The hate u give
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Necessità di giustizia
Starr abita nel ghetto nero di Garden Heights, posto dominato da gang in cui crearsi un futuro che non sia già scritto nel sangue o destinato al carcere appare utopico. A lei i genitori hanno dato una grande chance, frequenta infatti una scuola prestigiosa che potrebbe offrirle ghiotte opportunità. Vive due mondi separati di netto ma in entrambi è ben inserita seppur tenti di nascondere le sue origini. Al ritorno da una festa il suo amico d’ infanzia Khalil viene freddato sotto i suoi occhi da un poliziotto. Nessun motivo alla base del brutale gesto, solo la paura instillata dal pregiudizio.
Starr, unica testimone, si dovrà convincere a raccontare la sua storia per ottenere giustizia, mentre il quartiere viene messo a ferro e fuoco da una violenta protesta.
Romanzo appassionato e doloroso, dalla scrittura scorrevole ed incisiva, capace di trattare tematiche dure senza scadere in moralismi spicci o ,peggio, in giudizi affrettati di stampo etnoculturale.
Angie Thomas descrive una realtà a lei evidentemente nota accogliendone le contraddizioni e facendo al tempo stesso emergere l'orgoglio e la necessità di urlare il proprio sdegno.
Il suo tuttavia è un approccio cui l'amarezza e la rabbia, pur presenti, non trovano mai cieco e furioso libero sfogo, ma producono una costruzione degli eventi lucida e incalzante, in cui una ragazzina come tante, si trova coinvolta in un fatto dall’ enorme risonanza. Tra l’ altro con immenso timore di rappresaglie non solo da parte di chi la dovrebbe proteggere, ma anche da parte della sua stessa gente, da quella fetta marcia che appesta l'intera zona decretandone la poco lusinghiera fama.
L'ottima definizione dei personaggi e la presa di coscienza della protagonista fanno di “The hate u give” un romanzo equilibrato senza particolari sbavature, capace di raccontare un microcosmo da sempre vessato e stigmatizzato a prescindere. Thomas concede libertà di parola a coloro cui solitamente nulla è concesso, riesce a non scadere in banalità e soprattutto non risulta accomodante, creando inoltre intense deviazioni dall’ argomento principale senza mai perdere di vista il lodevole fine.