Sasenka Sasenka

Sasenka

Letteratura straniera

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Inverno 1916: a San Pietroburgo nevica in un paese sull’orlo della rivoluzione. Ai cancelli dell’Istituto Smol’nyj per nobili fanciulle, una governante inglese aspetta una ragazza, che però è attesa anche dalla polizia segreta dello zar: Sasenka Zejtlin ha solo sedici anni, un padre ricchissimo, una madre devota di Rasputin, e uno zio bolscevico che la converte alla causa rivoluzionaria. 1936: sposata con un compagno che ha fatto carriera, madre di due figli e direttrice di un mensile, Sasenka conduce una vita agiata all’interno dell’élite vicina a Stalin. Sopravvive alle purghe, ma alla vigilia della guerra commette un imperdonabile errore: per la prima volta in vita sua si innamora veramente, con conseguenze impensabili per lei e per la sua famiglia intera. 1994: più di mezzo secolo è trascorso, di Sasenka Zejtlin e dei suoi familiari, dei colleghi e conoscenti, dello stesso Paese in cui hanno vissuto si sono perse le tracce... finché, Katinka, una giovane storica, viene incaricata di compiere una ricerca da un misterioso inglese, che a sua volta vuole accontentare la madre. Destreggiandosi nei meandri degli archivi di partito, da poco aperti, Katinka mette insieme i pezzi di un puzzle drammatico che viene da un passato lontano e dimenticato, ma che riaffiora coinvolgendola ben più di quanto non avesse mai potuto immaginare...



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Sasenka 2013-07-31 20:35:22 Todaoda
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Todaoda Opinione inserita da Todaoda    31 Luglio, 2013
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Affossato dallo stile

Sasenka ha la drammaticità dello scorrere del tempo, e non è quella del lineare fluire dei secondi che passano al muoversi della lancetta di un orologio, ma quella statica di chi osserva il passato consapevolmente, conscio di quel che è accaduto e di quel che sta per accadere. E questa drammaticità nel romanzo è essenziale poiché rende l'attesa degli eventi che vanno dalla rivoluzione Russa alla seconda guerra mondiale un elemento portante (nonché l'unico degno di nota) dell'architettura del romanzo.
Gli episodi storici sono noti, così come quelli politici, la tragicità della folle escalation di quel movimento che era nato come sommossa popolare e che si era trasformato man mano in dittatura è infatti ormai ben definito; ciò che rimane in ombra, nascosto, forse solo intuibile è come fossero le persone all'epoca: gli uomini, le donne, le famiglie normali, i singoli individui dentro la macchina di una società in tumulto tra due guerre e una rivoluzione civile. E l'intento dell'autore sembra essere proprio quest'ultimo: dipingere un ritratto delle persone normali dell’epoca intrecciate con gli eventi del grande quadro della storia di quegli anni. Per vivificare il dipinto occorre però un esempio, un campione: Sasenka, una ragazza che fin dall'infanzia sembra predestinata ad una vita in bilico tra borghesia e rivoluzione, tra vantaggio personale e bene comune.
Cosa sarebbe accaduto all'Unione Sovietica è noto, cosa accadrà a Sasenka, e come a lei a tutte quelle altre persone di cui lei è l'esemplificazione, invece no ed è qui, nell'incertezza del singolo di fronte alla concretezza dei fatti reali che si costruisce il meccanismo del libro, che si definisce il ritmo della narrazione e che si materializza la tensione dell'attesa di un qual cosa che si è certi stia per accadere; ed è nella fisiologica incertezza di questo meccanismo di contrapposizione che l'autore raggiunge la sua vetta, ed ancora è grazie a questa, grazie al sopracitato dualismo Russia - Sasenka, certo - incerto, che il romanzo si affaccia all'echelon dei vertici letterari.
Peccato però che tutte le 623 pagine del libro siano irrimediabilmente affossate da uno stile di scrittura piatto e banale, buono sì e no per un romanzetto rosa e assolutamente inadatto a rappresentare l'ampia drammaticità del destino dell’Unione Sovietica e di Sasenka. Uno stile così poco efficace che non riesce scalfire il lettore neppure di fronte alla tragica verosimiglianza degli eventi narrati. Una narrazione così insulsa che neppure se al posto di Sasenka fosse scritto il vostro nome riuscireste a reprimere gli sbadigli.
E i picchi della tensione, del dualismo storia-persona che fine fanno? Sono pur sempre delle vette letterarie, no?
Ahimè no: se la base della montagna infatti origina in una voragine anche la cima, per quanto altissima, rimarrà sempre a livello del suolo: bassa, anonima, ineluttabilmente irrilevante come un filo d’erba nella piana prateria dei libri da quattro soldi. E così purtroppo è Sasenka, un libro che aveva le potenzialità per sbocciare diventando un capolavoro d'altri tempi ma che in realtà per colpa dello stile non è niente di più che un filo d'erba tra gli altri.
"Un romanzo sulla scia della grande tradizione dei narratori russi" (o qualcosa del genere), si diceva per promuoverlo…mi chiedo se chi ha inventato questo slogan abbia mai letto “un grande narratore russo della tradizione.”

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Sasenka 2012-11-09 12:46:11 Becky Ryan
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Becky Ryan Opinione inserita da Becky Ryan    09 Novembre, 2012
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Bellissimo

Questo è sicuramente uno dei libri più belli che abbia mai letto. Avrei davvero voluto che non finisse mai!!!
Il romanzo, che trovo scritto divinamente, è diviso in tre periodi ben distinti e narra la storia della Russia: dalla rivoluzione, alle purghe sovietiche, al rigido regime politico. Una reale testimonianza di un popolo che ha sofferto sacrificando la propria vita per gli ideali. Ed è così che si sente Sasenka, una vera compagna del partito, una bolscevica convinta che fin dall’età di sedici anni lotta per avere trovare il suo posto in questo spaccato di storia. La sua vita mi ha talmente affascinato che non riuscivo a staccarmi. Ogni giorno attendevo con trepidazione il momento in cui avrei letto perché questo non è un libro che si può leggere nei ritagli di tempo. No, questa storia ha bisogno di attenzione, bisogna avere la mente libera per potersi lasciare trasportare dalle emozioni. Consigliatissimo!

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Sasenka 2012-02-09 18:02:59 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    09 Febbraio, 2012
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Volpe artica

Questo romanzo è diviso in tre step temporali. Il 1916, anno in cui la nobile fanciulla Sasenka comincia a conoscere la vera miseria della Russia; il 1936, che vede la protagonista nella sua piena maturità di donna, con tutta la sua vita ben delineata, così come i suoi errori. E il 1994, anno in cui Katinka, studentessa di storia, conduce ricerche sulla famiglia di Sasenka, arrivando a scoprire che è la sua stessa famiglia. E' bello questo filo che, dai giorni nostri, conduce fino al passato, per rintracciare la verità. E' bello il ritratto dell'epoca, l'architettura del romanzo che si snoda in tre step temporali ben distinti ma intrecciati. Sono piacevoli le accurate e sensibili descrizioni, così come il sapore di stantìo degli archivi e, comunque, il senso di familiarità che c'è nei vecchi documenti. Nonostante tutto, ho trovato comunque il romanzo un pò noioso, a tratti eccessivamente prolisso. E se è vero che in Russia la vertà è scritta con il sangue innocente, è anche vero che di queste pagine colpisce di più l'amore di Sasenka per i propri figli che non la storia d'amore clandestina che la condanna.

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Sasenka 2011-12-31 15:21:41 wandererinbooks
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wandererinbooks Opinione inserita da wandererinbooks    31 Dicembre, 2011
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crudele... ma vero!

Ho dato i massimi voti anche per questo libro e intendo spiegarne il motivo...Prima di tutto metto il contenuto, cose che molti non vogliono ascoltare,incredibilmente dolorose, che in questo caso riguardano un'unica tra le tantissime famiglie in Russia nel più brutto momento della storia(ma poichè non ne so molto, non so se ce ne siano stati di peggiori...non credo proprio)passando per diverse generazioni...e questa è la cosa che mi ha provocato più brividi di tutto il resto della storia, poter vedere prima con gli occhi di Sashenka la parte viva di quella rivoluzione che sembrava la cosa più giusta, e poi dopo due generazioni attraverso gli occhi di un'altra giovane donna che però scava nei più bui orrori delle conseguenze della rivoluzione, del comunismo ecc..
passiamo allo stile, anche qui massimo dei voti perchè ho terminato un libro di 600 pagine (pagina più, pagina meno) in tre giorni non sentendo neanche per un attimo stanchezza o pesantezza, e nello stesso tempo ho assimiliato concetti di storia molto importanti.
Per la piacevolezza sono stata molto combattuta, dare il massimo o dare il minimo, piacevolezza intesa come quello che ho sentito leggendo o riguardo i fatti raccontati nel libro? ci sono parti che vorrei dimenticare, della morte dei prigionieri e soprattutto di quello che ha subito Sashenka alla fine, scene crude e sanguinose...e anche se continuavo a dirmi: Sashenka è solo un personaggio di fantasia, poi mi rispondevo che come lei moltissime persone hanno subito sofferenze a causa degli squilibri di depravati...
Credo proprio di fermarmi qui con i libri sugli eventi disgustosi avvenuti nel '900...

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Consigliato a chi ha letto...
Il diario di Anna Frank, Avevano Spento anche la luna, qualcosa di Isabelle Allende e Il cavaliere d'inverno
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Sasenka 2011-04-12 13:14:06 lalla40
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Opinione inserita da lalla40    12 Aprile, 2011

Bello ma lento all'inizio

La trama del libro è divisa in tre parti: la prima parte sembra costruita in modo molto diversa rispetto alle altre due parti. Sembra quasi che all'inizio l'autore pensasse ad uno sviluppo della trama diverso da quello che poi ha avuto in seguito. Anche il personaggio principale (Sashenka) all'inizio è descritta come una ragazza abbastanza superficiale, che non ama la famiglia e i sentimenti. Nelle altre due parti invece, viene descritto un personaggio completamente diverso, che si fa amare per la sua umanità.
Nel complesso è un bekl libro ma bisogna superare con pazienza lo scoglio della prima parte.

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