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La più infamante macchia nella storia dell' umanit
Partendo dal suo antenato africano Kunta Kinte, Alex Haley racconta la commovente e affascinante storia della sua famiglia, attraversando ben sette generazioni. Un viaggio che ha come protagonista principale la follia umana in quella che lo stesso autore definisce come la più infamante macchia nella storia dell' umanità: la tratta degli schiavi. Una storia che non riguarda solo la famiglia dell' autore, ma milioni di uomini strappati alla propria terra, ai propri affetti, alle proprie tradizioni, privati della dignità e del diritto di vivere, malmenati, frustati, umiliati e ridotti in schiavitù. Comincia tutto in Africa, con la nascita di Kunta e la cronaca dei suoi primi sedici anni di vita. Un racconto affascinante, quasi magico, in cui Haley descrive dettagliatamente il modo di vivere e di pensare, le tradizioni, il rispetto, le leggi di un mondo molto più civile di quello che si possa pensare, più civile sicuramente di quello occidentale che pur definendosi tale dimostra di non avere limiti in quanto a barbarie. La pacifica vita di Kunta si trasforma radicalmente quando viene rapito dai “taubob”, caricato su una nave a bordo della quale attraversa l' Atlantico in condizioni a dir poco disumane e una volta sbarcato in America venduto e costretto a lavorare a colpi di frusta. Da Kunta il testimone passa man mano ai suoi discendenti, partendo dalla figlia Kizzy fino ad arrivare allo stesso Alex Haley, attraverso le prime ribellioni degli schiavi, la guerra di secessione, l' assassinio di Lincoln, fino a giungere finalmente all' abolizione della schiavitù. Ma una volta liberi gli afroamericani avranno sempre e comunque da fare i conti con i pregiudizi e la prepotenza dei bianchi. Haley è straordinariamente bravo nel raccontare tutto ciò con uno stile semplice e asciutto, quasi da cronaca, ma riuscendo a generare nel lettore emozioni fortissime e una sorta di empatia con i vari protagonisti: leggendo sembra di sentire su di se il dolore per le percosse e i colpi di frusta, l' umiliazione per la sopraffazione, i morsi della fame, lo scoraggiamento e la disillusione nel vedere che le cose non migliorano e probabilmente non miglioreranno mai, ma anche la gioia per le seppur insignificanti vittorie, i rari riconoscimenti e le piccolissime soddisfazioni. Una lettura interessante per l' argomento trattato e coinvolgente ed emozionante per i bellissimi protagonisti e le loro storie, incalzante per lo stile semplice e il buon ritmo, commovente perché è impossibile non piangere e restate indifferenti a tutto ciò, educativa perché mette in luce i clamorosi errori commessi dall' umanità, sottolinea i progressi che sono stati fatti ma lascia intendere che la strada da percorrere è ancora lunga.
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Per non dimenticare
Questo romanzo è dedicato ad una delle pagine più crudeli e indecorose della storia dell'umanità: la tratta degli africani verso il nuovo continente per farne degli schiavi.
Nel '700 iniziano razzie di esseri umani dai paesi africani affacciati sull'Atlantico, sradicandoli con violenza dal loro mondo, fatto di consuetudini e rituali antichi, ancora arretrato rispetto allo sviluppo dell'occidente, ma pervaso da una antica magia e regolato da un ritmo vitale in perfetta fusione con la natura.
La ricostruzione delle condizioni di vita nei villaggi di origine è estremamente dettagliata e convincente, nascendo da un lungo lavoro di ricerca da parte dell'autore,fino a divenire fonte preziosa per avvinarsi ad una conoscenza di tipo antropologico delle popolazioni stanziate nella zona del Gambia. Sono reali e vivide le scene della quotidianità vissuta dagli avi dell'attuale popolo africano, la cui normalità e serenità, cozzano violentemente con la brutalità cui saranno costretti dopo la cattura e l'inizio di un esistenza aberrante e animalesca.
A soli diciassette anni Kunta viene catturato e spedito in America, per essere venduto come schiavo. Da questo momento inizia il suo calvario, comune a milioni di altri uomini dalla pelle nera, destinato ad accompagnarlo per tutta la vita. E' ottima la capacità di Haley di immedesimarsi col suo personaggio, di vedere attraverso i suoi occhi e di mettere a nudo un cuore dilaniato dalla sofferenza, un cuore che non dimenticherà mai lo strappo subito, tanto da tramandare il ricordo delle proprie radici di padre in figlio.
Il racconto è fluido e sostanzioso poiché ripercorrendo le vicissitudini di ben sette generazioni di discendenti dell'africano Kunta, offre al lettore uno spaccato storico-sociale lungo due secoli, denso di azioni turpi, ma anche di cambiamenti connaturati all'inesorabile scorrere del tempo, forieri di trasformazioni delle condizioni di vita e di uno sviluppo legislativo di stampo sempre più democratico e antirazziale.
E' una lettura dolorosa e amara, che ci trascina in un vortice di sensazioni forti, dall'incredulità alla rabbia, dalla commozione al disgusto.
Lo stile è assolutamente semplice e privo di fronzoli, sia nelle parti descrittive sia nei dialoghi, ma questa essenzialità ben si presta a convogliare tutta l'attenzione del lettore unicamente sul contenuto, unico fulcro del racconto. Difatti, la materia trattata è stata oggetto di un lungo e scrupoloso studio da parte di Haley, come lui stesso spiega in appendice al romanzo, garantendo un alto profilo di veridicità alla ricostruzione storica dell'intero periodo trattato e di conseguenza conferendo valore a questo suo lavoro.
Un testo consigliato a tutti, perchè solamente ricordando errori tragici del passato, è possibile porre le basi per costruire un futuro migliore.
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bellissimo
"Ragazzino! Se non la smetti di fare chiasso ti faccio venire a prendere dal taubob", l'uomo bianco. Così le mamme dei villaggi dell'Africa occidentale spaventavano i bambini più discoli nel tentativo di farli smettere. Eravamo nel '700.
Difficilmente do il massimo dei voti ad un libro, ma questo è uno di quelli che ti attraversa l'anima come un brivido e trasuda sentimento da tutte le pagine. Durante la lettura ho avuto spesso gli occhi lucidi, cosa che mi succede raramente, mentre assistevo inerme alle inenarrabili crudeltà subite dai neri d'America; privati del bene più prezioso di un essere vivente e fatti schiavi, in nome della cosiddetta "civiltà".
Assolutamente da non perdere.