Narrativa straniera Romanzi Sopra eroi e tombe
 

Sopra eroi e tombe Sopra eroi e tombe

Sopra eroi e tombe

Letteratura straniera

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Alejandra è una ragazza affascinante ma enigmatica e scostante. Epilettica, sonnambula, sembra possedere attitudini paranormali, oppure è solo agitata da forze più grandi di lei. E nasconde un inconfessabile mistero. Martín, invece, è un innamorato possessivo e un po' noioso. Per lui stare con Alejandra è un'esperienza sconvolgente in tutti i sensi. Bruno è un intellettuale dal carattere contemplativo, tendente alla malinconia, alla ricerca di un'impossibile saggezza. Fernando è un paranoico ossessionato dall'idea che tutti i ciechi facciano parte di una setta demoniaca destinata alla conquista del mondo. Percorre il suo viaggio nei territori del male e della perversione con la più raffinata e paradossale lucidità. Ma tutta la sua famiglia, gli Olmos, depositari di antichi valori, sono toccati dalla tara della follia e del decadimento. In attesa di una tragica e spettacolare purificazione.



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Sopra eroi e tombe 2019-03-22 10:19:41 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    22 Marzo, 2019
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“Non è ragionevole nutrire speranze nel mondo in c

“Sopra eroi e tombe” è un’opera complessa dai molteplici contrapposti temi: amore e morte, realtà e apparenza, tutto permeato di una tragica ambiguità.
Né si può dire che vi sia un solo protagonista intorno al quale si dipana la storia. Siamo di fronte a personaggi di grande rilievo e spessore, ciascuno dei quali rappresenta una metafora della vita e della realtà. Il più semplice è certamente Martin che si trova ad affrontare tuttavia personalità enigmatiche, talvolta incomprensibili quali Alejandra o Fernando. Proprio questi ultimi due personaggi sono in effetti la chiave del romanzo, nella misura in cui essi rappresentano il lato oscuro della vita, la tragica irrisolta speranza di sedare le inquietudini e la disperazione.
Alejandra è luce e ombra allo stesso tempo, proprio come la vita, ella è infatti la metafora stessa della vita. La sua ambiguità la rende irraggiungibile agli occhi di Martin che soffre terribilmente, consapevole di non potere avere la sua anima e risolvere le sue angosce.
Fernando è personaggio ancora più complesso, egli rappresenta la disperata ricerca dell’uomo di un mondo migliore, senza tuttavia riuscire a interagire con un mondo mercificato e globalizzato. La sua è una vera discesa agli inferi, con lo scopo di trovare una sintesi tra bene e male, e ricreare un sentimento di speranza. È buio il mondo dominante in cui agisce Fernando, come è buio il mondo stesso di Sabato, è lo stesso buio in cui sono immersi i ciechi. Ogni valore si è dissolto, la ragione si è smarrita. Fernando cerca di cambiare la realtà, ma sprofonda nell’abiezione e nella trasgressione estrema. Il suo mondo è popolato delle paure che egli coltiva dentro di sé.
“Il mondo è atroce, ma l’uomo non è un essere ragionevole, perciò la speranza rinasce di continuo.”
La complessità del romanzo non si limita tuttavia ai suoi contenuti, esso è infatti un insieme di diversi generi, dal romanzo sentimentale al gotico, alla satira sociale, al resoconto storico-politico. Una lettura impegnativa anche per la sua discreta lunghezza.

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Sopra eroi e tombe 2013-06-22 15:08:03 Mephixto
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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    22 Giugno, 2013
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Capolavoro dimenticato (snobbato?)

Sono arrivato a questo testo in modo casuale, grazie ad un amico che tutti i giorni affronta quella guerra quotiadana che risulta essere il pendolarismo .
Siamo entrambe amanti della letteratura, orientati su generi differenti, ma in comune abbiamo una cosa, ci piace saggiare della narrativa vera, di qualità, che abbia, nel bene o nel male, da dire qualcosa di importante, in modo elegante e sagace. Vi premetto questo perché, a seguito di questa lettura, ritengo che sia inammissibile che un testo di tale importanza e intensità non sia ad oggi materia di studio nelle scuole, e ritengo oltremodo inaccettabile che sia stato quasi dimenticato e rimanga sconosciuto al grande pubblico, almeno in Italia. Un romanzo che viene definito a livello mondiale, il capolavoro del '900 sudamericano.

Questo romanzo è, senza ombra di dubbio, un Capolavoro. Un opera completa: profondo, intenso, originale, un affresco sudamericano impareggiabile. Un dipinto argentino vivo: al cui interno mutano le maree in un impetuoso oceano di emozioni e sentimenti, un tango argentino in prosa. Non vi nascondo che è un testo la cui difficoltà, almeno per me, è stata evidente. Ma i contenuti sono talmente intensi che è impossibile non leggere, no nazi che dico, non fondersi nelle parole di Sàbato; che con sapienza e ardire affrontano argomenti scottanti e spesso irritanti.
Mi sono affezionato ai personaggi di questo incubo argentino, Martin, Alejandra, Fernando, Bruno. Ma non dimenticherò mai i non protagonisti, tutti, dal primo all'ultimo tratteggiati benissimo: vividi e reali. E posso dimenticare forse Buenos Aires? no! E' descritta con poche parole, in modo graffiante e cupo nel suo risplendere di vita: viene dipinta come una nuova Babilonia, dove i popoli della terra: i reietti , i disperati e i sognatori si incontrano in questa patria madre della speranza, figlia delle rivoluzioni idealiste fallite nell'avidità dell'uomo, che la trafiggono impietosi come una lancia, da parte a parte, da oltre cento cinquant'anni. In questa orgia di sentimenti e pensieri profondi di vicende di sangue emerge una storia d'amore potente, tenera e isterica, tra due ragazzi: Martin e Alejandra appunto, due anime vere, originali, uniche. Un amore brutale, schizofrenico, un amore che sembra non poter esistere. Ma non è d'amore che parla questo romanzo...(l'amore è solo un veicolo, una scusa, per mostrarci qualcosa di più) ...ma ben si di angosce dell'anima, di follia, di verità, di pensieri umani, di speranza, di devozione, di deliri e crudeltà, di sogni irraleazati di delusioni e illusioni e ... Più leggevo più la prospettiva di questo romanzo cambiava, sino a raggiungere il capitolo straordinario, su il "rapporto sui Ciechi". Il delirio di un ossessione che prende forma. Una mania di persecuzione all'ennesima potenza, provata da un personaggio impagabile come Fernando. Ma mi è impossibile descriverlo in quanto rimane un pezzo di letteratura che difficilmente ritroverò altrove ed è troppo ampio perchè una sola chiave di lettura possa decifrarlo. Posso affermare però che è un capitolo resta dentro,grazie a deliri razionali, alle logiche di alienazione estrema, nei vaneggiamenti carismatici e spietati di un individuo che mai ho avuto modo di incontrare in altri romanzi. Un viaggio alle porte della lucida follia, dove ogni tunnel è una nuova paranoia.
Solo leggendo l'ultimo paragrafo, l'ultima frase, ho capito quanto è grande in termini di concetti, ed argomenti, questo romanzo; spingendomi ad ammettere che dovrò rileggerlo più di una volta per poter decifrare questo messaggio, criptico, che mi ha incasinato il cervello.
[...]Prima, quando ero più giovane e meno diffidente, seppur convinto della mia teoria, rinunciavo a verificarla e perfino ad enunciarla, perché quei sentimentali pregiudizi che sono la demagogia delle emozioni mi impedivano di sfondare le barriere erette dalla setta, tanto più impenetrabili quanto più sottili e invisibili, fatte di idee imparate a scuola e sui giornali, rispettate dal governo e dalla polizia, diffuse dagli istituti di beneficenza, dalle signore e dai maestri. Barriere che impediscono di arrivare fino ai tenebrosi sobborghi dove i luoghi comuni incominciano a diradare, a diradare, e nei quali si inizia ad avere qualche sospetto della verità.
Ci vollero anni perché potessi oltrepassare le barriere esterne. E così, a poco a poco, con forza grande e paradossale, come quella che in un incubo ci fa muovere incontro all’orrore, andai penetrando in quei proibiti territori in cui comincia a regnare l’oscurità metafisica, qua e là intravvedendo, dapprima in modo indistinto, come fuggevoli dubbi e fantasie, poi con maggiore e terribile precisione, tutto un mondo di esseri abominevoli.
Racconterò come conquistai questo terribile privilegio e come dopo anni di ricerca e di rischi potei entrare nel recinto dove s’agita una moltitudine di esseri, dei quali i comuni ciechi non sono che la manifestazione meno impressionante[...]

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Sopra eroi e tombe 2010-11-27 09:35:13 orny
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orny Opinione inserita da orny    27 Novembre, 2010
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Potente e affascinante

Un libro davvero potente, inquietante e meraviglioso allo stesso tempo. Un libro che non mi ha lasciato indifferente e dopo anni che l'ho letto, ancora ricordo certe atmosfere dense di angoscia e di voglia di vita, certe malinconie, certe ansie dolorose dei personaggi.
Il libro bene presenta gli aspetti della moderna sensibilità sudamericana, fatta di miti, fobie, angoscie ed allucinazioni. Inoltre pone i temi dello scopo del vivere in un tempo insensato, del peso della storia, dell'insormontabile solitudine dell'uomo.
E come sfondo, l'immensa Buenos Aires.
Particolarmente magnifica, secondo me, la dissertazione sul mondo dei ciechi e sulla loro vita misteriosa nel sottosuolo della città. Una sorta di racconto nel racconto. Da leggere!!
Faccio notare che il libro tradotto in italiano e pubblicato per anni da Editori Riuniti (più o meno dal 1990 al 2002) poi non è stato più pubblicato in Italiano ed era quindi introvabile. Un delitto!! Solo da circa 1 anno, per fortuna, è di nuovo possibile trovarlo qui in Italia.

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Letteratura argentina contemporanea (Samuel Puig, Julio Cortazar)
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