrappato a quei racconti densi di emozioni.
E’ il romanzo della speranza per una nuova vita, una seconda opportunità, la speranza di andare avanti nonostante l’assenza di coloro che non ci sono più…perché la vita continua anche senza di loro che sono lontani ormai. E’ il romanzo della perdita di tutto, delle cose più care, di quanto guadagnato con sacrificio, della dignità umana. Ma soprattutto è il romanzo della memoria.

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Un giorno solo, tutta la vita 2013-06-07 11:13:38 SARY
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SARY Opinione inserita da SARY    07 Giugno, 2013
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Gioia e dolore

Romanzo statunitense ambientato tra l’America e la meravigliosa città di Praga.
Il libro inizia nel 2000 con Josef, un anziano signore emigrato in America durante il conflitto, che seduto comodamente a tavola durante il ricevimento per il matrimonio del nipote incrocia uno sguardo all’altro capo del tavolo. Un tuffo doloroso nel passato, una nuotata in un oceano di ricordi dolci e amari. Così il nostro Josef ritrova sua moglie Lenka, deportata in un campo di concentramento nel 1943. Il lettore si ritrova catapultato negli anni trenta e quaranta con i protagonisti e i loro fantasmi. Un bagno di lacrime, per loro e per me.
Storia di un amore, di una guerra, di tante sofferenze. I protagonisti principali sono Lenka, abile artista, talento coltivato e perfezionato all’Accademia di Belle Arti di Praga e Josef, studente di medicina. Il lettore partecipa con vivo interesse alla nascita dell’amore fra i due ragazzi, allo strazio della separazione, al dramma vissuto da Lenka nel campo di concentramento, alla fatica di Josef nel rifarsi una vita ed all’inaspettato ritrovo.
La diversità di questo libro rispetto a tanti altri relativi al tema dello sterminio degli ebrei è il punto di vista, perché tutto è fotografato dagli occhi di una pittrice che, insieme ad altri colleghi, immortala e fa conoscere al mondo con sotterfugi e grossi rischi la verità. Riesce a dipingere la morte, la miseria, la fame, la rassegnazione, mette a disposizione dell’umanità e della resistenza la parte migliore di sé.
Ma delle note stonate ci sono. Secondo me è stata messa troppo in rilievo la storia d’amore dei due protagonisti rispetto alla guerra ed ai campi di concentramento, più concentrati nella parte finale. Inoltre, è quasi privo di riferimenti storici, di date e dati che darebbero un’impronta di veridicità alla storia stessa. So che è un’opera di “fantasia”, l’autrice ha preso spunto da storie vere e le ha modellate a modo suo, ma in tanti credo non apprezzeranno questa scelta, può sembrare un lucrare su reali dolori? Detto questo non posso che confessare il trasporto emotivo per il rapporto tra Lenka e Josef, è dolcissimo. Sono due personaggi positivi e con tante qualità, nel loro piccolo fanno la differenza.
Lo stile è semplice, pulito e curato. Non c’è nulla di particolarmente ricercato ma è scritto bene. La narrazione è a due voci, si alternano i ricordi di Josef a quelli di Lenka. Una lettura piacevole, ho avuto dei sinceri momenti di commozione, l’ho presa come la vittoria dell’Amore sulla morte.

“Quell’anno cominciai un nuovo corso d’arte: l’arte di rendersi invisibili”

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