Narrativa straniera Romanzi Sopra i fiumi che vanno
 

Sopra i fiumi che vanno Sopra i fiumi che vanno

Sopra i fiumi che vanno

Letteratura straniera

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Una grave operazione inchioda António a letto per due settimane. In ospedale, intontito dal dolore e dai farmaci, ricorda la sua infanzia: il padre che gioca a tennis, la madre che gli fa la riga fra i capelli, le montagne, l’odore della marmellata nella dispensa, i fiori nei vasi sui gradini, gli amori non corrisposti… Un fiume di ricordi che incalza con la malattia, e la prossimità con la morte non fa che rendere più forte la vocazione alla vita. Da uno dei più grandi scrittori portoghesi di tutti i tempi, un romanzo lirico pieno di forza, ironia, trasversalità ed emozione.



Recensione della Redazione QLibri

 
Sopra i fiumi che vanno 2021-11-11 11:43:51 Molly Bloom
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3.8
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Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    11 Novembre, 2021
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EXEUNT OMNES

Un uomo in ospedale, alle prese con una spietata malattia, che lui chiama metaforicamente "riccio". Antidolorifici che lui chiama "topolini di cioccolato", quelli che riceveva da piccolo per stare buono. Un diario di quindici giorni su questa degenza ospedaliera, in parte autobiografica al punto che l'uomo si chiama Antonio Antunes, diario stilisticamente fuori dall'ordinario dato che non troviamo le annotazioni quotidiane del narratore ma le sue sensazioni frammentate, come se il lettore fosse nella mente dell'uomo. Pochi momenti di lucidità e tanti momenti in cui la sua mente divaga a ripercorrere la sua vita e quella dei suoi familiari sin dall'infanzia, ricordi fugaci interrotti dalla voce del dottore o dall'infermiere, oppure dal rumore delle ruote del carrello delle vivande che attraversa il corridoio ospedaliero, una vita intera che passa davanti agli occhi del malato che sembra estraniarsi completamente a questo mondo.

"- Da un certo punto in avanti il cervello divaga
ed è proprio così, divaga, non soffrono,perdono interesse, non si preoccupano, si estraniano, confondono l'ospedale con una casa, progettano di andarsene come se fosse facile andarsene, nessuno se ne va, nemmeno noi sani, mettiamo radici credendo di spostarci e se ci spostiamo tutto si sposta insieme a noi, mia moglie o il debito in banca che non sono riuscito a saldare (...)"

Antonio Lobo Antunes oso affermare, per chi non lo conoscesse, che è il più importante scrittore portoghese vivente. Può piacere o non piacere in quanto la sua prosa ha un forte carattere e uno stile determinato, non facilmente fruibile, con ampio utilizzo di flusso di coscienza e narrazione a più piani, però il suo valore e il suo contributo alla letteratura è innegabile. Nelle sue tematiche ricorre spesso l'argomento del colonialismo portoghese in Angola, a tal riguardo consiglio vivamente "In culo al mondo" e "Lo splendore del Portogallo", in questo libro invece, nuovo di stampa in Italia ma uscito già nel 2007 il tema focale è la malattia, il dolore e la morte, viste come fine della vita di un uomo perché "EXEUNT OMNES", ovvero "tutti se ne vanno", siamo una sorta di fiume che scorre verso la foce dove si trasformerà e farà parte del mare, così anche la nostra vita scorre come in fiume verso un mare che speriamo esista:

"e allora compresi che il Mondego una malinconia costosa che lottava per esprimersi, chiamano quella cosa fiume e ci lasciamo portare lì sopra nella speranza che diretto al mare quando nessun mare, pini, voglia di conoscere donna Lurdes e domandarle per educazione
-Di cosa morirà?
con la figlia a rispondere in sua voce
-Un problema all'aorta
i denti di donna Lurdes tutti all'aria, inutili, il naso un dente che fiutava mordendo l'aria a casaccio, morda l'aria donna Lurdes, morda se stessa, si divori mentre sua figlia le tiene il braccio lasciando lì la manica, se vuole l'aiuto a divorarsi come faccio con me stesso, ho già inghiottito la cartilagine che si muove sotto la pelle quando mi hanno dato la medicina (...)"

"-Non si agiti che arriviamo, signorino
e il dolore nella stanza vuota affinché il medico lo distribuisse tra i pazienti, non si abbandonava l'ospedale con il dolore, non c'è dolore per tutti, nel dimettere i pazienti perquisivano le tasche:
-Il dolore dov'è?
annunciando
-Quello che ha speso in dolore è sul conto
forse anche il futuro di rondini pagato e la paura di morire carissima, perfino la pioggia doveva loro (...)"

Siccome la natura vuole un certo equilibrio, verso il finale del libro, ci sarà anche un nascita: "tre chili e duecento che avvolgevano nel lino e lui a scorrere sopra i fiumi diretto alla foce"

Lo stile caratteristico della prosa fa sì che ci siano delle lacune, parole mancanti, dialoghi spezzati, che il lettore legge lo stesso tra le righe di questo flusso continuo, sconnesso, pieno di poesia e che prende una sorta di vita propria al punto che la lettura sembra essere una esperienza sensoriale. Anche se l'argomento è triste, l'estraneità della voce narrante verso la sua situazione mitiga il senso di angoscia. Libro che consiglio assolutamente, magari in un momento in cui si è predisposti a queste letture malinconiche, consiglio inoltre di lasciarsi andare e seguire il flusso senza pretendere di capire tutto perché un delirio non può essere compreso e non ha un filo logico.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Libri dello stesso autore oppure chi ama il flusso di coscienza e il lasciarsi andare dalla prosa. Non indicato a chi predilige trame concrete o ama uno stile lineare e trasparente.
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