Timbuctù Timbuctù

Timbuctù

Letteratura straniera

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Abituati a viaggiare insieme sulle strade americane, Willy, poeta giramondo, e Mr Bones, cane dalla spiccata intelligenza, vengono separati dai freddi giochi del destino. Mr Bones dovrà imparare a cavarsela da solo e a difendersi anche da chi sembrerà volerlo aiutare. Così continuerà a fuggire, finché in lui si farà strada la convinzione di poter raggiungere Willy a Timbuctù, terra favolosa dove uomini e cani parlano la stessa lingua e conversano da pari a pari. Che cosa sia davvero Timbuctù, Mr Bones non lo sa, a parte qualche frase sibillina buttata lì da Willy nei suoi discorsi di poeta maledetto e infaticabile clochard. Eppure è proprio in quel luogo che un brutto giorno il poeta se n'è andato lasciando solo il fedele quadrupede.



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Timbuctù 2017-05-08 09:36:27 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    08 Mag, 2017
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Due sulla strada verso il Paradiso di Timbuctù

Willy G. Christmas e Mr. Bones sono una coppia inseparabile. Il primo è un bipede logorroico di origine ebraica, con vocazione alla poesia ed alla filosofia estemporanea. Dopo un tumultuoso periodo fatto di droghe ed alcool, ha deciso di votarsi anima e corpo alla causa di Babbo Natale tradendo le sue origini religiose con orrore della madre, profuga polacca, che lo vede ora come un nazista sterminatore d’ebrei. Lui, però cerca solo di migliorare il Mondo che lo circonda, magari usando gli ultimi spiccioli che gli restano in tasca per aiutare qualcuno che non sta peggio di lui; oppure donando all'Umanità (o alla Caninità) un ritrovato che migliori la fruizione della vita. Il secondo è un fenomenale bastardino a quattro zampe di spiccata intelligenza che si beve come nettare ogni parola che esce dalla bocca del suo padrone durante i loro lunghi pellegrinaggi nell'America fine anni ’80. Purtroppo, però, il destino si è messo di traverso e Willy, con la salute ormai irrimediabilmente minata dai continui eccessi, sta per lasciarlo, per partire alla volta di Timbuctù, il luogo meraviglioso in cui uomini e cani parlano la stessa lingua. Il povero Mr. Bones, restato orfano del suo padrone, cercherà di sopravvivere, magari sperando nell'adozione da parte di qualche bambino di buon cuore. Tuttavia, sperimentate le varie occasioni che gli si presenteranno, alla fine deciderà che, forse, l’opzione migliore è proprio quella di raggiungere il suo amato Willy a Timbuctù.

Ho letto “Timbuctù” intrigato dalle recensioni lette qui su qlibri e, sostanzialmente, le mie aspettative non sono state deluse.
E’ un bel libro sulla fedeltà che gli animali dimostrano di avere in misura enormemente superiore a noi bipedi senzienti. Ma sotto questo profilo non si discosta dai molteplici libri simili che popolano la produzione mondiale. Quest’opera se ne differenzia, invece, perché ci mostra il mondo degli umani attraverso i pensieri del tenerissimo Mr. Bones a cui non possiamo non affezionarci sin dalle prime righe.
La storia viene raccontata con lo stile logorroico che il cane ha appreso dal suo padrone, un attempato beatnik girovago, amante della poesia e dei voli pindarici sconclusionati. I lunghi vaneggiamenti di pensieri in libertà dal gusto un po’ retrò, ma con, in nuce, un fondo di filosofica verità, una goccia di saggezza naif, riempiono pagine e pagine di questo libricino per il resto abbastanza minimalista.
La narrazione procede piuttosto lineare, come lungo una serie di binari che ci conducono verso quella che è l’inevitabile, malinconica conclusione che sin dall'inizio ci possiamo aspettare.
Giunto alle ultime parole mi sono sentito un po’ tradito, perché, forse mi aspettavo un maggior approfondimento di certe situazioni o di quell'incerto filosofeggiare che spesso viene delineato come un mero abbozzo a carboncino; o, forse, perché speravo in una maggiore articolazione dell’intreccio o, magari solo, in una fine più gratificante. Tuttavia, chiuso il libro, ho visto l’immagine del cagnetto ritratto di sguincio in copertina trasfigurarsi in quella delle decine di bestiole simili che accompagnano i tanti punkabbestia che affollano le nostre strade ed ho provato una incontenibile empatia per questi animali che chiedono solo di essere amati, ma che rischiano tutti un destino simile a quello di Mr. Bones. Così ho capito che “Timbuctù”, in fondo, è anche il loro “Manifesto”, il racconto simbolico della loro vita ed ho trovato un motivo di più per dare una positiva valutazione dell’opera.

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Timbuctù 2017-01-23 08:49:35 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    23 Gennaio, 2017
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Willy & Mr Bones

L’incontro con quell’eccentrico, stravagante e logorroico compagno di vita, Willy G. Christmas, è stato per Mr Bones il momento in assoluto più significativo, quello che ha segnato il suo percorso ed il suo destino.
Quante le avventure passate insieme, quanti gli intoppi in quella realtà vissuta al limite, senza ambizione e con un grande talento mai veramente coltivato, forse anche sprecato, quello della scrittura. Una sola persona ha riconosciuto sin da subito la sua arte, Mrs Swanson, ma come rintracciarla dopo così tanti anni? Per Willy non c’è più tempo, la sua ora è giunta, i suoi polmoni sono stati invasi dal male e l’unica cosa che può fare è cercare di salvare il suo fedele alleato dalla strada, dal canile, dalla fame e dal freddo. Ha inizio così la corsa della strana coppia verso Baltimora, percorso e viaggio in cui l’uomo spiega al canide che a breve il loro comune cammino sarà separato perché lui dovrà intraprendere quello necessario a raggiungere Timbuctù, un luogo ad oggi lontano ma dove forse un giorno potranno rincontrarsi ed abbracciarsi parlando la stessa lingua.
Quella di Paul Auster è una storia semplice ma fondata su valori morali di grande impatto. Il racconto si incentra infatti non solo sull’innegabile legame che unisce uomo e animale da compagnia, ma si sostanzia nella forza di quel rapporto stesso, così simbiotico, così ricco, che nemmeno il degrado, la solitudine e la povertà riescono ad intaccare. E così, anche quando Mr Bones deve dire addio al suo padrone, non si arrende, e tra flashback e ricordo, si incammina verso Timbuctù perché l’assenza non fa venir meno la lealtà che da sempre gli è propria.
Con una penna che si mette in gioco e munita di stile pungente, ironico e senza pretese, l’autore ci regala un’opera attuale, contemporanea; un testo piacevole che seppur si concluda in poco più di una giornata, tocca le corde più intime del lettore, invitandolo a riflettere sul valore della vita e su quelle componenti che possono renderla veramente unica e degna di essere vissuta.

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Timbuctù 2016-05-26 09:00:28 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    26 Mag, 2016
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Vengo anch'io, no tu no

Mr. Bones venne accolto che era piccino da quel fenomeno di Willy G. Christmas, poeta e scrittore di gran mole ma di nessun riconoscimento, girovago e stravagante, uomo coerente e privo di ambizione, folle e logorroico compagno  di tutta la vita. 
Poi la malattia invade i polmoni e Willy non puo’ piu’ negarsi di essere allo stremo, deve occuparsi al piu’ presto del destino del suo pupillo. E cosi’, trascinandosi verso Baltimora, spiega a Mr. Bones che ben presto dovra’ lasciarlo per raggiungere Timbuctù, un luogo dove un giorno cane e padrone potranno riabbracciarsi, parlando la stessa lingua.
Il romanzo racconta un cammino lungo l’esistenza di due vagabondi uniti da un forte legame di amore e rispetto, dove la solitudine ed il degrado non riescono ad emergere dal profondo greto del fiume dove passeggiano serenamente.

La vicenda si snocciola dalla voce del canino io narrante, che dal presente sulla soglia di un Addio delinea i protagonisti approfittando del flashback e poi , una volta giunto l’inevitabile Indomani dove impera la lotta per la sopravvivenza del randagio , ci scalda col ricordo indelebile dello scomparso Natale. 
Nel viaggio verso Timbuctu’, l’assenza non fa il cane meno fedele.

"...e anche se adesso gli occhi benigni che lo guardavano erano dentro di lui, in un senso piu' ampio non cambiava, perche' quegli occhi erano l'esatta differenza tra sentirsi soli e il non sentirsi soli al mondo."

Piacevole la penna americana e contemporanea, frizzante con inserti di una certa comicita’ , tragica e realistica on the road . La lettura e’ gradevole e l’aneddoto conduce ad una riflessione sul valore della vita, depurato dalla rincorsa al consumismo verso un percorso per la maggiore anomalo, ma compiuto, completamente vissuto, senza nulla chiedere e nulla pretendere da chicchessia.

Buona lettura.

 

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