Un'estate da sola
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La natura per amica
È il primo libro dell'autrice che leggo.
Mi è piaciuto. È tale il trasporto con cui la Von Armin parla del suo giardino e della natura circostante, così riuscite le descrizioni dei luoghi e dei sentimenti che questi le suscitano, che sembra di essere lì, sul posto, immersi nella quiete che la scrittrice tanto anela, nella felicità che di volta in volta la pervade.
Interessanti poi gli spaccati di vita quotidiana e le riflessioni dell'autrice al riguardo.
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L'armonia della natura
A quale donna, moglie e madre di tre vivaci bambine, non piacerebbe avere un po' di tranquillità, del tempo per pensare, per leggere e per dedicarsi alle proprie passioni?
È proprio ciò che vuole fare Elizabeth: meditare nella solitudine e gustare la pace del suo giardino. Il testo della von Arnim è un diario che racconta un'estate in cui alle frequenti osservazioni sulla bellezza della natura e dei fiori, per quali la protagonista nutre un grande interesse, si alternano argute riflessioni sul senso della vita. Sono inoltre citati brevi episodi che rendono l'idea delle attività che si svolgono nella tenuta della ricca famiglia Von Arnim: le lezioni con il maestro privato delle figlie, i giochi all'aria aperta, le passeggiate, le feste, ma anche il reclutamento di un giovane giardiniere, la scelta di un nuovo pastore, il passaggio delle truppe imperiali.
L'autrice non si esime dal citare anche argomenti più seri, come la malattia e la morte di alcuni bambini del luogo, vittime dell'ignoranza delle loro madri che agiscono seguendo tradizioni prive di buon senso e non si fidano dei consigli dei medici. Elisabeth, animata da generoso filantropismo, con discrezione si inserisce nella vita delle persone più umili, dispensa qualche consiglio, fornisce aiuti materiali. Ci rende partecipi delle sue osservazioni che ovviamente non possono che condannare pratiche assurde, ma dalle sue parole traspare sempre comprensione, mai disprezzo. Ne emerge uno spaccato di vita di fine Ottocento che ho trovato molto interessante, raccontato con leggerezza ed eleganza.
È il primo testo che leggo di questa autrice e mi ha piacevolmente colpita per la delicatezza e la grazia che si respirano in ogni sua pagina.
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Un giardino d'estate
Non siamo di fronte a un capolavoro; ma per chi ama la natura e sa assaporare la solitudine questo libro è assai godibile.
Il testo può essere considerato la continuazione di "Il giardino di Elizabeth".
Qui la vicenda si svolge fra maggio e settembre : intenzione della protagonista è "restare da sola per l'intera estate, e giungere all'essenza della vita. (...) Là fuori (...) tutto è silenzio e dove c'è silenzio, ho scoperto, c'è la pace" .
Non proprio "sola" : nella dimora contornata dall'ampio parco ci sono il marito, L'uomo di Rabbia, e le tre deliziose bambine che portano i nomi dei mesi della primavera, Aprile, Maggio, Giugno.
Per quanto ho letto dell'autrice, la Von Armin non mi pare scrittrice di trame e intrecci. Riesce meglio, come qui ,in sfumature biografiche, non ingombrata da troppe vicende e non attorniata da molti personaggi.
Ama gli spazi aperti che lascino aleggiare tra le pagine, lieve, la brezza primaverile. Sicuramente è donna di fiori, sensibile com'è ai colori e profumi che la natura ci offre. Troppo intelligente per non sapere che "la felicità viene da dentro, e non dall'esterno" , e "l'amore per i libri è una vera benedizione".
La scrittura si presenta particolarmente bella, dotata di una leggerezza profonda e non priva di un umorismo 'molto inglese' : la signora, che ama sdraiarsi "sull'erba a guardare le nuvole" e sentirsi "contenta di essere viva", desidera solo che tutto proceda senza sussulti, convinta com'è che il marito non veda l'ora di pronunciare "quel commento tanto prezioso per il cuore di una donna sposata : 'Mia cara, te l'avevo detto' "!