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La storia si apre con il rinvenimento di un cadavere nello stagno di Olba, luogo immaginario sulla costa della Comunità valenciana, in Spagna. Esteban, il protagonista, ha dovuto chiudere la sua falegnameria, lasciando i dipendenti disoccupati. Mentre accudisce il padre, entrato ormai nella fase terminale della sua malattia, Esteban indaga i motivi di una rovina che lo vede nel doppio ruolo di vittima e carnefice. Il benessere e il suo rovescio inseparabile, l’avidità. Lo specchio in cui guarda Esteban, a suo modo un uomo senza attributi, restituisce un’immagine fatta di sogni infranti e illusioni perdute. Nulla si è salvato dalla voracità di questi primi anni del xxi secolo. L’amore, la famiglia, l’amicizia, anche i codici sociali sono diventati parte del menu di questo banchetto solo per pochi.



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Sulla sponda 2015-01-22 18:47:33 ant
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ant Opinione inserita da ant    22 Gennaio, 2015
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Esteban, la Spagna e crisi dei valori

Un libro che analizza un fallimento personale di un ex falegname e parallelamente la decadenza, soprattutto a riguardo di valori e usi e costumi non solo della Spagna dove il romanzo è ambientato, ma un po' di tutto il mondo dall'economia capitalista. Si parte con digressioni relative a uno stagno di un paese immaginario sulla costa valenciana (Olba) e da lì il discorso si allarga a macchia d'olio, come dicevo in apertura, sulle vicissitudini personali del protagonista Esteban e anche delle illusioni degli anni '80 in Spagna con progetti e ambizioni di crescita economica, il più delle volte per molti andati in fumo. Analisi crude e spietate quelle di Chirbes, soprattutto autocritica feroce e senza scampo, libro molto diretto che è difficile da recensire, ma che lascia il segno. Estrapolo qualche passaggio per rendere l'idea, questo segmento riguarda pseudo ideali
... ""per poter resistere, per restare vivo, c'è bisogno di una buona dose di idealismo. Capacità di mentire a se stessi. Sopravvivono solo quelli che riescono a credere di essere ciò che non sono""...
poi sul baratro economico imminente di Esteban
"Vado a letto e mi sento soffocare e mi sveglio dando manate e urlando. Mia moglie si spaventa . Ma si può sapere che ti prende? "Credevo fosse entrato un ladro" è la scusa, e invece porto a letto le angosce quotidiane, perché ciò che prima non costituiva un disagio, adesso son diventati quattro assilli costanti, soprattutto per i figli: colazione, pranzo, merenda e cena""...
e digressioni sulle cose più tristi dela vita dette da Esteban alla governante straniera Liliana
...""la solitudine , Liliana, ecco cos'è la cosa peggiore, a sentire la gente. Non saprei che dirti. Forse è proprio così, perché in fin dei conti, la solitudine-come la denutrizione, la mancanza di vestiario, il caldo o il freddo- è soltanto una manifestazione del male vero, il male supremo, spaventoso, che qualsiasi persona con un briciolo di cervello deve evitare a tutti i costi, e non altro che la povertà, sì, Liliana, questo è l'unico vero male da che mondo è mondo, ma che lo dico a fare lo sai già. Da cosa sei fuggita tu, venendo qui?""...
Per meditare, bello

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