Sunset Limited
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Cosa ci tiene con i piedi per terra quando passa i
Avviso:la recensione contiene anticipazioni sul finale.
Un improbabile dialogo attorno al tavolo di cucina di un appartamento popolare: un bianco upper-class, cinico intellettuale fieramente coerente al convincimento che l’esistenza sia null’altro che un’inutile galleria degli orrori e stoicamente refrattario a qualsiasi illusione consolatoria; un nero, avanzo di galera, “illuminato” dalla fede proprio sul fondo del baratro, che ha costruito una nuova esistenza sulla Bibbia e sulla convinzione che, al fondo di tutti e tutti, c’è una «vena d’oro», quella «cosa eterna». Le circostanze che li hanno fatti incontrare sembrano confermare entrambi i punti di vista: un’assurda casualità, utile solo a prolungare l’angoscia dell’esistenza di qualche ora, ha fatto concludere il salto del primo, destinato alle rotaie del Sunset Limited, tra le braccia del secondo: quasi un’investitura, per quest’ultimo, al ruolo e alla responsabilità di restituirlo alla vita, intesa come speranza e pienezza di significato.
Non c’è redenzione e non ci sono miracoli in questo «romanzo in forma drammatica»: ci sono abissi di disperazione e squarci di luce, tragedia e commedia al tempo stesso, ma senza catarsi. Solo una domanda rimane, alla fine: cos’è «che fa stare la gente coi piedi fermi per terra quando passa il SUnset Limites»?
Una lettura a freddo, da fare con lucidità e presenza di spirito, tenendo testa alla prosa lucida e a tratti glaciale, mai banale, di McCarthy; a tratti faticosa, soprattutto laddove include anche i silenzi, le battute che si corrispondono, i monosillabi che marcano la distanza tra gli interlocutori. Con lampi di luce al fosforo, come nella disperata battuta finale che il nero indirizza a Gesù, e alla propria ostinata fede: «Non fa niente. Anche se non mi parli mai più lo sai che mantengo la tua parola».
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Black and White, Light and Darkness
Sunset Limited è una breve opera teatrale, trasposta anche in televisione, che tiene fede al proprio nome, travolgendoti come un treno in piena corsa. Come quel Sunset Limited, al di sotto del quale uno dei protagonisti aveva trovato la soluzione e la fine al tormento dell’esistenza, ma “salvato” appena in tempo dall’altro.
Non vi sono a questo punto che due individui in un sudicio appartamento, un bianco, stufo della vita e di questo marcescente mondo, e un nero, servo di Dio dal passato travagliato e violento. Si sederanno ad un tavolo con nient’altro che una Bibbia, dando vita a un dialogo tra la fede e il rifiuto di Dio, cercando di scrutare i motivi di un uomo che decide di darsi il capolinea al Sunset Limited.
Alla soffusa luce di questo mondo avvolto dalle tenebre, l’uomo non riesce a farsi strada, perché a rallentarlo, oltre al buio incessante, vi è la mancanza di un percorso preciso da seguire, di una mappa, mancanza che è dovuta a un’altra, ovvero quella di un obiettivo, di una meta da raggiungere. Come si può intraprendere un viaggio senza sapere dove questo ci dovrà portare? A quale scopo attraversare questo sentiero alla cieca, accompagnati soltanto da dolori e sofferenze? Un percorso al cui orizzonte non c’è altro che tenebra ancor più fitta, e quanto più lo si attraversa, tanto più si rimane delusi dal paesaggio e dalla perdita dei valori degli smarriti compagni di viaggio. Se il premio finale è la morte, perché non trovarla subito evitando un percorso, che è soltanto l’agonia dell’osservare un mondo che scivola sempre più a fondo?
Questo è il pensiero di chi rifiuta Dio o di ha paura di conoscerlo, Dio che può rappresentare l’unica fonte di luce. Egli ci offre un altra strada, ancor più difficile e tormentata, ma che non porta infine alle tenebre assolute, alla morte, ma alla vita eterna. Seppur nel cuore di ogni uomo è marchiata a fuoco la verità di Dio, l’imperfezione ha portato lì anche la tendenza a rifiutare quella verità, con la quale condivide lo stesso cuore, mutandolo in una sorta di yin yang pulsante.
Prima o poi però , ogni cuore dovrà cedere alla luce, o alle tenebre, non si può scappare.
McCarthy mette di fronte il bianco e il nero, in tutti i sensi possibili, ma non si sa se l’uno salva l’altro, o l’altro trascina l’uno nell’oblio.
Profondo come sempre.
“NERO: Se a qualcuno serve qualcos’altro a parte Dio, allora è in un mare di guai. E se stai dicendo che il mio modo di vedere il mondo è ristretto, bé, non posso darti torto. Certo, potrei farti notare che non sono io quello che stava al binario a riscaldare i muscoli per il grande salto.”
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McCarthy prosegue nella sua indagine dell'animo um
Nel libro "Sunset Limited" Cormac McCarthy pone faccia a faccia due tra le principali vertenze della sua esperienza narrativa; due uomini senza nome, identificati come "bianco" e "nero", si affrontano in un dialogo che si prolunga per 60 pagine, in quella che è una vera e propria battaglia tra posizioni filosofiche tra loro (forse) inconciliabibili.
L'atteggiamento agnostico, salvazionistico, filo-biblico dell'esperienza della vita e delle sue eterne speranze si confronta con il nichilismo freddo e razionale della conoscenza, in un dialogo che spazia nell'oceano delle cose materiali e immateriali che compongono l'esistere, pur mantenendo come fulcro il tema della morte, svolto in ogni sua declinazione.
La prosa Mccarthiana, secca, brutale, concreta, modula il tutto, infondendo alla narrazione una leggerezza non comune per un libro di pensieri, e lasciando spazio ad aperture di alta lirica e drammatica forza espressiva.
Un libro inaspettatamente complesso, alla cui luce rileggere l'intera opera dell'autore texano al fine di "sentire" le trame filosofiche che ne muovono gli scenari mozzafiato e i ruvidi protagonisti; un libro, a mio avviso, da leggere con calma, da godere come monologo, interpretato a voce piena, lasciando al suono la facoltà di rispettare l'emozione.
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Qual è il tuo Sunset Limited?
E' un testo tormentato, vorticoso, implacabile.
Un dialogo ininterrotto in una poverissima cucina. Una Bibbia sul tavolo, un Bianco e un Nero ai due capi della tavola.
Non sono due etnie a contrapporsi, ma idee e mondi differenti. Sapori, visioni, vissuti che si intrecciano nell'esasperazione dello scontro tra vita e morte mentre sprazzi di tagliente disperazione e sottile ironia rimbalzano tra vertigini e voragini di illusione e disperazione.
Due concezioni antitetiche rimangono sospese nella metafisicità di un dibattito quasi etereo, eppur pericoloso come lame.
Battute tra un professore e un nero, un ateo e un credente, la morte e la vita, la disillusione e la speranza.
E' l'eterno conflitto che si agita nella mente e prende forma sulla carta, con mirabile stile, mentre pensieri baluginano diretti e profondi nella coscienza.
Un dialogo che è ombra sfiorata dalla luce, confronto i cui temi rimangono quasi inafferrabili, convulsi come la vita stessa.
Una riflessione che non offre risposte, ma solo interrogativi. Cos'è che spinge al suicidio? Qual è la molla che scatta affinché una persona possa gettarsi sopra un treno ed abbracciare la morte? Qual è lo scopo dell'uomo su questo pianeta? La vita, è davvero un campo di lavori forzati dove ogni giorno vengono prelevate persone innocenti?
Non ci sono soluzioni, soltanto spunti per riflettere, per addentrarsi nel Sunset Limited, il confine tra vita e morte, il tramonto di ognuno di noi.
Cos'è la fede? Cos'è Dio? Perchè non c'è speranza, anzi, perchè la si perde? Da dove proviene tutta questa sfiducia? Perchè si arriva ad un punto in cui l'unico desiderio è morire, diventare nulla, nemmeno cenere, strapparsi da questo atomo nell'Universo in cui l'ombra sembra spesso più forte della luce?
McCarthy indaga l'animo umano, riflette sulla società, tra sottigliezze che alternano banalità, contraddizioni e ingenuità, presenta un dibattitto che è la natura stessa dell'uomo, due visioni in cui ognuno si riconosce e su cui ognuno cerca di crearsi una propria opinione.
Qual è il passo che ci separa dal Sunset Limited? Lo spazio e il tempo che ci separano dall'abisso del suicidio?
Probabilmente la speranza in qualcosa di migliore. Una speranza che però rischia di essere illusione, una menzogna. Forse è la fede, forse è Dio, per chi crede. Ma per chi non crede è forse l'ignoranza, il non dubitare, il non porsi domande.
E allora cos succede quando ci si interroga? L'uomo di cultura, capace di riflettere, può scegliere ancora se vivere o meno, se fare qualcosa affinché tutto cambi. L'uomo di fede mette il suo credo alla prova. La luce rischia di essere oscurata.
La vera salvezza, forse, non è la speranza, ovvero l'inattiva sicurezza di un'illusione fasulla, ma la capacità di reagire, di non scendere a compromessi con la rassegnazione. La vera salvezza è il coraggio di ricominciare, di ricostruire un mondo, o soltanto una vita, che sappia opporsi al degrado, alla sofferenza, alla "disperanza". per alcuni è la vita di Gesù, per altri è una vita che non esiste. E per i secondi il Sunset Limited rischia di distare pochi centimetri. Per i primi il Sunset Limited è una consolazione, che però rischia di trasformarsi in una drammatica disillusione.
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Per affrontare pagine del genere ci vuole stomaco e nervi saldi.
Perché ci si trova di fronte ad un libro claustrofobico, perché è una parabola su Dio e sul binomio vita/morte, perché certi passaggi sono difficili da digerire.
Un libro pregno di tematiche forti che si contraddistingue per la povertà di ambientazione e di personaggi. E’ infatti impostato su un dialogo tra due sole persone, completamente diverse per estrazione sociale, cultura e forma mentis; a testimoniarlo il nome stesso degli interlocutori: il Bianco e il Nero.
Il dialogo viene ‘registrato’ quando già è stato incominciato ed è difficile inquadrare gli argomenti principali. Si parla di vita, di morte, di suicidio, della libertà, di concezione del mondo, di Dio, di religione. Tutto questo ed altro, visto da due prospettive che seppur diverse paiono sempre più chiaramente i risvolti di una stessa medaglia.
L’ironia qua è fine e certe frasi sono bombe, molto più che aforismi. E anche se a volte si scende in stereotipi, il livello dell’opera non si abbassa. Ciò che mi ha colpito è lo stesso McCarthy, che come un cronista riporta fedelmente il dialogo tra i due ma non prende mai posizione e ci concede un finale assolutamente non scontato e ricco stimoli.
Da riprendere in mano e rileggere più volte. Di certo una sola lettura non basta, se si vuole cogliere l'intero spirito del libro e capire qualcosa in più di se stessi.