Ultima chiamata per Charlie Barnes
Editore
Come ogni essere umano, tuttavia, Charlie Barnes è un enigma senza soluzione. La speranza di una diagnosi errata convive in lui con l’inconfessabile scarica adrenalinica del sapersi al centro di una tragedia innegabile. Guardare in faccia la propria mortalità, essere guardati dagli altri nella propria mortalità, può rivelarsi una posizione privilegiata, fornire una prospettiva lunga per esaminare la strada compiuta e, magari, riportare vicino le persone che si sono allontanate. C’è forse qualcosa di meglio del momento in cui tutte le illusioni cadono, per interrogarsi sul senso della vita? Così, con l’aiuto del figlio scrittore, nelle cui parole si riflette come in uno specchio deformante, Charlie si trova a ripensarsi completamente e a chiedersi: cosa rende un uomo ciò che è? E in che modo il racconto che costruiamo di noi stessi si allinea con l’esistenza che realmente conduciamo?
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Realtà e fiction
Realtà e finzione raccontano la vita di un uomo il cui destino è improvvisamente mutato, catapultato verso una morte certa, possibile, probabile, forse no, non è dato saperlo.
Charley Barnes, alias Steady Boy, cinque matrimoni e quattro figli, un impostore bello e buono probabilmente destinato all’ eternità, una vita senza compromessi, figlio di quel sogno americano che ne è stato motore e fallimento, mille attività imprenditoriali collassate, truffe, raggiri, debiti, ipoteche, ripartenze, fallimenti, un self made man tramontato nella crisi finanziaria del 2008.
Il presente un’ improvvisa e inaspettata diagnosi di cancro, il peggiore, vita breve, mortalità alta, una sentenza di morte, impossibile sfuggire all’ incubo del reale, quel che resta di una vita sgretolata e dissolta, nella quale non ha neppure preso una laurea ed è rimasto solo un dilettante,
Mogli, ex mogli, figli, figli adottivi, amici, conoscenti, colleghi, ex colleghi, nessuno lo prende sul serio, da sempre affetto da una massiccia dose di ipocondria, la menzogna unica regola, ora tutto è cambiato e lui stesso pensa di esserlo.
Realtà e finzione si specchiano, si incastrano, si assentano per ritornare nel medesimo gioco ad effetto, che cosa resta di Charlie se non un passato percorso e percosso dai propri insuccessi, da un senso di fallimento imprenditoriale, da ondivaghi flussi erotici e capricci sentimentali, dalla smania di eccedere, eccellere, da un rimescolio continuo?
Quando la vita è al capolinea l’ ansia ti stritola dentro e sei trascinato dal desiderio di ricordare, accludere, chiarire, chiamare i tuoi cari, riannodare i giorni.
Charlie decide di affidare la propria biografia al figlio adottivo, Jake, uno scrittore che sappia rappresentare la realtà vera, la memoria istituzionale in una casa di smemorati, ma qualsiasi opera non è che un costrutto personale, omissioni, aggiunte, cambiamenti, un angolo distopico in cui confluiscono vero e falso e la fiction diviene verità assoluta e proposta univoca in cui gli altri stentano a riconoscersi.
È allora che si ricercano i rapporti che furono, assenti, tralasciati, distorti, ma, preceduti dalla propria efferatezza, è difficile risultare credibili e affacciarsi alla verità. Lui stesso fatica a definirsi e ignora la verità vera, esistono vite di cui non conosce lo svolgimento, i figli Jerry e Marcy gli fanno la guerra e gli sono indifferenti, le ex mogli si sono ricostruite altrove, gli amici dissolti, i colleghi non lo ricordano.
Quanti volti e spezzoni di storie hanno attraversato la vita di Charlie Barnes, la morte imminente potrebbe portarlo alla pazzia, indurlo ad abbandonare la vita, ma dentro di se’ ha ancora voglia di vivere.
Il presente è Barbara, l’ ultima moglie, ex infermiera, invisa ai figli, fredda, calcolatrice, anaffettiva, la sola pronta ad accudirlo e il figlio Jake che, nella difficoltà, riscopre l’ ingenua genuinità e la bonarietà del padre adottivo.
Charlie e il suo passato di ipocondria nascondono una verità inappellabile e una condanna, non si è mai amato abbastanza e ha avuto paura di vivere, un incubo da cui non si guarisce, colpito da due condanne, la morte fisica e la paternità.
Oggi può pensare di diventare un uomo migliore, di riallacciare i rapporti con i figli, di amare come non ha mai amato, ma l’ America è piena di bugiardi, di approfittatori, di impostori, un mondo falso in cui non vale la pena vivere, il tempo e’ passato, lui è invecchiato e morirà.
Un romanzo cinico, umoristico, paradossale, un fiume in piena di dialoghi e di accadimenti, una miriade di personaggi e di microstorie, tra vero e presunto, passato e presente, rappresentazione sociale, politica, famigliare, situazioni più o meno credibili, molteplici vite in una medesima vita, visione estremizzata del fallimento del grande sogno americano.
Un costrutto ben scritto ma piuttosto caotico, che non riesce a rappresentare un mondo come vorrebbe e a entrarne in profondità, ripetitivo nelle situazioni e nella definizione dei personaggi, impalpabile nella rappresentazione degli stessi. Durante la lettura ci si confonde, travolti e stritolati da un’onda gigante, si cercano chiarimenti e una possibile via di fuga per finire, paradossalmente, con l’ annoiarsi, mentre la rappresentazione della malattia, da cui tutto ha inizio, non è un fine ma un semplice mezzo.
Il tema di fondo rimane lo stesso e ci si chiede: chi è Charlie Barnes, il protagonista di un romanzo prima e dopo una diagnosi infausta, il simbolo di un’ epoca dove tutto è stato possibile, un uomo alla disperata ricerca di se’ e di un senso, un peccatore che cerca un ultimo colpo di coda riappropriandosi della propria umanità e dell’ amore figliale?
Il dubbio rimane, e ne accompagna l’ intero cammino, tra grandezza presunta e bassezze dimostrate, un dubbio poco credibile che possiede tutti i requisiti della fiction.