Serpenti e piercing
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Hitomi Kanehara, classe 1983, ha un passato di ragazza inquieta, di scuole frequentate saltuariamente e di liceo interrotto. Ha iniziato a scrivere dopo essersi avvicinata alla lettura durante un soggiorno di un anno a San Francisco, quando il padre, affermato traduttore, le portava sporte di libri affinché non si allontanasse dalla lingua madre. Appassionata di autori come Ryu Murakami ed Eimi Yamada, Serpenti e piercing è il suo primo romanzo. Capelli color giallo sporco, mini argento e magliette striminzite, lenti a contatto azzurre, nel 2004, a vent’anni, Hitomi Kanehara ha vinto il premio Akutagawa. Mai il premio, la versione giapponese dello Strega, che ha nel palmarès autori come il nobel Kenzaburo Oe, era stato attribuito ad una scrittrice così giovane. Un esordio clamoroso, quello di Serpenti e piercing che ha sconvolto i lettori più anziani e ha aperto una discussione sulle nuove generazioni giapponesi.
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Non siamo come voi
Un perverso triangolo, una serie di atti ribelli che sfociano nel sadismo. Tatuaggi e piercing ad immortalare la volontà di andare contro un mondo alienante e standardizzato. Tutto questo fino a raggiungere inevitabili conseguenze mortali e con esse forse la catarsi, mentre la trasformazione in altro -tramite lo split tongue (biforcazione della lingua)- ovvero un metaforico ibrido uomo/serpente, determina la rabbiosa esigenza di fuggire e urlare la propria diversità.
Romanzo duro che guarda alla ribellione adolescenziale in sottrazione, evitando giudizi sommari o assoluzioni buoniste. Si legge velocemente e non solo per l'esiguo numero di pagine, la Kanehara mostra infatti buon piglio narrativo e sensibilità non comune nel trattare l'argomento del disagio giovanile. Ed il ritratto che ne esce porta a risposte desolanti, fumose, non riferibili a un' esigenza ben focalizzata, bensì ad un essere contro per forza usando come arma il proprio corpo.
Lo specchio generazionale cozza contro le ataviche tradizioni di una paese (il Giappone) da sempre ancorato fortemente al proprio passato, una battaglia tramite la quale si tenta lo smarcamento andando a negare il conformismo in modo veemente; anche l'amore non si sottrae a questa esigenza, rimodellato in barba ad ogni schema precostituito.
Debutto coraggioso, magari imperfetto ma interessante, dove l'urlo di una gioventù emarginata lascia indifferente l'anestetizzata società odierna.