Tutto quello che avremmo potuto essere io e te se non fossimo stati io e te
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Il titolo più lungo di sempre
Albert Espinosa è passato agli onori della cronaca in seguito al successo di "Braccialetti Rossi", serie televisiva spagnola importata in Italia e basata sull'omonimo romanzo, che ho letto e recensito tempo fa.
Siccome il libro mi è piaciuto,e siccome "squadra che vince non si cambia", ho appena finito di leggere un racconto (definirlo romanzo mi è sembrata un'esagerazione: è di sole 132 pagine) che porta la sua firma e che è entrato nel mio guinness dei primati per il titolo più lungo: "Tutto quello che avremmo potuto essere io e te, se non fossimo stati io e te".
Marcos ha appena perso la mamma e ancora nel vivo del suo lutto (che sfogherà nel corso dell'intera vicenda raccontando aneddoti sulla defunta e spiegando la sua personale filosofia di vita) decide di iniettarsi un siero, molto di moda nella sua Terra alternativa, che gli permetterà di non dormire più e di non avere più incubi.
Mentre sta per compiere questo gesto fatale viene chiamato d'urgenza dal capo della polizia, cui presta di tanto in tanto una collaborazione "tecnica" per svolgere un lavoro del tutto particolare: Marcos infatti ha il dono di poter percepire i sentimenti delle persone con un semplice sguardo.
La sua esperienza ha fatto si che capisse lo schema basilare dei sentimenti umani: essi sono dodici, di cui uno è collocato tra i più atroci e uno tra i più dolci, sentimenti che riesce sempre a distinguere e definire con precisione.
La persona che Marcos dovrà analizzare è stato definito dagli inquirenti uno "straniero" perché è un essere apparentemente umano spuntato fuori da un cratere improvviso e tenuto nascosto per tre mesi; a prima vista sembra un bambino di quattordici anni, ma nasconde un grande segreto, che sconvolgerà la vita del nostro protagonista e vi donerà un finale davvero emozionante.
Lo stile di Albert Espinosa è molto dolce e pacato, tanto da far sembrare i suoi libri dei racconti della buonanotte; le sue storie sono piene di tenerezza, amore per la vita e per gli affetti di ogni essere umano, sentimenti che l'autore amplifica sempre nei suoi testi, forse in risposta ad una vita non del tutto facile: Espinosa infatti è stato vittima di molteplici cancri per quasi dieci anni, subendo amputazioni e diversi cicli di chemioterapia prima della vittoria.
Chi ha già letto "Il piccolo principe" certamente troverà delle somiglianze tra gli stili sognanti dei due autori: leggere un loro libro è come ascoltare la sinfonia del carillon di vostra nonna e sentire il profumo di casa.
E.T. cerca casa, pianeta numero sette o numero tre
Marcos è alla finestra, guarda distratto il formicaio di uomini e donne che è in fondo a Plaza de Santa Ana,sua madre, la sua amatissima madre, è morta; un dolore immenso lo stà tormentando, ha deciso così di iniettarsi la "cetamina" un nuovo tipo di sostanza chimica che elimina negli uomini la necessità di dormire, "regala" ai fruitori una vita con giornate di 24 ore, non c'è bisogno di riposare,il movimento è tutto,la vita vissuta raddoppia, i sogni belli o brutti spariscono!
Marcos, da un'ora sta aspettando che arrivi il chimico che gli venderà le iniezioni, d'un tratto il telefono squilla,il suo capo gli chiede di rientrare immediatamente in centrale, la notizia che gli grida nella cornetta è sconcertante: "Abbiamo catturato un extraterrestre!, devi venirlo a interrogare,subito!"
Come potete ben capire , da questa breve introduzione , questo è un romanzo particolare, a metà strada fra la "Profezia di Celestino e l'Alchimista", lo scrittore con non poca fantasia vi porterà a riflettere sull'amore,il sesso e la morte, dunque , come potete intuire, solo qualcuno che è straniero sul nostro pianeta potrà offrirci una lettura completamente originale di questi tre enigmi.L'appuntamento è davanti al Teatro Espanol in Plaza de Santa Ana, danno "Morte di un commesso viaggiatore", "Arthur Miller" vi darà il primo indizio per la soluzione degli enigmi.
P.S.: Il testo è di facile lettura, speravo ,tradito dalla pubblicità e dalle vendite in Spagna,in qualcosa di più originale, come la citata "Profezia..." fa parte di questo genere che ha la pretesa di rivelarci grandi verità ma alla fine sa solo annoiare con le banalità.
di Luigi De Rosa