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In un'estate greca calda e bruciante, una scrittrice inglese arriva ad Atene per tenere un seminario. Il suo sarà un soggiorno denso di incontri e lunghe conversazioni: con il ricco imprenditore conosciuto sull'aereo che la invita in barca; con l'amico che ha scoperto a proprie spese come realizzare i sogni possa trasformarsi in una condanna; con una donna per la quale la bellezza ha finito col diventare un ostacolo in amore. Digressioni, piccoli camei, dialoghi che aprono altrettanti squarci sulla vita della protagonista senza quasi parlare di lei. Preciso e incandescente, Resoconto è un romanzo che allarga i confini della narrativa tracciando un affresco imperfetto, e per questo straordinariamente vero, della natura umana.



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Resoconto 2019-09-10 13:39:45 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    10 Settembre, 2019
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Ma si insegna la scrittura?

Un'insegnante di scrittura creativa a cui più persone raccontano o nell'ambito del suo corso o al di fuori, frammenti della propria vita, annota queste storie nel suo libro intitolato appunto Resoconto. A me sembra che la scrittrice sia a caccia di vita vera, che insegua questi racconti come farebbe una persona che si è smarrita nella letteratura allontanandosi troppo dalla realtà a caccia dell'ossigeno che si respira su questa terra. Il distacco dalla vita è percepito da lei come baratro e come ostacolo alla scrittura anche se questo aspetto non è mai chiaramente detto. L'autrice vorrebbe secondo me accorciare le distanze, avvicinare vita e letteratura. Non è però questo il tipo di testo che può riuscire a farlo, anche perchè il fatto stesso che tutti raccontino la propria vita alla scrittrice aprendosi senza fare difficoltà è di per sè irrealistico, in più l'autrice si perde in riflessioni molto interessanti ma sempre più astratte e astraenti cioè intellettuali. Comunque le storie sono tutte belle e interessanti e il libro è stilisticamente pregevole e raffinato. Certo, che dei dubbi su quel corso di scrittura creativa sono venuti anche a me. Intanto è fatto come una riunione degli alcolisti anonimi, con i partecipanti che devono raccontare tutti un fatto vero. Raccontare, non scrivere. Ma perchè un fatto vero? Non so, la mia impressione è che alcuni scrittori sentano la nostalgia (nostos) della vita autentica come se scrivere rendesse tutto un po' finto, coltivato in serra, artificioso. Per questo l'insegnante non insegna a uscire dal mondo ma a rientrarvi, e a gente che ancora tiene i due piedi nel mondo e avrebbe bisogno di liberare l'immaginazione e di imparare a fare altro.
Comunque la scrittura è molto bella, curata, alta. Verso la fine si ha la netta sensazione che la letteratura abbia accalappiato l'autrice e non la molli più, addio vita vera.

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Resoconto 2018-10-20 20:09:59 68
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68 Opinione inserita da 68    20 Ottobre, 2018
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Dissociazione avvolgente

Una scrittrice in viaggio per lavoro in una Atene rovente, lunghi momenti di rivisitazione personale, incontri inaspettati quanto casuali, quasi un segno del destino, intrecci svelati, storie da cui iniziare, considerando paure e desideri al di fuori di se’ e respirando nella vita altrui una cronaca della propria.
Lei è partita da Londra tralasciando il proprio passato, senza particolari aspettative, un matrimonio finito alle spalle, ormai incurante del giudizio altrui, e di tutte le considerazioni che avevano senso solo nel luogo che ha abbandonato.
D’ ora in poi, a cominciare dal viaggio aereo, l’ inizio e la conclusione di una serie di relazioni scandite da un comune senso di appartenenza, insoddisfazione e solitudine, la ricerca di vita ed affetti, storie che svelano la propria imperfezione e domandano attraverso monologhi prolungati ed ossessivi una possibilità’ di ascolto, un semplice sfogo per quello che è stato e non è stato.
Sovente, e quasi impercettibilmente, si passa da un momento, pur vago, ad un altro, basta uno sguardo, un pensiero, un richiamo, un ricordo, lo squillo di un cellulare, e ci si assenta, per tornare a pensare a se stessi ed a squarci di vita passata.
Il presente è un anziano imprenditore con tre matrimoni alle spalle che racconta la propria lunga storia ammaliato dal fascino della narratrice, un amico e collega che si sente condannato dalla realizzazione dei propri sogni, una bellissima donna che ha vissuto da sempre la difficoltà di amare e tante altre piccole storie, più o meno reali, nate dal proprio seminario di scrittura, pur sempre storie da raccontare.
La protagonista, immersa e sommersa in questa logorrea protratta, la assapora lasciandosela scorrere addosso, analizzandone i contenuti per abbandonarli, trasferendoli a se’, accostandosi e scostandosi da tante storie e da attimi di pressante presenza.
D’ un tratto è sopraffatta da uno strano senso esistenziale come fosse un dolore segreto, un tormento interiore impossibile da condividere con gli altri che continuano a chiederle di occuparsi di loro senza accorgersi di ciò che realmente ha dentro.
È questa l’ essenza del racconto, una comunanza di solitudini e particolarismi, pensieri dissociati, unici, separati, un sistema relazionale che basta a se stesso, tanti singoli momenti a svelare una trama che non c’è, costruita sul potere delle parole e dei desideri, accompagnata dal fascino di una scrittura piana, meticolosa, meditata, silente, che privilegia individuo ed essenza.
Vite e momenti di vita all’ interno di legami sottili, vicini e lontani, che riportano al senso profondo di una natura umana come sempre assai complessa e frammentaria, un puzzle di difficile composizione e tuttora irrisolto.

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