Tsugumi
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Comprendere ed oltre
Quando leggi un libro che come titolo riporta solo un nome sai che probabilmente quel nome è tutto il libro anche se, paradossalmente, non capisci cosa significa fintanto che non lo hai letto e fatto tuo. Questo è il caso di Tsugumi di Banana Yoshimoto.
Il libro viene narrato dal punto di vista di Maria, cugina di Tsugumi che, dopo aver vissuto con lei l’infanzia alla pensione Yamamto, proprietà del casato di Tsugumi, se ne allontana per andare all’Università a Tokyo e seguire la sua famiglia finalmente riunita, dopo il definitivo divorzio del padre dalla prima moglie. E qui abbiamo la prima sorpresa, invece di raccontarci la tragica storia di una figlia che vive in una famiglia divisa, di tradimenti e dolore, ci racconta di legami profondi nati al di fuori del matrimonio ma che evolvono positivamente fino a mutare in una vera famiglia con due veri genitori che amano la figlia. Questa famiglia è vera tanto quanto quella in cui ha vissuto la sua infanzia con le cugine e gli zii, mostrando uno spaccato della grande unità parentale che troviamo in Oriente.
La storia è in realtà semplice, il racconto adolescenziale di un’estate in cui la giovane Maria torna al paese in cui è cresciuta prima che tutto cambi, prima che la pensione sparisca per lasciare il posto ad un albergo, per stare con Tsugumi e la sorella Yoko, che troviamo sempre tranquilla quasi sullo sfondo, ma che è presente più di quanto non si noti. Ed entrambe sono al fianco di Tsugumi, bella, intelligente, esuberante, dal carattere difficile e controverso, malata da sempre e rinchiusa in una gabbia di dolore contro la quale combatte quotidianamente, una gabbia di malattia che limita il suo corpo ma non riesce a contenere il suo spirito. Indomabile, intelligente a tratti cattiva solo la cugina Maria è mai stata in grado di comprenderla senza limitarsi a giustificarne i comportamenti con la malattia, andando oltre l’affetto famigliare e la compassione. Qui vedremo il primo amore di Tsugumi, la sua fame di vita, la consapevolezza dell’avere poco tempo che la porta a vivere tutto con un’intensità che la conduce a prevaricare i limiti, a trovare soluzioni estreme, a volte spaventose e crudeli, solo la cugina riesce a tratti a capirla e a prevederne il comportamento fuori da ogni schema. Il legame di amicizia tra le due ragazze è forte, nonostante i comportamenti calcolatori ed a volte di incommensurabile cattiveria da parte di Tsugumi, per capire come e fino a che punto non resta che leggere ogni pagina del libro fino all’epilogo.
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Il mare sta a guardare
Resoconto dell'estate di passaggio tra la vita adolescenziale e quella adulta nel paese dell'infanzia, semplicemente una cronistoria con sullo sfondo uno corridoio di terra, stretto tra le montagne e il mare, per narrare le vite di due cugine segnate dalla loro profonda amicizia. Maria, in prima persona, racconta le sue avventure con Tsugumi, da sempre malata, che per non essere compatita, ha schermato la malattia con la cattiveria e il cinismo.
Con una scrittura delicata ed elegante viene raccontata un storia di vita quotidiana, dando molto rilievo ai sentimenti e ai pensieri intimi dei personaggi. L'introspezione è accompagnata alla caratterizzazione del luogo e alle influenze che può avere sulle persone che ci vivono. Solitudine, tristezza, gioia, paura del futuro e necessità di cambiare sono i temi che la fanno da padrone, rappresentati senza eccessi, senza rivelazioni o principi di vita assiomatici.
Naturalezza e purezza i pregi di questo romanzo che può trovare un posto tra le letture da compiere.
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Tutte quelle cose che...
Un’estate, l’ultima trascorsa assieme, a rafforzare il legame, da sempre conflittuale ma profondo,
di due cugine diciannovenni molto diverse l’una dall’altra. Tsugumi e Maria.
Banana Yoshimoto, come sempre, attraverso una storia dalla trama molto semplice e lineare che non insegue suspance, costruzioni ad effetto o colpi di scena particolari, riesce a creare, con il suo linguaggio estremamente poetico e sognante, un mondo fatto di atmosfere intense, visibili, palpabili; di paesaggi interiori i cui contorni, luminosi od oscuri che siano, sono rifiniti con leggere pennellate sempre morbide e nitide, mai sbiadite o approssimate.
Se qualcosa sfuma, a fine lettura, può trattarsi soltanto di un tramonto che si scioglie caldo fra le pagine, o di tutte quelle cose che, confinate a lungo in un unico colore dentro il petto, sembrano infine non conoscere alcun margine.
A chi ama la poesia e le piccole cose, così piccole che non sembrano possedere luce alcuna. Ma solo a uno sguardo poco attento.
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Uno spicchio di mare giapponese
Una cartolina da un lembo della penisola di Izu e’ l’ambientazione onnipresente in questo breve romanzo della Yoshimoto.
Un piccolo paese, adagiato tra il profilo di una verde montagna ed il riflesso azzurro del mare che lambisce la lunga spiaggia.
Una minuscola pensione a gestione familiare.
Un’estate indimenticabile , di incontri e abbracci, di ricordi e cambiamenti, di lacrime e sorrisi.
Tra le passeggiate col cane in riva al mare e le chiacchiere alla luce della luna, il racconto dell’amicizia di due ragazze : Maria e Tsugumi.
Maria che lascia il piccolo paese per trasferirsi a Tokyo con la famiglia ed iscriversi all’universita’.
Tsugumi che non ha mai lasciato la sua casa a causa della sua precaria salute.
Molto malata fin da bambina, Tsugumi ha pero’un temperamento forte ed estremamente vitale che esplode in una repentina energia negativa verso le persone che la amano e da sempre temono per la sua salute.
Ma Tsugumi e’ cosi’ e nessuno potra’ cambiarla, se non il trascorrere del tempo.
Una creatura tanto bella – lunghe ciglia nere su pelle nivea – quanto fragile e detestabile.
La debolezza dell’involucro non sempre corrisponde alla debolezza del contenuto.
Tsugumi e’ argento vivo.
Un romanzo breve e molto semplice, ma gradevole e gentile, come del resto, nella sua estrema semplicita’ lo e’ la penna dell’autrice.
Ammetto di non amare il suo stile, non mi emoziona particolarmente, diciamo che pero’ scrive storie brevi e quando la trama e’ gradevole come in questo romanzo , non posso negare lo si legga volentieri.
Tra un libro e l’altro, un piacevole intermezzo al sapore di sale, con retrogusto orientale.
Buona lettura