Su un letto di fiori
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Recensione della Redazione QLibri
Occhi che accarezzano l'anima
«Un giorno, quando ero solo una neonata, qualcuno aveva deciso che non servivo e che potevo anche morire. Mi aveva abbandonato senza curarsi affatto delle mille persone che sarei potuta diventare, delle parole d’affetto che avrei potuto rivolgergli una volta cresciuta.»
Quando Miki è stata ritrovata sul soffice letto di alghe, era appena una neonata. Una neonata abbandonata dalla madre ma trovata da un’altra donna desiderosa di donarle, insieme alla sua famiglia, tutto il suo affetto e il suo amore. Ecco perché Miki non sente mai la mancanza della madre naturale. Certo, ci pensa come è atavico che sia, ma al contempo è sopraffatta dall’amore che la famiglia Ohira ha a lei destinato negli anni. Il suo sguardo verso il mondo che la circonda è fatto di meraviglia, gioia e felicità e questo non manca di destare il disappunto di chi, al contrario di lei, non riesce a guardarsi intorno con gli stessi occhi.
La vita di Miki scorre normale e tranquilla fino a che tutta una serie di avvenimenti la portano a dover conoscere anche altri sentimenti oltre all’amore; tra questi, l’amarezza e l’odio. Conosce anche il senso della perdita, la bellezza del ritrovarsi. E forse, in un certo senso, scopre anche cosa significa amare. Perché se da un lato sono gli affetti principali ad essere toccati, dall’altro il tornare a casa di un coetaneo trentenne vecchio amico a sua volta toccato dalla morte della moglie, la porterà a riscoprirsi e la porterà a interrogarsi sul senso di quel che la circonda.
«Poi qualche volta otteniamo qualcosa, ed è la prova che ce la siamo cavata. La vita è un ripetersi continuo di questo gioco: quanto ci insegna l’esperienza? Come affronteremo le successive tentazioni?»
“Su un letto di fiori” è una delle opere in assoluto più mature di Banana Yoshimoto. È uno scritto che trasmette dolcezza, tenerezza, che fa sorridere. Miki entra nel cuore, lo solletica con la sua semplicità e genuinità. Tuttavia, al contempo, questo scritto è anche il più triste ed emotivo della narratrice nipponica. È infatti un titolo che lascia un retrogusto dolce come amaro e questo, probabilmente, perché ha l’obiettivo di sconfiggere le tenebre e illuminarle proprio passando per la ragione per il quale nasce.
Banana da dedicato e scritto questo racconto per il padre, per affrontare la sua perdita e quel dolore incolmabile lasciato da questo vuoto. È un libro ancora che parla di viaggi anche in senso metaforico, ma di radici. Perché tutti abbiamo il nostro posto nel mondo e talvolta dobbiamo solo capire quale questo è.
«Dietro casa nostra forse le piante si erano già riempite di gemme, e in breve tempo avrebbero coperto tutte le cose brutte che erano capitate in passato. Le leggi della natura non conoscono rallentamenti. Scorrere, marcire, nascere. E non conoscono nemmeno accelerazioni. Il tempo della natura è la sola legge che conosciamo. […] Di fronte ai grandi cambiamenti, possono verificarsi situazioni positive o negative. È un fatto scontato. Ad agitare la superficie calma del lago si solleva ciò che si era depositato sul fondo e anche l’aria esterna ne risente. L’acqua si intorbidisce, ma ogni movimento fa affiorare nuove meraviglie. Poi l’acqua si calma e torna limpida, ma il lago non è più identico a com’era prima. Non è migliore né peggiore, è solo cambiato.»
«Ecco perché ho scelto di vivere pienamente, apprezzando ogni istante, giorno dopo giorno. Ecco perché ho scelto la vita semplice e infinita che questo piccolo villaggio, quest’angolo di mondo, ha voluto offrirmi.»
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Storia triste
Questo libro è triste. anche quando ci racconta di cose piacevoli: il nonno e lo zio della protagonista che se ne vanno come ragazzini a impinzarsi di pollo fritto. Mi sembra che su tutto prevalga la nostalgia e il rimpianto. Miki, la protagonista è stata trovata su un letto di alghe ancora neonata. L'ha trovata la sua madre adottiva spinta da qualcosa che le diceva che quel giorno avrebbe incontrato la figlia che non riusciva a concepire. Viene accolta in una famiglia a dir poco bizzarra. Su tutti veglia il nonno: dispensatore di consigli, saggezza e capace di accontentare i desideri. Quello che si desidera in questa famiglia viene sempre esaudito: magari non in modo immediato, magari con fatica, ma arriva sia che si tratti di una maglietta di un gruppo pop sia che si tratti di un figlio. Dopo la scomparsa del nonno, e con l'arrivo di un amico dal passato una serie di avvenimenti bizzarri mettono in discussione il modo di vedere la vita di Miki: nuovi orizzonti si aprono, nuove curiosità e sentimenti che non sapeva che esistessero.
Ribadisco che questo libro è triste: a partire dal modo in cui è descritto il villaggio, alla famiglia, ai rapporti che hanno tra di loro e con i compaesani. Però come in tutti i libri di questa autrice c'è anche poesia: quella che solo le atmosfere del Giappone è in grado di creare e quelle che la penna di Banana è così capace di rendere.