Tre uomini in barca. Tre uomini a zonzo
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Opinioni inserite: 7
Tre imbranati
Classico della letteratura inglese, consigliato anche come libro per ragazzi. Il primo impatto è lo stile, l’eleganza intrinseca della scrittura e del linguaggio, anche se questo stesso stile, dopo pochi capitoli, un po’ comunque stanca, perché dà lentezza alla lettura. La storia viene considerata un classico della comicità anglosassone, con molti intermezzi e divagazioni che ti fanno anche perdere il filo dell’avventura. Non lo definirei comunque un libro spassoso, piuttosto invece molto rappresentativo dell’humour inglese, davvero molto british in tutte le sue espressioni. Bella la cornice della campagna inglese, che forse è la migliore protagonista, fra tutti. Interessante l’osservazione della necessità di una “barca leggera”, perché in barca, così come nella vita, è bene portare con te solo l’essenziale.
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Tipico humor inglese
La prima volta che lessi Tre uomini in barca fu ai tempi della scuola elementare. All'interno dell'edificio vi era una biblioteca e circa tre volte all'anno le maestre chiedevano a ognuno di noi di scegliere un libro e di leggerlo. Ognuno poteva scegliere ciò che più lo ispirava e io puntavo sempre sui classici: Moby Dick, Ventimila leghe sotto i mari, Piccole Donne eccetera. Poi un giorno mi capitò tra le mani proprio Tre uomini in barca e fu amore a prima lettura. Pur avendolo letto numerose volte da allora la mia opinione a riguardo non è mai cambiata.
Il libro narra delle vicende di J. Harris e George alle prese con un viaggio in barca sul Tamigi. Con questa frase ho descritto la storia dall'inizio alla fine. Non ci sono colpi di scena o finali a sorpresa, il libro è tutto qua. La storia viene poi condita da numerosi aneddoti, ricordi di avventure passate e ricche descrizioni storiche e paesaggistiche (residui della forma originale del libro, il quale era nato come guida turistica piuttosto che come romanzo di narrativa). Alcune descrizioni risultano essere esageratamente prolisse, ma possono essere tranquillamente saltate. Le parti comiche sono ben fatte, mai sopra le righe o volgari, basate principalmente su equivoci e sulle situazioni ridicole-disastrose che si vengono a creare durante il viaggio. E' comunque un libro scritto più di 100 anni fa, quindi è più che comprensibile se questo tipo di umorismo non è di gradimento a molti. Io stesso non sono scoppiato in fragorose risate a ogni pagina, ma a distanza di anni lo rileggo comunque con piacere e sempre col sorriso.
Tre uomini a zonzo lo lessi tanti anni fa e non lo rilessi più, non è al livello del primo.
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Una chicca.
Questo libro l’ho letto circa un paio di anni fa ma avevo lasciato un commento su Anobii piuttosto scarno ed ho deciso di rispolverarlo per dirvi qualcosa di più.
Innanzi tutto, piccolo accenno sulla vita dell’autore: Jerome Klapka Jerome.
Questo signore dal nome piuttosto “curioso”, è nato il 2 maggio del 1859 a Walsall, Inghilterra centrale, da Jerome Clapp e Marguerite Jones. Egli fu sempre desideroso di entrare in politica o diventare un uomo di lettere, ma nel 1872 morirono entrambi i genitori e fu costretto ad accantonare questi suoi desideri per trovarsi un lavoro. Non era il solo rimasto della famiglia: delle due sorelle, Paulina e Blandina, una in particolare avvicina il fratello al teatro, che con uno pseudonimo (Harold Crichton) intraprende la strada di attore. Purtroppo la compagnia teatrale era tra le più squattrinate e a 21 anni decide di mollare tutto per dedicarsi alla carriera giornalistica, scrivendo saggi, satire e storielle che ebbero tutt’altro che successo. Provò svariati lavoretti ed un minimo di successo cominciò a riscontrarlo nel 1885 con il libro umoristico intitolato “Sul palco - e sotto”. Nel 1888 sposò Ettie (Georgina Elizabeth Henrietta Stanley Marris) che aveva avuto una figlia dal precedente matrimonio. Dalla luna di miele passata sul Tamigi su una barchetta, Jerome fu colto dalla ispirazione che lo portò a stendere a partire dal loro ritorno dalla luna di miele. Il libro ebbe enorme successo a livello mondiale e i proventi delle vendite permisero a Jerome di dedicarsi alla scrittura producendo successi e non.
Non aggiungo altro, siamo qui per parlare del suo più grande successo e credo di aver dato notizie a sufficienza.
Allora, innanzi tutto, “Tre uomini in barca”, parla delle avventure di 3 amici (Jerome, Harris e George) durante la loro risalita del Tamigi, in compagnia del cane Montmorency. Si susseguiranno svariate gag comiche sui piaceri e i dispiaceri della vita in barca, dal rischio di caduta in acqua, al problema dell’approvvigionamento dei viveri, alla costruzione di una tenda sulla barca stessa. Un tipico romanzo ricco di humor inglese che non manca di essere apprezzato anche dal resto dei lettori.
Secondo il mio punto di vista, il successo che ha avuto ai tempi è più che meritato. Lettura piacevole e scorrevole, adatta a qualsiasi momento della giornata nella quale si abbia voglia di svagarci un po’ e, perché no, farci anche due risate. L’unica pecca sono i periodi talvolta lunghissimi ed interminabili (io non sono un’amante delle 70 subordinate per frase), però si legge che è un piacere comunque.
Personaggi ben caratterizzati, ambientazione descritta a sufficienza senza troppe dilungaggini inutili e storielle molto sfiziose. Purtroppo vorrei aggiungere qualcosa di più ma ne è passato di tempo da quando l’ho letto e non ricordo tutto alla perfezione.
Vi prometterò una rilettura appena possibile, così da aggiungere altro a questa recensione un po’ superficiale. :(
In conclusione: vi consiglio di dargli una lettura, è carino e alla portata di tutti, adatto anche a chi ha poco tempo per leggere.
Buon divertimento!
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Elegante esempio di umorismo inglese
Siamo alla fine del diciannovesimo secolo e in una mattina di tarda primavera o di prima estate, come preferite, comincia questo viaggio sulle acque del Tamigi che parte dalla città di Kingstone, prosegue fino a Oxford e da qui inverte la rotta per un piovoso ritorno. Lungo il tragitto Jerome ci guida tra luoghi storici sulle orme di personaggi del calibro di Giulio Cesare, che proprio a Kingstone attraversò il fiume con le sue legioni; di Re Giovanni, che su una delle isolette sparse sul corso d’acqua si dice firmò la Magna Charta; di Enrico VIII che in un giardino di Ankerwyke House, vicino alla Punta dei Picnic, incontrava la sua Anna Bolena. Tra riferimenti storici e amene descrizioni seguiamo le comiche disavventure dei protagonisti, l’ipocondriaco J. (lo stesso Jerome), lo scaricabarile Harris, il dormiglione George e il pestifero fox-terrier Montmorency. A bordo di una barca a remi i quattro si avventurano in una rocambolesca traversata in cui ne combinano di tutti i colori: lotte con barattoli di ananas e bricchi del tè, esperimenti culinari e musicali, eroici bagni nell’acqua gelida e tante altre divertenti gags. Inoltre rievocano spassosi episodi (come la storia di zio Podger che attacca un quadro) e bacchettano la società con simpatiche ed ironiche considerazioni sulla vita e sulla gente. Un elegante esempio di umorismo inglese che non suscita risate grasse e volgari ma sano divertimento e sinceri sorrisi stimolando anche la riflessione e che proprio per questo non passa mai di moda e dopo tanti anni risulta ancora una godibile lettura per passare qualche ora spensierata.
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TRE UOMINI IN BARCA.... PER NON PARLAR DEL CANE!
Questa opera della fine dell'ottocento è veramente un capolavoro dell'humour inglese, che solo chi ama questo tipo di comicità può apprezzare fino in fondo.
Ricco per ovvie ragioni di vocaboli ormai inutilizzati e parole antiquate, risulta comunque avere uno stile fluido e di piacevole lettura.
Il libro racconta del viaggio in barca di tre amici Jerome, Harris e George che vagano, insieme al cane Montmorency che diventa a tutti gli effetti un co-protagonista, lungo il fiume Tamigi. Nel corso di questa vacanza i tre amici raccontano aneddoti, rievocano fatti e vivono avventure che strappano al lettore continue risate.
La comicità è oltre tutto messa in risalto dal modo in cui i protagonisti affrontano, filosofeggiando con leggerezza, le vicissitudini e gli accadimenti della vita. Indimenticabile la preparazione del the con le purissime acque del fiume Tamigi...
Davvero divertente e di alto valore letterario, indiscutibilmente vale la pena di essere letto.
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una simpatica lettura
Ogni tanto è bello leggere libri di vecchia data e ricordare i termini, le descrizioni, i vocaboli....molti dei quali non fanno più parte oggigiorno.
A volte paragonavo i personaggi con le avventure di Mr Bean ( e secondo me gli autori si sono ispirati molto a questo libro). A volte noioso e a volte spassoso, però merita d'esser letto.
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Very British
Non so come sia stato possibile, giuro, proprio non lo so.
Questo è l'ultimo dei libri che mi sarei mai aspettata di leggere. E' piccolo, innocuo, sta lì, buono e mensueto tra le belve letterarie che hanno fatto parlare di sé molto di più di questo misconosciuto e “taciturno” classico di fine '800.
“Tre uomini in barca (per non parlare del cane)”: chi diavolo ha mai sentito nominarlo!!
Ecco, sono libri come questo che mi danno uno schiaffo morale e culturale; e pensare che non ho neppure mai intravisto il nome Jerome tra i miei libri scolastici. Ahh il piacere della scoperta!
Ritornando al libro (lo so, mi dilungo sempre troppo!)..
Un viaggio, una barca, il Tamigi che scorre e tre uomini pronti per l'avventura.
Jerome (protagonista e narratore), Harris e George (personaggi realmente esistiti – l'ultimo era addirittura il coinquilino di Jerome) che con le loro gag e i loro buffi comportamenti regalano ore spensierate e rasseretanti al lettore. Qualcuno esclamerebbe, a gran voce, “Very British!”... Ebbene lo è, nel senso che l'humour è quello tipico inglese, il quale suscita sorrisi ma mai risate grasse e stupide, poiché gli inglesi sono dei “gentlemen”.... caspita ragazzi!
Episodi della trama che riportano a flashback o ad avventure varie che hanno lo scopo di suscitare il “riso”, ma che in fondo vogliono mettere in risalto la vita così come ci viene data, con i suoi momenti alti e bassi, ma soprattutto incitandoci ad affrontarla con un pizzico di autoironia, che non guasta mai.
Un libro che, in realtà, nacque per essere una guida turistica, trasformato in un romanzo pseudo-spassoso dal titolo “Three Men in a Boat (To Say Nothing of the Dog)” il quale non mi sento né di consigliare e né di bocciare, poiché qualche sorrisetto me l'ha strappato (uno tra gli episodi più esilaranti, riportato effettivamente anche come uno dei più famosi del libro, è la scena dello zio Podger, alle prese con un quadro “malvagio” da appendere).
Da leggere, sì, sotto l'ombrellone, senza molte pretese e/o effetti speciali.
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