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Svegliamoci pure, ma a un'ora decente

Letteratura straniera

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Paul O'Rourke vive a New York in un appartamento su due livelli con vista sulla Brooklyn Promenade. E, tuttavia, Paul O'Rourke ha un grave problema: tutte queste cose che racchiudono la sua vita gli appaiono soltanto parti. E le parti - e qui viene la fregatura - non sono tutto. Uno studio di dentista di successo non è tutto, i Red Sox, il lavoro, lo svago, gli chef, niente può essere veramente tutto, se ciascuna cosa riesce a occupare perfettamente il tempo soltanto per un certo periodo. Persino Connie, la ragazza con cui ha avuto un'intensa relazione, non può essere tutto.



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Svegliamoci pure, ma a un'ora decente 2014-09-04 12:06:16 Donnie*Darko
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Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    04 Settembre, 2014
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Nuova identità virtuale

Confuso. E' il primo aggettivo che mi viene in mente una volta terminato questo romanzo del promettente Joshua Ferris, al quale chiederei volentieri dove diavolo volesse andare a parare. Non che gli intenti siano totalmente oscuri, però la trama statica, la tendenza al prolisso e al compiacimento fanno di questo romanzo una lettura noiosa, a tratti addirittura bolsa come un pachiderma. Ferris mette sul piatto una miriade di argomenti, riempie la vita del protagonista a dismisura non riuscendo quasi mai a gestire con agilità i vari passaggi. Gli sviluppi delle situazioni sono poco trascinanti, spesso pregni di riflessioni reiterate ed ammorbanti.
Protagonista è Paul, affermato dentista newyorkese incapace di apprezzare il bello della vita. Ogni cosa lo annoia, passa le serate in modo anonimo ed il massimo della libidine per lui consta nello scrivere su forum in cui si parla della sua squadra preferita di baseball, i Red Sox.
Un bel giorno appaiono profili a suo nome nei social network, più un sito che sponsorizza lo studio dentistico. Non avendo mai avuto l'intenzione di pubblicare on line alcunchè di personale Paul brancola nel buio, restando ulteriormente spiazzato dalle frasi di natura religiosa che capeggiano nelle pagine associate alla sua identità.
Il poco simpatico scherzetto ordito a sua insaputa scatena un 'investigazione, con il truffato deciso a risalire all'identità e alle motivazioni del suo sedicente alter ego.
Ferris parla di social network e li condanna con ironia, allunga l'occhio sulla religione e ne inventa una di sana pianta come a dimostrare che non è poi così difficile abbindolare qualche gonzo con una marea di sciocchezze, al tempo stesso si sofferma sul protagonista, ne analizza la psicologia cercando di trarre spunti soprattutto dal periodo infantile e dalle relazioni sentimentali.
Il risultato è un romanzo lento e presuntuoso, in cui le variazioni sui temi intavolati più che appassionare inducono il sonno; la prosa è sicuramente encomiabile come l'idea di stendere i dialoghi mediante un punto di vista unilaterale.
Buono l'avvio capace di incuriosire, poi (se leggete di sera) rischiate di svegliarvi all'alba con l'abat-jour ancora accesa e il libro spalmato in viso.

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