Ruggine americana
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Opinioni inserite: 4
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Un'altra America
Acclamato e pluripremiato romanzo. Un autore accomunato a mostri sacri quali Faulkner e Joyce. Meritevole di grande attenzione per la trama e il singolare metodo di narrazione, del quale mi ha maggiormente impressionato la capacità di descrivere i pensieri, le elucubrazioni di ogni personaggio, con l’esatta confusione che caratterizza il loro emergere nella mente umana.
Lo splendido paesaggio che circonda i protagonisti di questa vicenda si scontra con lo squallore delle loro esistenze. Il passato dei padri che hanno saputo sfruttare lo sviluppo industriale e il proliferare d’insediamenti produttivi è ormai un lontano ricordo per i figli che non hanno avuto il coraggio di abbandonare un territorio ormai in totale depressione.
Isaac English e Billy Poe sono i due giovani protagonisti di questo racconto. Sebbene la loro età suggerisca possano esistere un’infinità di prospettive, sembra che le loro speranze siano ormai disilluse. Le giornate inutili e trascorse a rimuginare sulle opportunità mancate rivelano il disincanto imperante tra gli abitanti di cittadine semiabbandonate e dimenticate.
Un tragico e fortuito evento renderà ancor più angosciosi i giorni descritti nel romanzo. L’epilogo non è per niente scontato e spinge il lettore a una completa immersione.
Numerosi personaggi possono essere considerati di contorno, ma certamente fondamentali per ben descrivere lo sgretolamento graduale di una comunità.
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Qualcosa da salvare tra la ruggine
“L'unico a sapere che esisti sei tu”.
Il romanzo inizia bene, fotografando in modo efficace una realtà di solitudine e demotivazione conseguenza della crisi socio-economica americana e in particolare di un piccolo centro della Pennsylvania, pullulante di acciaierie dismesse. Ci sono più monologhi interiori che dialoghi, a sottolinerare la radicale incomunicabilità tra i personaggi, che si amano ma non si capiscono e si perdono, consapevoli di poter contare solo sulle proprie forze per andare avanti.
Allo squallore generale fa da contrasto - altra nota positiva - la bellezza di una natura che trasmette forza, e una timida speranza.
Eppure, qualcosa nel lungo periodo non funziona: la narrazione rallenta e diventa ripetitiva, le emozioni di qualcuno si fanno monche e bidimensionali, come se l'autore avesse trascurato di approfondirle, e si calca un po' la mano su certe situazioni.
L'ultima parte, scontata e alla “volemose bene”, guasta definitivamente l'insieme.
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Ruggine
Bello, bellissimo questo romanzo pieno di fascino sia nella storia che nello stile. La storia è molto attuale, ambientato in una cittadina americana in piena crisi economica: disoccupati, giovani allo sbando incerti se andarsene o restare che cercano di trovarsi un lavoro per sostenere la famiglia, consapevoli che sia andarsene che restare richiedono soldi. La vita di tutti è senza prospettive, senza via d'uscita. Una donna (o un ragazzo) finisce a letto con un compagno di classe per mancanza di alternative, poi dopo cinque anni idem e alla fine se lo sposa. Insomma l'ambientazione è attuale, interessante, i personaggi entrano nel cuore anche se i migliori forse non sono i tre protagonisti: Billy, e Isaac e la sorella di quest'ultimo Lee ma a me sono piaciuti ancora di più la madre di Billy, Grace, e il poliziotto Bud Harris, veramente straordinari.
Volendo trovare un neo alla storia, bellissima, bisogna dire che americanamente i buoni sono da una parte e i cattivi dall'altra. I buoni sono buoni fino in fondo e i cattivi idem, anche se la storia (che non è mediocre) maschera bene l'ingenuità di questo assunto portato fino alle sue estreme conseguenze: i buoni meritano di vivere e i cattivi di morire.
Dal punto di vista stilistico il romanzo è veramente interessante perché è organizzato in modo incredibile. Ogni capitolo riporta un nome che corrisponde all'io pensante. In ogni capitolo c'è un io narrante (terza persona singolare) e un io pensante (prima persona) che a volte dialogano tra loro, cioè l'io narrante si rivolge all'io pensante con un tu. La narrazione fluida dell'io narrante è inframmezzata dall'io pensante che usa frasi brevi, incisive, in cui punteggiatura e grammatica non sono necessariamente rispettate in un connubio che secondo me è geniale e che alleggerisce molto la storia.
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La ruggine nel cuore
Che ansia e che tristezza mi hanno infuso queste pagine!!!
Un bel romanzo, certo, una prosa senza sbavature, un grande narratore ma una vicenda difficile da digerire.
Il romanzo mette in scena un sogno americano andato in frantumi, "arrugginito", come recita il titolo. Un'opera dal sapore epico, dallo stile frammentato e caratterizzato dal passaggio repentino dalla terza alla prima persona singolare per entrare nella mente dei protagonisti; saltano tutti i canoni e i cliché del genere come salta anche la sintassi e la punteggiatura.
Di certo un libro per palati forti, dalle tematiche decise, sempre velato dalla tristezza per un presente dominato da una crisi che mette sul lastrico tutti, non solo gli adulti ma soprattutto i più giovani, che non hanno più un futuro che non sia fatto di precarietà e delinquenza.
Questa fase storica è rappresentata dai due protagonisti che potrebbero essere teoricamente dei vincenti, dei self made men se non vivessero nel posto sbagliato. Per loro il sogno americano funziona alla rovescia e si rivolta contro loro stessi.
Isaac English è un ventenne gracile, piccolo, ma dall'acuta intelligenza, un piccolo genio con un alto quoziente intellettivo che però, invece di poter accedere ad una università prestigiosa ed aspirare ad una brillante carriera, si ritrova a dover accudire il padre ridotto su una sedia a rotelle dopo un incidente sul lavoro.
Simile destino per Billy Poe, un gigante buono, non troppo intelligente, ma bravissimo nello sport, che invece di aspirare ad una carriera da giocatore professionista di football ha scelto il suo paesino sonnolento e quasi disabitato, senza più speranze, una vita vissuta in un trailer invece che una vera casa, un destino di delinquenza e prigione.
Proprio questi due ragazzi, amici così diversi tra loro, ma che in un altro scenario avrebbero potuto essere dei vincenti, sono i protagonisti di questo romanzo cupo, destinati a nulla di buono dopo l'incontro con alcuni vagabondi in una notte di pioggia. La fuga per Isaac e il carcere per Poe sono scritti nei loro geni, destinati alla rovina come la ruggine che si posa su ogni cosa nel pese dove vivono, una città industriale ormai in rovina e allo sbando come le persone che ci vivono.
Un filino deprimente e non molto estiva come lettura, però Meyer è di certo un nuovo grande autore americano.
Da conoscere.