Narrativa straniera Romanzi Sul lettino di Freud
 

Sul lettino di Freud Sul lettino di Freud

Sul lettino di Freud

Letteratura straniera

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Il noto psichiatra Yalom ci porta nella mente dei professionisti della psicoterapia, con questo romanzo che narra le vicende di tre psicoterapeuti: Seymour Trotter, Ernest Lash, Marshal Streider. I tre protagonisti, le cui vicende personali e professionali si intrecciano, si trovano a condividere trionfi e fallimenti della loro pratica terapeutica. Yalom mostra al lettore come dietro la facciata del professionista si celino gli aspetti più squisitamente umani, proprio quegli aspetti che permettono al terapeuta di entrare autenticamente in relazione con ogni singolo paziente.



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Sul lettino di Freud 2016-06-28 14:02:11 68
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68 Opinione inserita da 68    28 Giugno, 2016
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Analisi e controanalisi.

La psicanalisi fulcro e contorno di un romanzo costruito sul rapporto terapeuta-paziente-terapeuta, in un intreccio delicato e misterioso che contempla ribaltamenti di ruolo, transfert e contro-transfert, vendette, arrivismi, sete di denaro e potere, pura attrazione e mal d' amore, semplice speranza di guarigione.
L' indagine principe, quell' esperimento psicologico che mira ad abbattere la barriera paziente- psicoterapeuta, in un rapporto duale equanime in cui l' indagatore diviene indagato e viceversa, in un interscambio continuo e cervellotico, ci pone di fronte a tematiche di vivo interesse, ovvero quale sia la reale posizione del terapeuta, a sua volta paziente, oltre alle emozioni, ai desideri, ai turbamenti da lui vissuti durante la terapia.
Yalom, da buon psichiatra, legge attraverso occhi di curatore ( i propri ), ma anche di assistito, e si interroga sulla bontà' del proprio agire e sulla correttezza degli strumenti in uso.
Nella narrazione ( siamo negli anni ' 90 ) tre psicoterapeuti divergono nelle strategie curative e nei comportamenti, chi per amore del denaro e del potere, chi cercando di salvare il proprio matrimonio, chi specchiandosi nei desideri e nei tormenti del paziente, riflettendo sul reale significato della terapia.
Ci si addentra in un terreno spinato, al limite della legalità', trasformando strada facendo una storia di intensi rapporti terapeuta-paziente-terapeuta in un thriller psicologico, usando le stesse armi della psicanalisi nella truffa a scopo lucrativo, mutando ruoli e relazioni, la vittima in carnefice e viceversa, rivisitando i profondi legami psicologici alla base di qualsiasi rapporto curativo, trasformando il desiderio di vendetta in desiderio d' amore, la verità' in dubbio, l' ovvio in mistero profondo.
Alla fine siamo in attesa di capire, di una svolta in un senso o nell'altro, ma, come la psicanalisi ci insegna, niente e' scontato, banale, unilaterale, il tempo cambia gli accadimenti e ridisegna passato, presente e futuro, i sogni esprimono desideri o ci difendono da un reale avverso, in un percorso di accettazione, di comprensione e cambiamento del profondo, in un nuovo inizio che è' anche la fine di un viaggio che pareva impossibile.
Ottima l' idea di analizzare il terapeuta ed il proprio sentire, con la stessa fragilità', le ansie, gli interrogativi del paziente più' bisognoso, quella visione paritetica che scava nell'io senza confini aprioristici o scontati, anche se lo scambio di ruoli può' apparire caotico e fuorviante.
E' un viaggio nella psicanalisi, tra Freud e Jung, in un secolo di storia, tra dubbi, ansie e deviazioni " la mia tecnica consiste nell' abbandonare qualsiasi tecnica " ma con un unico imprescindibile fine " l' obiettivo della terapia è' diventare il padre e la madre di se stessi ".
A volte prevale un eccesso teorico e per contro, sovente, il racconto è eccessivamente romanzato, a scapito della domanda principe: che cosa accade realmente in quella stanza, quale viaggio nella conoscenza di se', quali sentimenti reali o immaginari, impulsi, relazioni, verita', supposizioni, teorie analitiche sovrapposte, vita vissuta od onirica trasposizione?
Un testo non eccezionale, interessante nella tesi, un po' laborioso e prolisso nello svolgimento, ma con temi mai banali.
Lettura piacevole, nulla di piu'.

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Sul lettino di Freud 2016-01-12 13:10:24 Giu_Bi
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Giu_Bi Opinione inserita da Giu_Bi    12 Gennaio, 2016
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Chi è che ascolta da dietro il lettino?

Questa è la recensione di una lettrice psicoterapeuta, su di un romanzo scritto da uno psicoterapeuta, che racconta di psicoterapeuti e loro destini. Pur rischiando una certa autoreferenzialità, non posso non cimentarmi in quest’impresa.
Yalom è uno psichiatra californiano piuttosto noto agli “addetti ai lavori”. In questo romanzo, il primo che ho letto, si è rivelato inoltre dotato di una vera anima da romanziere! Ecco un autore brillante, che sa scivolare con abilità tra le vicende dei (tanti) protagonisti aprendo e chiudendo magistralmente una serie di finestre narrative, sempre di lunghezza adeguata a incuriosire e interessare il lettore senza mai fargli perdere il filone entro il quale le diverse vicende fluiscono, rivelando infine sorprendenti interconnessioni.
E’ questa una trama che mette tanta carne al fuoco, così che ci si trova a un tratto a domandarsi dove l’autore voglia arrivare, e come riuscirà a risolverla; eppure, riesce.

Il romanzo racconta le vicende di tre psicoanalisti: Seymour Trotter, Ernest Lash e Marshal Streider. Questi affermati professionisti, alle prese con la pratica quotidiana e con le storie dei loro pazienti, non tardano a rivelare il loro lato più umano sperimentando dubbi, avidità, preoccupazioni, attrazioni pericolose e competitività, ma anche dedizione, correttezza, curiosità, voglia di condivisione.
Non manca però lo spazio dei “pazienti”: persone che intraprendono una psicoterapia per le ragioni più diverse, figure che ancora sorprendono per la loro straordinaria umanità e capacità di mettersi in discussione e cambiare, esplorando – talvolta con fatica – le proprie emozioni.
I personaggi prendono vita nei dialoghi, definendosi vividamente attraverso le loro parole e azioni.
Nel romanzo sono presenti diverse riflessioni sulla tecnica psicoanalitica, che risultano tutto sommato abbastanza fruibili anche per i non esperti, essendo comunque incastonate in una trama romanzesca brillante, ammaliante, scorrevole.

Il romanzo nel complesso parla di cambiamento e messa in discussione, fenomeni dai quali lo psicoterapeuta stesso non è affatto immune, ma continuamente sollecitato a rivedere la propria tecnica e il proprio “esserci” nella relazione con ogni singolo paziente.
L’autore è stato capace di raccontare la psicoterapia nella sua verità più “umana”: chi si cela dietro l’immagine neutra e imperturbabile dello psicoterapeuta, figura densa di proiezioni e timori? Nient’altro che una persona.
Come lettrice ho trovato il libro gradevole e convincente. Come psicoterapeuta, mi sono sentita ben rappresentata – da un grande “collega” - nella mia professionalità, così umanamente rispettosa tanto della sofferenza che vorrebbe curare, quanto nostro essere persone.

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