Storia umana e inumana
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Giorgio Pressburger, nato a Budapest nel 1937, è autore di diverse pubblicazioni, tra cui: Sulla fede (Einaudi, 2004); L’orologio di Monaco (Einaudi, 2003); L’elefante verde (Einaudi, 2002). Con il fratello Nicola ha scritto Storia dell’ottavo distretto (Einaudi, 2001). È anche autore di testi teatrali, tra i quali La partita (Premio Pirandello) e Le tre madri (Premio Flaiano), regista teatrale e cinematografico, collaboratore dei principali quotidiani italiani.
Recensione della Redazione QLibri
Storia umana e inumana
Un onirico viaggio attraverso i secoli e gli stati d'animo che richiama alla mente immagini Dantesche senza scimmiottarle o avvilirle, solo rievocandole.
L'atmosfera che avvolge il lettore è ovattata, la sensazione è quella di entrare nella nebbia e cogliere immagini, sfuocate, dagherrotipi che prendono vita e iniziano a parlare e a rievocare un passato a loro caro e talvolta doloroso.
Difficile collocare questo romanzo in un genere letterario: a tratti è una biografia, ma la profondità in cui ci si addentra, sviscerando le fibre dell'anima del protagonista, non permettono di porlo in quella casella, così come non può essere definito un saggio benché le note a piè di pagina approfondiscano tutti gli aspetti storici e culturali, innumerevoli e disseminati per le oltre quattrocento pagine.
Quello che è certo è che si sta parlando di uno scrittore che ama scrivere per esprimere delle emozioni profonde, nascoste nel suo animo, che scalciano per uscire e generare un flusso di meravigliosi pensieri e ricordi, immagini evanescenti fatte di personaggi antichi, ma morti solo nella carne, ma viventi nell'immaginario collettivo di ognuno.
Descrivere a parole quello che si prova leggendo queste pagine è difficile, perché non è una prosa semplice, non è una lettura per tutti, sia per i temi trattati, ma soprattutto per lo stile che pur essendo molto particolare e ostico è ciò che rende quest'opera un'esperienza unica.
Le parole si susseguono veloci, intervallate da spazi bianchi quasi a rendere poesia ciò che si legge, un periodare lento e a tratti veloce che dà ritmo all'azione, che obbliga a seguire il tempo dettato dall'Autore, così come il protagonista è obbligato a seguire la sua guida in quest'oscuro viaggio, per non perdersi in un oblio fatto di incomprensione di fraintendimenti, ma è perdersi in questo libro, perdere il filo, non comprenderne il senso, ma se ci si affida alla musicalità, se si lascia che esso legga noi anziché il contrario, allora non solo il suo significato diverrà chiaro, ma anche la vita del suo Autore acquisterà un senso più profondo, le sue paure saranno le nostre, le sue visioni le nostre e davanti appariranno il Che, Mao, Perlasca, ma anche Russel, Einstein, Mia, Marilyn e tanti altri che come in una sfilata si mostreranno per ciò che sono, posti infine, in quella dimensione in cui non esiste il tempo, non il passato, non il futuro, ma entrambi lo stesso istante, la completa comprensione dell'esistenza là dove l'esistenza non c'è più.
Quella nebbia avvolge tutto, quelle parole si susseguono, mentre la storia salta indietro e in avanti creando caos e la filosofia si mischia con la musica che cerca di comprendere l'essenza stessa della vita.
Un'opera che prevede una buona dose di convinzione, ma che apre le porte ad un modo diverso di fare letteratura, che esprime la voglia di regalare emozioni, non preconfezionate, non edulcorate, ma vere perché vissute e una volta liberate non potranno che moltiplicarsi in ogni lettore.
Lettura consigliata, senza dubbio.