Uccidi i tuoi amici
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Recensione della Redazione QLibri
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Homo Homini Lupus...
Steven Stelfox è un discografico, per la precisione lavora come talent scout per una major discografica e in una città come Londra durante gli anni 90 il suo lavoro è simile a quello dei primi cercatori di oro o petrolio in America: basta trovare la riserva giusta, la band giusta, e la tua vita cambia radicalmente, stenti, povertà, debiti e frustrazione diventeranno solo un brutto ricordo sepolto sotto milioni e milioni di sterline, annullato dalla luce abbagliante del successo e del potere.
Cosa serve? Fortuna? Sì, certamente, perchè è come cercare un ago in un pagliaio: la musica in quegli anni è diventata per tanti giovani uno specchietto per allodole, sulla scia del rapido exploit di personaggi come Madonna, le Spice Girls, Bono, Kilie Minogue e molti altri, chiunque - musicista o presunto tale - cerca quell'opportunità di successo. E proliferando la paglia nel granaio tanto più arduo diventa per un discografico trovare l'ago, quell'unico ago capace di scalare le classifiche nazionali ed internazionali nel giro di poche settimane, di stazionare giorni e giorni nei programmi radiofonici principali sino alla conquista degli agognati dischi di platino. E la fortuna conta più dell'esperienza e della cultura musicale nel lavoro del talent scout: perchè un disco di successo non è necessariamente un disco di buona musica, è fondamentalmente un disco che vende, solo un disco che entra nella testa e nella vita della gente può alimentare le tasche di chi lo sponsorizza e lo produce, e se la massa vuole spazzatura il disco sarà spazzatura. E in un mare di immondizia rimane a galla ciò che ha più ambizione, più tenacia e spregiudicatezza:
'Certe volte, quando gente che non capisce una mazza dell'industria discografica cerca di capire il mio mestiere, butta lì: "Ah, quindi cercate talenti?" E' inaccurato. Madonna, Bono, le Spice Girls, Noel Gallagher, Kylie Minogue.. credete davvero che qualcuno di loro sia talentuoso? Non fatemi ridere, cazzo. Sono ambiziosi, ecco cosa sono. E' lì che si trovano i soldi. In culo al talento.'
E se l'ambizione fa la differenza tra chi diventa star e chi rimane nell'anonimato più assoluto, tra i discografici vince invece la superbia, l'opportunismo, il doppio gioco, l'arrivismo, il cinismo più feroce, mors tua vita mea, se non sbrani gli altri sarai sbranato tu stesso. Steven lo sa benissimo, nel suo campo ha esperienza da vendere, squalo tra gli squali: ed è proprio quando la situazione diventa critica che emerge la sua indole più brutale e spregiudicata:
'Frugo nella valigia, tiro fuori la copia tutta sottolineata di Scatena il mostro che è in te di Hauptman e la scorro finchè non trovo il passaggio che cercavo: "In ogni impresa difficile e meritevole arriverà un momento in cui la più facile forma di azione sarà rinunciare al movimento in avanti, lasciarsi conquistare dall'inerzia e ritornare allo status quo. Solo l'uomo forte e coraggioso, riconoscendo quel momento, si opporrà all'inerzia e si farà strada sino alla fase successiva. Costi quel che costi. Chiamo tale frangente il momento critico della volontà.'
'Uccidi i tuoi amici' è il primo romanzo di John Niven (risale al 2008) sebbene sia stato pubblicato in Italia solo quest'anno; tuttavia, l'autore non ha certo bisogno di presentazioni considerato il successo a livello mondiale conseguito qualche anno fa con 'A volte ritorno', ironico ed irriverente romanzo con protagonista Gesù richiamato per la seconda volta da Dio sulla Terra per rimettere un pò d'ordine. E non a caso ci torna nei panni di un musicista chitarrista, perchè Niven prima del folgorante successo come scrittore ha lavorato per svariati anni nel mondo della musica prestando il suo servizio a diverse etichette musicali ed è forse questo, a mio parere, l'aspetto più terrificante di questo suo libro: quanto di ciò che racconta è vero e quanto frutto del tentativo dell'autore di descrivere le ferocia di quel mondo e dell'umanità che la popola esasperandola all'ennesima potenza? Perchè pur estremizzando l'atteggiamento cinico e camaleontico dei vari personaggi, essi rimangono comunque .. realistici, credibili. Detto in altri termini, per quanto assurda possa sembrare la vita di Steven, un'alternanza perenne di sesso, droga, alcol e per quanto disumano possa sembrare lo stesso Steven, non si fatica a credere che possa essere proprio così.
Avete presente The Wolf of Wall Street, il film di Scorsese con Di Caprio nei panni del broker spregiudicato e consumatore cronico di droghe di ogni tipo? Ecco, immaginate quell'uomo, quel lupo avido di potere e denaro, privo del seppur minimo freno inibitore, sia etico sia morale, trasferitelo dal mondo della finanza a quello della musica ed ecco 'Uccidi i tuoi amici'. Tutto nel testo è portato agli eccessi, non solo a livello di contenuti ma anche nello stile che si avvale spesso di un linguaggio volgare ed osceno. Il libro è stato osannato dalla critica, soprattutto in virtù della sua vena satirica ed umoristica. "Divertente da star male", scrive addirittura The Times. Ora, pur conscio del mio carattere tendenzialmente mesto e malinconico, non ricordo durante la lettura di questo libro un solo periodo, dico uno, che mi abbia indotto ad abbozzare un cenno di sorriso. E sono anche consapevole che lo humour inglese tendenzialmente offre il meglio di sè nei contesti più tragici cercando proprio di sminuire la drammaticità della situazione; il fatto è che... non ho trovato proprio niente da ridere!!
Pertanto: vi è piaciuto The Wolf of Wall Street? Vi piacciono gli eccessi, le vite spericolate e spregiudicate? Gli uomini senza cuore e senza scrupoli? Siete curiosi di sapere come nasceva una star della musica negli anni '90 e come ruotava intorno ad essa la macchina discografica? Volete farvi un'idea del limite a cui possa giungere la perversione umana o conoscere più di 20 modi diversi per dire cocaina? Bene, allora Uccidi i tuoi amici fa al caso vostro. Altrimenti desistete!
"Il mondo discografico è una trincea crudele e superficiale, avida di soldi: un ambiente fasullo dove ladri e papponi scorazzano a piacimento e i buoni schiattano come cani. Fin qui il lato positivo."
(Hunter Thompson)
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Steven Stelfox
Steven Stelfox
Gli anni novanta sono stati molto proficui dal punto di vista economico per il mercato musicale e per Steven Stelfox tutto questo significa solo due cose: soldi e carriera. Il che si traduce in puntare alla cima eliminando tutto ciò che impedisce il suo obiettivo
Steven è il talent scout di un’importante major discografica e sa bene che l’industria dell’intrattenimento e come un mare pieno di squali dove si può rimaner tagliati fuori da un momento all’altro se si mette sotto contratto un artista o un gruppo che non porta risultati e soprattutto un profitto per la casa discografica.
Al contrario del suo nuovo capo Parker Hall dove la passione per la musica e per questo lavoro lo porta nella scelta di gruppi di successo, Steven è molto disgustato dal suo stesso ambiente immerso nella sua parte più superficiale e disumana, tra selvagge feste innaffiate di sesso e cocaina, interminabili serie di concerti e insopportabili colleghi.
Riuscirà Steven a trovare una hit di successo e appagare finalmente quella sete di successo?
Ho letto tutti i libri di John Niven e devo ammettere che purtroppo questo lavoro non ha appagato pienamente le mie aspettative, molto interessante scoprire com'è e difficile il lavoro del talent scout, di trovare artisti musicali capaci di fare della musica che piaccia alla gente e scoprirli prima della concorrenza, rischiando di investire alte somme di denaro basandosi sul proprio istinto nell'ascoltare quella demo o quel brano diventare poi un album di successo.
La storia è ben narrata, la lettura è scorrevole ma a tratti caotica ho dovuto rileggere alcuni paragrafi per capire meglio e alcune parti le ho trovate noiose e ripetitive.
I personaggi sono ben descritti, capace di catturare fin da subito l'attenzione come ad esempio il protagonista principale che è una persona arrogante, egocentrica, superficiale e molto scorretta ma allo stesso tempo affascinante, anche i vari luoghi e location sono ben descritte e i dialoghi sono appropriati alle situazioni e ai vari "attori" , perciò sono volgari,crudi e ornati da tutta una serie di oscenità.
Il finale è stato più o meno come me lo immaginavo privo di effetto sorpresa, ma in linea con il racconto.
Ho visto anche il film, molto fedele alla storia scritta sul libro e devo ammettere che mi è piaciuto di più.
Buona lettura.
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