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la precarietà dei lustrini e paillettes
Marta Sanz in Showbiz ci trascina per una girandola di personaggi, divisi tra cinismo e rimpianto, all’interno di una riflessione di grande attualità sulla precarietà, oltre le quinte di un luogo ricco di lustrini e di falso fascino come quello del cinema o del teatro, più precisamente.
Siamo a Madrid ai giorni nostri. A Valeria Falcott le è stata affidata la parte di Margo Channing nell’adattamento teatrale di Eva contro Eva. Il successo è garantito. Inoltre lei stessa è stata la Eva Harrington di una celebre diva, Ana Urrutia, detta “Ana Lurida”, per il suo comportamento estroverso. Ora lei è ricoverata in un ospizio ed è proprio Valeria a cercare di provvedere a lei, chiedendo aiuti economici a chiunque. Valeria è invecchiata, tocca a lei essere Margo, e la nuova Eva è Natalia de Miguel, sua coinquilina e giovane studentessa di recitazione, che diserta i privine perché divenuta famosa in un reality show. Il teatro non è più redditizio, gli attori vengono pagati dopo la tournee, in proporzione agli incassi. Ormai nello showbiz funziona così. Chi ama questo mondo deve operare una scelta: consacrarsi all’arte, con il rischio di trascorrere la propria vita nella povertà, oppure gettarsi a capofitto alla prima occasione di visibilità. Poiché:
“ Tu lo sai cos’è lo show business, gioia? Gli domandava Ana Urrutia con gli occhi felini annebbiati dal fumo, torbidi di gin o whisky. “Lo sai, eh?” Lorenzo preferiva che Ana rispondesse da sola all’indovinello: “Lo show business. Lo show business è un miscuglio di lustrini e veleno.”.
Questo libro è una mescolanza di lacrime e lustrini. Una commistione di rabbia, vendetta, risentimento e il fasto dorato, ma vuoto, fatuo e transitorio delle paillettes. Un libro di scarso spessore narrativo, di poco interesse. Un po’ vuoto come il mondo che va descrivendo.